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Musei italiani, scatta la rivoluzione digitale post Covid

museo digitale

Anche per il sistema museale italiano il 2020 ha prodotto effetti disastrosi in termini di vendite dei biglietti: l’Osservatorio del Politecnico di Milano ha certificato una riduzione delle entrate da biglietteria e degli introiti da altri servizi commerciali pari al -56%, con una conseguente maggiore dipendenza da finanziamenti pubblici e privati.

I cambiamenti degli ultimi mesi hanno, però, aperto la strada a modelli di business innovativi: oggi il 95% dei musei italiani ha un sito web, con una crescita a doppia cifra solo nell’anno pandemico, e ben l’83% vanta un account ufficiale sui social. La sfida, ora, è passare da sperimentazioni estemporanee a soluzioni strutturali.

E sempre nell’ultimo periodo (da metà 2020 ai primi mesi del 2021) l’offerta delle istituzioni culturali si è orientata sempre più verso il digitale: oggi in quasi metà dei musei, monumenti e aree archeologiche italiane vengono proposti laboratori e attività didattiche online (48%), così come tour e visite guidate (45%). È cresciuto inoltre il numero di musei che hanno pubblicato la collezione digitalizzata sul proprio sito web (dal 40% del 2020 al 69% del 2021) e il 13%si è cimentato anche sull’offerta di podcast.

Nonostante ciò, le istituzioni che si basano su un vero e proprio piano strategico che comprenda anche l’innovazione digitale rappresentano ancora una minoranza (il 24%, esattamente come un anno fa).

«I canali digitali – osserva Michela Arnaboldi, responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digital nei Beni Culturali – sono passati da essere prevalentemente un mezzo di promozione e informazione a vero e proprio strumento di diffusione della conoscenza. E grazie al digitale si è aperta l’opportunità di ripensare il rapporto con l’utente come un’esperienza estesa, nel tempo e nello spazio, in quanto non confinata al luogo e al momento dell’esperienza in loco, ma potenzialmente continua e accessibile da qualsiasi luogo e in qualunque momento».

A cambiare è stato anche il tipo di esperienza offerta: l’80% dei musei ha offerto almeno un contenuto digitale. È molto elevata la quota di istituzioni che propongono laboratori e attività didattiche online (il 48%), evidenziando la rilevanza del rapporto tra i luoghi della cultura e le scuole. Secondi per diffusione sono tour e visite guidate digitali (proposti dal 45% delle istituzioni), mentre il 13% si è cimentato anche sull’offerta di podcast.

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