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Mascherine sì o no:
l’enigma del trasporto aereo

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Mascherina in volo sì, no, forse. Con l’allentamento delle restrizioni ai viaggi in tutta Europa cambiano le norme, ma restano le incertezze soprattutto per il trasporto aereo, in attesa che l’Ente nazionale aviazione civile (Enac) pubblichi le linee guida ufficiali e sciolga alcuni nodi. Fino al prossimo 15 giugno, almeno, i passeggeri italiani dovranno affrontare il dubbio se indossare la mascherina a bordo degli aerei e tutto dipenderà sia dalla tratta (volo domestico o internazionale) sia dal vettore che la opererà (italiano o straniero).

Se lo scorso 11 maggio, infatti, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) hanno stabilito che a partire dal 16 maggio non saranno più obbligatorie (ma restano raccomandato, ndr), le linee guida europee rimandando comunque al rispetto delle normative dei singoli Paesi.

Cosi in Italia almeno fino a metà giugno resta obbligatoria la mascherina Ffp2 su tutti i voli domestici, mentre per chi vola all’estero occorre seguire la regola del Paese a cui appartiene la compagnia di bandiera.

L’Enac , infatti, ha specificato che “per l’accesso e l’utilizzo di aeromobili gestiti da vettori aerei con licenza italiana è sempre obbligatorio indossare una mascherina Ffp2, sia per i passeggeri che per il personale della compagnia aerea”.

Se invece una rotta internazionale è operata da un vettore straniero, in questo caso il passeggero deve attenersi alle norme del Paese di registrazione della compagnia aerea (norme che possono variare dalla non obbligatorietà fino alla mascherina chirurgica o Fpp2). Resta il dubbio, però, su quali norme sarebbero in vigore nel caso di un volo domestico operato da vettore straniero.

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