Mibact, arriva la Carta nazionale del Paesaggio

by Stanislao De Marsanich | 27 Ottobre 2017 11:47

Il Mibact ha lanciato la Carta nazionale del Paesggio durante gli Stati Generali del Paesaggio organizzati proprio dal ministero il 25 e 26 ottobre scorsi a Roma come opportunità di riflessione e di approfondimento sul futuro delle politiche paesaggistiche in Italia a poco meno di venti anni dalla Conferenza nazionale del Paesaggio del 1999.

Le cinquecentesche logge di uno dei poli del Museo Nazionale Romano, sono state lo scenario privilegiato per presentare il I° rapporto sullo stato delle politiche per il paesaggio dell’Osservatorio nazionale per la qualità del paesaggio del Mibact, base di partenza delle riflessioni dei circa quaranta relatori suddivisi in cinque sessioni tematiche: legislazione e diritto al paesaggio, Paesaggio: bene comune e risorsa economica, Paesaggio, politiche di trasformazione territoriale e qualità progettuale; Legalità e inclusione sociale: verso il diritto a paesaggi di qualità, Cultura del paesaggio: educazione, formazione e partecipazione.

Un appuntamento importante sottolineato dal segretario di stato esecutivo della Convenzione europea del Paesaggio del Consiglio d’Europa, Maguellonne Déjeant-Pons che ha voluto sottolineare come «Il consiglio d’Europa segua con attenzione questi lavori e che il comitato dei ministri degli affari esteri ha adottato il 27 settembre scorso una raccomandazione che riconosce l’importanza della qualità e della diversità del paesaggio importante nella evoluzione del Diritto del paesaggio per l’esercizio dei diritti dell’uomo in una prospettiva di sviluppo sostenibile».

Gli Stati Generali sono stati fortemente voluti dal sottosegretario di stato al ministero dei Beni culturali e delle attività culturali e del turismo, Ilaria Borletti Buitoni, che ha lanciato un messaggio positivo prendendo atto che oggi è cambiata la concezione di paesaggio, da cui parte tutto: l’impianto normativo, i comportamenti, le richieste e le rivendicazioni legittime dei cittadini.

«Il paesaggio non è più considerato come un vuoto a riempire, non è più considerato secondo un criterio estetico, ma è il contesto in cui vivono i cittadini; esprime l’identità di quella comunità. Incidere sul paesaggio non significa solo tutelarne quella identità, ma significa gestirne i mutamenti soprattutto in un paese antropizzato come l’Italia», ha sottolinrato il sottosegretario annunciando la ratifica della Carta nazionale del Paesaggio.

Forte dela base di lavoro del Piano strategico del turismo recentementeapprovato, il direttore generale turismo del Mibact, Francesco Palumbo, ha dichiarato che ci sono elementi che fanno pensare che qualcosa sta cambiando: il turismo chiede maggiore attenzione ai temi della sostenibilità per restare competitivo nella sfida globale.

Il piano strategico ha un orizzonte temporale di sei anni (2017-2022) e agisce su leve fondamentali come l’innovazione tecnologica e organizzativa, la valorizzazione delle competenze, la qualità dei servizi. Tali aspetti, secondo il dirigente, saranno integrati con la necessità di un utilizzo sostenibile e durevole del patrimonio ambientale e culturale.

«Servono strumenti per diversificare l’offerta e puntare sulla qualità. Strumenti normativi che diano ai sindaci il potere di considerare più attentamente le licenze per gli esercizi commerciali. Invertire l’offerta e considerare le grandi città d’arte come porte d’accesso ai territori dell’Italia interna», ha concluso Palumbo.

Gli fa eco con maggior determinazione il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini: «Siamo l’unico Paese che tutela il paesaggio nella Carta costituzionale e di questo dobbiamo essere orgogliosi. Gli Stati Generali servono a chiarire che bisogna smettere di sprecare il suolo, che è necessario tutelare ancora di più le nostre coste e che lo Stato e le Regioni insieme devono difendere la bellezza del nostro paesaggio, che è un valore assoluto, non solo culturale ma anche economico perché la bellezza italiana ha un grande valore nel mondo».

Agli Stati Generali è intervenuto anche il presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, che ha affermato con forza come «oggi il valore della tutela del paesaggio è un valore condiviso ma le minacce – incuria, abusivismo, fragilità dei territori – restano all’ordine del giorno».

Ricordando l’anniversario della seconda frequenza delle scosse sismiche in Italia centrale, Gentiloni ha affermato che non basta la tutela del bene, ma bisogna prendersene cura facendo particolare attenzione alle identità locali che possono anche essere un potenziale economico.

« Il turismo deve essere un serbatoio di vitalità del nostro paesaggio diffuso e bisogna avere ben presente gli ormai tre miliardi e mezzo di uomini che sono oggi classe media e hanno molto chiara nel loro immaginario collettivo l’attrazione di un paese che si chiama Italia che va tradotta non solo in Venezia, Roma o Firenze , ma anche nella bellezza diffusa del nostro territorio nel suo legame con storia e civiltà».

In conclusione,nella giornata del 26 ottobre il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura e della Pontificia commissione di archeologia sacra, ha inaugurato la sua lectio magitralis con una parabola araba che ha dato ulteriore significato alla due giorni.

“…all’inizio il mondo era un giardino fiorito. Dio creando l’uomo gli disse: “Ogni volta che compirai una cattiva azione io farò cadere sulla terra un granello di sabbia. Gli uomini non ci fecero caso. Che cosa avrebbero significato cento, mille granelli di sabbia in un immenso giardino fiorito? Passarono gli anni e i peccati dell’uomo aumentavano. Torrenti di sabbia, invasero il mondo, nacquero così i deserti che di giorno in giorno diventarono sempre più grandi…”.

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