Naar oltre i trent’anni: «Espansione internazionale»
“In trent’anni il mondo è cambiato e continuerà a farlo”: dal Truman Show di Jim Carrey a ChatGpt, sul maxischermo un video ripercorre la storia, e non solo del turismo, dal quello che sembra un lontanissimo 1995. Si apre sul filo dell’emozione il convegno “I nostri (prossimi) trent’anni” con cui Naar Bespoke Travel ha voluto segnare il traguardo dei primi tre decenni di attività.
Voleva fare l’astro-fisico Frederic Naar, ceo e founder del tour operator, terza generazione di una famiglia di turismo e che dunque ha portato a seguirne le orme: «Alla fondazione di Naar partivamo da un ufficio con due persone in un mondo di giganti, da Hotelplan a Viaggi del Ventaglio: abbiamo deciso di scegliere la nicchia».
Ma l’amore per il lato tecnologico è rimasto, ed è diventato una cifra stilistica per l’operatore. «Siamo tecnologici, siamo conosciuti per quello, anche grazie a un modello di tecnologia proprietaria (sviluppata con investimenti annuali pari a circa il 2% del fatturato, ndr), ma al tempo stesso legati al modo tradizionale di fare turismo – racconta – Come vedo il viaggio oggi? Non esistono adv che hanno sostituito i tour operator o t.o. che vendono massivamente al cliente finale, si sono trasformati singolarmente».
E, in maniera quasi gattopardesca, dice: «Tutto cambierà e nulla cambierà di nuovo. L’Ai avrà un impatto di gran lunga maggiore di internet, ma non credo si rivoluzionerà il ruolo del contatto umano, né vedo cambiare in modo sostanziale il nostro ruolo. La nostra ambizione? Diventare dieci volte più grandi di come siamo adesso».
NUOVA SEDE A ZURIGO
Intanto, i primi trent’anni si festeggiano con l’espansione internazionale: il percorso di crescita estera di Naar Bespoke Travel prosegue. Dal 1° novembre 2025 ha inaugurato la nuova sede a Zurigo, con l’obiettivo di consolidare la presenza del brand nei principali mercati europei. La Svizzera si aggiunge così agli uffici già operativi a Parigi, Bruxelles e Francoforte, oltre all’headquarter di Milano (continuerà a presidiare la governance operativa e il supporto al trade internazionale, confermandosi hub centrale) e alle sedi di Roma e Napoli.
«Credo fortemente nello sviluppo internazionale di Naar – aggiunge il boss – Il modello Bespoke, sostenuto dalla nostra tecnologia proprietaria, può trovare spazio in tutti i mercati in cui operiamo. All’estero partiamo sempre con investimenti calibrati e squadra ridotta, per far conoscere il brand e conquistare la fiducia iniziale delle agenzie. Quando riceviamo i primi riscontri e le prenotazioni crescono, entriamo nella fase successiva di potenziamento: oggi Francia e Belgio, dove siamo partiti rispettivamente con cinque e quattro risorse, contano team di 10 persone».
RADDOPPIO DEL FATTURATO IN 5 ANNI
E saranno le sedi internazionali a trainare lo sviluppo, prevedendo una crescita a doppia cifra. Per il 2026 l’obiettivo è raggiungere i 100 milioni di euro di fatturato con il 20% proveniente dai mercati esteri. Ma il t.o. guarda già oltre: «Vediamo l’Italia in sviluppo costante ma in coerenza con il mercato di riferimento, sotto il 5%, mentre quelli esteri raggiungono anche il 60% – spiega Luca Battifora, managing director, che nell’evento milanese ha voluto chiamare con sé sul palco i country manager delle sedi europee – Entro cinque anni vedo un raddoppio del fatturato grazie alla spinta dell’estero, con un equilibrio, 50% da Italia e altrettanto dai mercati internazionali».
Anche Battifora ribadisce il doppio binario lungo cui si muove l’azienda: «Capitale umano e tecnologia, la seconda è un acceleratore per noi ma non credo andrà a scapito del primo, deve essere un elemento di sviluppo».
E parlando di fattore umano l’attenzione è sempre rivolta anche al consumatore, che è cambiato: «Il prezzo resta un fattore importante ma quello che conta di più è l’affidabilità, il viaggiatore è meno massivo e più consapevole, anche nei Millennial c’è ritorno forte all’interazione con i consulenti».
Ed è in questo rapporto che si esplicita quel concetto di bespoke: «È il “su misura” che abbiamo preso dal mondo sartoriale londinese: il nostro lavoro è pensare come un architetto che progetta sulle esigenze del cliente tutto quello che serve prima durante e dopo. È fatto di certificazione ma anche di assistenza, nella quale investiamo somme considerevoli. Ogni viaggio per noi è un progetto su quella persona».



