Non solo parchi e musei, alla Bmta le nuova vita del turismo archeologico

Non solo parchi e musei, alla Bmta le nuova vita del turismo archeologico
31 Ottobre 15:54 2022 Stampa questo articolo

Una straordinaria 24esima edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico quella appena conclusa a Paestum con 160 espositori, 12 Regioni, il ministero della Cultura, Roma Capitale con il Municipio X (Ostia) e 20 Paesi esteri, la prima volta per Arabia Saudita, Libano, Palestina, la Grecia e un importante ritorno di Cina, Cipro e Spagna.

Oltre 100 conferenze (di cui 50 tra incontri e laboratori a cura del MiC) con 500 relatori tutti in presenza e 30 buyer nazionali e internazionali. Sono questi solo una piccola parte dei numeri che dimostrano un successo straordinario confortato dalla presenza di oltre 8.500 visitatori e 2.500 studenti incantati e abbagliati come lo fu Giuseppe Ungaretti “davanti, il timpano e le colonne doriche che ci mostrano un travertino come un vetro infiammato: nel cuore della pietra brucia la luce che non consuma, e traspare la sua indifferenza sacra” (G. Ungaretti, La rosa di Pesto).

Tanti i seller espressione del mondo del turismo e di quello culturale che si sono incontrati per intercettare la domanda turistica europea che negli ultimi venti anni ha preferito Paesi competitori. «La Bmta ha dimostrato la capacità di un sistema culturale unico con una proiezione turistica straordinaria sempre più all’avanguardia per ricevere i visitatori stranieri e potenziare un turismo di prossimità», ha dichiarato il fondatore e direttore, Ugo Picarelli, visibilmente e giustamente soddisfatto per l’impegno delle quattro giornate.

Importante la partecipazione del ministero della Cultura; 500 mq dedicati a Parchi e Musei a gestione autonoma, da quello di Paestum e Velia padrone di casa al Parco del Colosseo, di Sibari, dei Campi Flegrei, dal Museo Nazionale Romano al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Dalla società in house del MiC ALES, Europa Creativafino all’Associazione Italiana Langobardorum, impossibile citare tutte le presenze, eccezionali ed autorevoli riunite presso lo storico Tabacchificio Cafasso, sede della Borsa, a due passi dal Parco Archeologico per fare conoscere al mondo le nuove politiche di valorizzazione del patrimonio archeologico.

Aprire i Musei e i Parchi Archeologici al territorio è ormai la parola d’ordine di un programma già avviato che considera i luoghi della cultura sempre più accessibili e capaci di diventare luoghi di confronto di residenti e visitatori. Un patrimonio di storia e civiltà capace di interpretare l’ambiente che li circonda e dare un valore aggiunto eccezionale alle località che li ospitano a partire dal Museo Nazionale Romano diffuso in quattro sedi della Capitale e proiettato su tutta l’Area mediterranea, ai Bronzi di Riace esposti al Museo Archeologico di Reggio Calabria diventati ambasciatori della Calabria nel Mondo.

«La borsa ha finalmente manifestato la fiducia delle istituzioni nei confronti dei tour operator – ha dichiarato Piergianni Addis, fondatore di Kel12 – i t.o. italiani hanno un ruolo fondamentale in questo progetto di sistema che va anche oltre il business in ragione di una responsabilità sociale diffusa che deriva dalla conversione post pandemica dei t.o. da outgoing in incoming. Una risorsa fondamentale che va sostenuta a favore dei i circuiti culturali che i tour operator stanno promuovendo in tutta Italia anche in termini di formazione e lavoro».

Non più cattedrali nel deserto o oasi per soli esperti del settore. I musei e i parchi archeologici sono uno straordinario momento di crescita sociale ed economica cui fare riferimento. Ne è un esempio il Parco Archeologico dell’Appia Antica, oltre 4.500 ettari dai Castelli romani alla Città metropolitana «vissuti quotidianamente da residenti e visitatori nell’ambito delle innumerevoli attività proposte in una interazione tra paesaggio naturale e agricolo nel segno della mobilità dolce indirizzata a camminatori e ciclisti», spiega il direttore Simone Quilici nell’ambito della presentazione della prima candidatura per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco promossa e coordinata direttamente dal ministero della Cultura.

È la Via Appia Antica, la prima e la più importante delle grandi strade costruite dagli antichi romani, conosciuta anche come “Regina Viarum”. Avviato l’iter a maggio 2022, il ministero della Cultura ha presentato nello spazio alla Bmta il progetto della candidatura. Un progetto seriale inedito che coinvolge 4 Regioni, 73 Comuni, 15 Parchi, 12 tra Città Metropolitane e Province, 25 Università, 28 uffici dello stesso MiC, oltre a numerose comunità territoriali, uniti per tutelare, valorizzare e promuovere la candidatura di questo percorso Lungo i mille e più chilometri da Roma a Brindisi e comprensivo della variante traianea.

È un turismo in cammino, lungo i luoghi del Grand Tour, espressione che piace al direttore del Dipartimento turistico e culturale della Regione Puglia, Aldo Patruno: «La Puglia si è messa in cammino e il risultato è ottimo: da gennaio a oggi il numero di visitatori che ha puntato sulla nostra terra, privilegiando i beni culturali, è paragonabile ai tempi prepandemici». È il risultato di una politica culturale sostenuta da progetti di qualità il cui obiettivo è generare sviluppo, lavoro e buona occupazione.

Gli fa eco Elisabetta Anna Castelli, commissario straordinario del Parco Geominerario Sorico e Ambientale della Sardegna, presente alla Bmta insieme al direttore Ciro Pignatelli. Il parco Geominerario comprende otto aree della Sardegna per un totale di 3500 km² rese uniche da una comune storia mineraria e dal ruolo ricoperto nella lunghissima storia dell’industria estrattiva dell’Isola. Un Parco archeologico immenso in cui accanto al sistema minerario, oggi realtà post industriale, alle storie dei luoghi delle persone e del paesaggio, vi è un territorio dove la presenza di antiche civiltà conserva e fa emergere antichi tesori. Qui Giuseppe Dessì ambientò Paese d’ombre che vinse il premio strega nel 1972: “Siamo vicini alla galleria! Perché non andiamo a vedere? – Andiamoci! Girarono oltre la siepe di salici e sambuchi, scavalcarono un muretto, oltrepassarono il torrente camminando sui sassi scuri che emergevano dall’acqua e si inoltrarono in un boschetto di eucalipti attraverso un sottobosco di felci fino all’ingresso della grotta.

Una miniera anche quella di Las Médulas immersa in un paesaggio culturale unico, situata nei pressi della città di Ponferrada nella provincia di León (Spagna). Fu la più importante miniera d’oro dell’impero romano.

«Il territorio che circonda Las Médulas – spiega Alberto Bosque, destination manager della Castiglia e Leòn e coordinatore del progetto The museum of tourism, fa parte degli otto siti archeologici spagnoli patrimoni dell’umanità dell’Unesco – Quello che accade a Las Medulas è molto più del lavoro di giganti. Le montagne sono perforate da corridoi e gallerie create a lume di lampada. Per mesi le miniere non sono illuminate dalla luce del sole e molti minatori muoiono all’interno dei cunicoli. Questo tipo di miniera è stato definito Ruina Montium. Le spaccature creatasi all’interno della miniera sono talmente pericolose che è più semplice trovare la purpurina o le perle in fondo al mare che scheggiare questa roccia. “Con che pericolo abbiamo costruito la terra!” Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXIII, 70.

Esempio del rapporto inseparabile tra uomo e natura come nella penisola di Halkidiki, sottolinea l’archeologo Giorgos Skiadaresis nel suo intervento “La Calcidica e il Monte Athos. Storia, antichità e monumenti”. Turismo e antichità: la Calcidica di oggi è una destinazione multidimensionale che offre una varietà di opportunità nel contesto dello sviluppo del turismo sostenibile. Le agenzie e i servizi competenti, coinvolti direttamente o indirettamente nel turismo, contribuiscono allo sforzo di evidenziare le risorse naturali e culturali di Halkidiki, in modo che il prodotto tu qualitativo e diversificato, soddisfi gli standard di sviluppo del turismo sostenibile che contemperano l’identità locale, socioeconomica, culturale e ambientale.

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Stanislao De Marsanich
Stanislao De Marsanich

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