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Loquenzi, Visit Usa: «Cinque linee guida per cambiare rotta»

Massimo Loquenzi Visit Usa Italy

I voli, lo zoccolo duro delle prenotazioni, l’altra America tutta da scoprire, le capitali, i viaggi di gruppo in treno. Nuovo presidente di Visit Usa Italy per il biennio 2020-2022, Massimo Loquenzi parla della destinazione che – anche grazie all’associazione di cui è a capo – prevede di continuare a crescere per questo e per i prossimi anni.

Come parte il nuovo mandato?
«Mi sono candidato per raccogliere una domanda di cambiamento che veniva dai soci. Ho cinque linee guida: dare voce ai soci; recuperare il rapporto con U.S. Commercial Service e Brand Usa, realtà che qualche anno fa praticamente non esistevano; riallacciare le relazioni con le istituzioni europee; instaurare un comitato collettivo con i past president per mettere a frutto e a disposizione le esperienze; migliorare la comunicazione interna ed esterna».

A proposito di partnership, arriva Showcase.
«Sì, Showcase Usa-Italy 2020 torna a Roma per la terza volta, al Parco dei Principi, dal 29 febbraio al 3 marzo. È organizzato da U.S. Commercial Service in collaborazione con Visit Usa. Ricordo bene la prima edizione nella Capitale, a novembre 2001 – ero presidente anche quell’anno – a due mesi dall’11 settembre. Un momento difficile da gestire».

Come quello attuale per i viaggi…
«La frenata della Cina e dell’Asia sta direzionando altrove lo sguardo dei viaggiatori. Le aspettative sono di crescita per le Americhe, anche se in questo momento assistiamo al fenomeno generalizzato dell’«aspetto un attimo a prenotare”. Però le indicazioni dalle compagnie aeree sono buone».

Qual è la situazione dei voli, anche alla luce della vicenda Air Italy?
«Vengono meno i diretti per San Francisco e Los Angeles da Milano e le agenzie sono alle prese con le riprotezioni. Intanto Alitalia ripristina il volo per San Francisco da Roma; United Airlines collega Palermo a New York; Norwegian volerà da Roma anche su Denver e Chicago, che considero la città più autenticamente americana».

E le altre città?
«New York è la capitale del mondo. Miami di tutte le Americhe: riunisce centro, nord e sud. E poi c’è Santa Fe, in New Mexico, che è la capitale più antica degli Stati Uniti e una destinazione su cui puntare, con i suoi pueblo medievali e gli edifici costruiti in adobe, la comunità hippy. Non ci sono voli diretti, ma ci si arriva in connessione da Chicago e Denver. Spingo anche Mississipi e Louisiana, nel sud. E città della West Coast come Portland e Seattle. Luoghi fuori dall’immaginario collettivo, visto che spesso per l’Italia Usa equivale a New York, California, grandi parchi e un po’ Miami, che si vendono da sole. Tra le mete di interesse, l’Alaska sta facendo capolino. E sono interessanti le destinazioni gestite da Aianta, associazione dei nativi americani, che sta attraendo t.o. e giornalisti e sta riuscendo a proporre pacchetti anche al mercato italiano».

Quali sono i trend di viaggio?
«Tantissima gente viaggia da sola. E poi da qualche tempo noi europei abbiamo scoperto che c’è il treno anche in America. Per esempio, ogni mezz’ora parte il Northeast Corridor, che collega Boston, New York, Philadelphia e Washington. Oppure c’è il Southwest Chief Train che va da Chicago a Los Angeles in due giorni e passa attraverso il Grand Canyon: un viaggio tra paesaggi spettacolari e America autentica; una sorta di interrail per cui ci stanno arrivando richieste di gruppi. Ovviamente su percorsi così lunghi bisogna dimenticarsi l’orologio, perché un ritardo di due o tre ore sull’arrivo è una componente del viaggio stesso».

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