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Mappa mondiale del Covid:
così Google spiazza tutti

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“È un virus mansueto con i forti e spietato con i più deboli”, dice più di qualche virologo, scientifico ed esperto raccontando la pandemia da Covid-19. Ma se la frase è vera dal punto di vista sanitario, sembra confermarsi anche nell’economia: turismo incluso.

Così il più forte tra i forti, Google, ha piazzato due mosse da ko per l’intero settore, forte della sua leadership globale. Primo: una mappa mondiale della situazione Covid di ogni Paese, regione e perfino città (in alcuni casi) sull’app di Google Maps. Seconda mossa: l’implementazione di informazioni specifiche sui protocolli di sicurezza e check in contactless per aziende, hotel e imprese sulla sua piattaforma Google Travel.

Dati, informazioni, consigli, elaborazioni e statistiche in tempo reale e aperte a (più o meno) tutti, senza limiti di tempo e di spazio: Google ha colto la palla al balzo della crisi del settore per mettere in campo le sue armi più potenti – un linguaggio universale e la quantità di data processati – per candidarsi a essere la fonte primaria di informazione per viaggiare in questi mesi, così confusi e incerti, sia per i clienti finali sia per le aziende.

LE MOSSE DI BIG G. Un uno-due che spiazza il mercato e i cui effetti si faranno ancora più evidenti nei prossimi mesi. Anche perché la prima mossa, il progetto di mappatura della pandemia, è già online, solo su mobile (sia per Android sia per iOS) come un nuovo livello (layer) da aggiungere a quelli di Maps – oltre alle viste del traffico, quelle geografiche e quelle satellitari – e che andrà affinandosi nel corso del tempo con un’ambizione da vero e proprio “semaforo Covid per le destinazioni”. Ad oggi, infatti, è possibile verificare il numero di nuovi casi ogni 100.000 abitanti (media degli ultimi sette giorni) per ogni Paese nel mondo con un codice colore (dal rosso all’arancione fino al grigio) che identifica la gravità della situazione.

Le informazioni e i dati provengono da Wikipedia, dai ministeri della Salute dei vari Paesi, dal New York Times e da altre fonti ritenute autorevoli (tra cui anche l’Organizzaione mondiale della Sanità, ndr) e sebbene i dati siano ancora aggiornati con un ritardo di circa una settimana rispetto a quelli odierni, l’obiettivo di Big G è rendere la mappa sempre più accurata con dati specifici per singole mete o destinazioni, curve di crescita, il numero di infezioni registrate in una determinata area dall’inizio della pandemia, e collegamenti diretti alle risorse Covid delle autorità locali.

Questa ultima funzione, per esempio, “è particolarmente utile se prevedi di lasciare la tua località e hai bisogno di informazioni su linee guida locali, centri di diagnosi covid o restrizioni in vigore nella destinazione”, spiega in una nota l’azienda di Mountain View. Siamo a un passo, quindi, dal sistema a semaforo della Commissione Ue sullo sconsiglio dei viaggi e delle varie restrizioni in atto.

IL DOMINIO DEI DATI. In un sol colpo, quindi, Google prova a spazzare via le molteplici e frammentate informazioni, mappe, piattaforme e servizi dei ministeri dei vari Paesi, di organizzazioni internazionali, aziende, giornali e società private per metterle tutte insieme sull’app che è presente in quasi tutti gli smartphone.

Il rischio maggiore di questa evoluzione è che i dati e le informazioni di Google non siano sempre certificati e aggiornati tempestivamente e che il cliente che si appresterà a viaggiare scelga di fidarsi più del warning (o del colore rosso) di Google invece che di una fonte ufficiale.

In ogni caso, Big G non si ferma alle destinazioni, ma entra nel mondo dei trasporti con la prossima pubblicazione, in tempo reale, delle info sul riempimento dei singoli mezzi pubblici per garantire il distanziamento sociale, soprattutto durante le prossime festività natalizie. “Google Maps fornirà dati sull’afflusso ai mezzi di trasporto (treno, bus, metro) in tempo reale direttamente tramite app, grazie alle informazioni inviate in tempo reale dagli utenti”, sottolinea la nota della società californiana.

L’ECOSISTEMA DELLA RIPARTENZA. Su Google Travel, invece, la piattaforma che si integrerà sempre più con Maps per offrire un’esperienza di viaggio e di prenotazione quasi completa (ormai manca solo il booking diretto su Google e non è detto che occorra aspettare troppo tempo per vederlo apparire, ndr) è lanciatissima ormai la sezione che per ogni azienda turistica fornisce informazioni sui protocolli di sicurezza adottati e sulle possibilità di usufruire di servizi contactless. Lo sviluppo di questo servizio è partito, come prevedibile, tramite un accordo con con le più importanti catene di hotel (Marriott, Hilton, Choice Hotels, Holiday Inn, Best Western, Hyatt, Radisson e Four Seasons) e si è aperta anche agli hotel indipendenti.

Il servizio, che già le grandi Ota come Expedia e Booking e le bedbank come Hotelbeds hanno iniziato a implementare prevede anche di allargarsi a tutte le imprese che offrono viaggi, itinerari, esperienze e trasporti creando un ecosistema totale di risposta al Covid in sicurezza per ogni singola destinazione.

L’impressione, quindi, è quella che mentre il settore si affanna chiedendo regole comuni ai governi per tornare a viaggiare in sicurezza, il gigante Google non stia perdendo tempo adoperandosi per fare le sue regole e a stabilire i suoi parametri per la ripartenza.

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