Site icon L'Agenzia di Viaggi Magazine

Omicron, perché il mondo
non si fermerà di nuovo

omicron

Non vorremmo scriverne, ma il dovere di cronaca ci impone di farlo. Nonostante non sia stata ancora accertata la pericolosità della variante Omicron del Covid venuta dall’Africa, il mondo innalza le barricate. Per salvare il Natale, si dice, ma con il concreto rischio di sacrificarlo.

La situazione, complici i media, è precipitata nelle ultime 72 ore, conducendoci a questo lunedì con lo spirito di chi si ritrova all’alba di una nuova pandemia. Ma così non è. E in seguito ricorderemo il perché.

Intanto, siamo tenuti a ricapitolare i principali fatti degli ultimi giorni che interessano l’industria dei viaggi.

Il Marocco, tra i Paesi del Nordafrica a più alta vocazione turistica, ha richiuso le frontiere aeree per due settimane. Il Comitato interministeriale ha deciso che da oggi, lunedì, fino a domenica 12 dicembre, sono sospesi tutti i voli per la destinazione. Stesso approccio per il Giappone, che ha appena annunciato lo stop agli arrivi dall’estero.

Una scelta preceduta da quella di Israele che, nel medesimo range temporale, ovvero le prossime due settimane, vieta l’ingresso agli stranieri con voli internazionali. Ai cittadini israeliani in arrivo dall’estero è imposto un isolamento di almeno tre giorni, mentre per i viaggiatori provenienti dalle zone rosse è reintrodotta la quarantena in hotel. Nel Paese la variante è già arrivata e per il primo ministro Naftali Bennett, ora, «la priorità assoluta è mantenere un’economia funzionante e un sistema scolastico attivo, con gli studenti che vanno a scuola. Per ottenere questo – ha detto – dobbiamo mantenere uno stretto controllo sulle frontiere del Paese».

Più morbida, per fortuna, la linea italiana con l’ordinanza di venerdì del ministro della Salute, Roberto Speranza, che nega l’arrivo nel nostro Paese a chi negli ultimi 14 giorni è stato in Sudafrica, Malawi, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia ed eSwatini, sospendendo i collegamenti con questi Paesi fino a metà dicembre.

Durerà invece «almeno tre settimane» la nuova stretta sui viaggi decisa dal premier britannico Boris Johnson e annunciata a poche ore dalla scoperta di due casi Omicron. Il governo inglese ha fatto sapere che, in via precauzionale, saranno introdotte nuove restrizioni per tutti coloro che vorranno entrare nel Regno Unito: un tampone molecolare effettuato entro il secondo giorno dall’ingresso e l’obbligo di isolarsi fino al risultato negativo dello stesso; l’isolamento di 10 giorni per chiunque sia stato in contatto con un caso sospetto di variante, indipendentemente dal numero di vaccinazioni ricevute.

Nel frattempo, anche l’Unione europea ha deciso il blocco temporaneo dei voli dai sette Paesi dell’Africa meridionale. «Dopo aver dato via libera al freno d’emergenza per contrastare Omicron stiamo lavorando su ogni pista da seguire con tutti i commissari per velocizzare vaccinazioni e terza dose, aumentare test e tracciamento per le persone che provengono dalle regioni più a rischio, approfondire il sequenziamento delle variante e analizzare le acque di scarico per localizzare Omicron», scrive in un tweet la presidente Ursula von der Leyen al termine di una riunione d’emergenza della Commissione europea.

Intanto, il Sudafrica – il più “forte” tra i Paesi africani interessati – decide di lasciare aperti i suoi confini e si attiva per difendere la propria immagine agli occhi del mondo. South African Tourism, in una nota ufficiale, ricorda che i casi accertati di variante Omicron nel Paese sono 22 e c’è “piena fiducia nel sistema sanitario che ha dimostrato resilienza e competenza sin dallo scoppio della pandemia nel marzo 2020. Gli esperti – informa l’ente – stanno lavorando 24h, utilizzando sistemi all’avanguardia per comprendere la nuova variante e stabilire gli interventi più efficaci”.

Di qui la coraggiosa decisione del Paese: non chiudere i confini e addirittura dirsi “pronto ad accogliere turisti e businessman da tutto il mondo, consentendo anche i viaggi interprovinciali affinché le persone in Sudafrica possano continuare a esplorare e godersi le attrazione del Paese”.

Dall’inizio della pandemia, prosegue South African Tourism, “il turismo si è reso sicuro grazie all’adesione ai protocolli globali anti Covid. Sicurezza che deve essere garantita dall’uso obbligatorio di mascherine, dal mantenimento del distanziamento sociale, dal lavaggio regolare delle mani e dalla limitazione degli assembramenti ai luoghi ventilati”. Fattore, quest’ultimo, favorito dal clima che consente molte attività all’aria aperta. Obiettivo del governo, che a breve dovrebbe essere raggiunto, vaccinare il 70% della popolazione adulta.

Torniamo ora alla domanda iniziale. Perché non siamo all’alba di una nuova devastante ondata pandemica come qualcuno vorrebbe farci credere? Per una serie di ragioni: la variabile Omicron, nonostante le molteplici mutazioni della proteina Spike, si rivelerà meno letale del Covid della prima ora; le chiusure decise dai governi hanno stavolta un tempo ben determinato, ovvero 2-3 settimane; la maggior parte della popolazione che viaggia è vaccinata ed è in procinto della somministrazione del booster, richiamo che comunque sia rafforzerà le difese individuali; i protocolli anti virus sono ormai ben rodati; mascherine e tamponi sono alla portata di tutti e il tracking system funziona molto meglio di prima; l’Italia con il determinato premier Mario Draghi non sembra avere nessuna intenzione di fare passi indietro e le chiusure sono mirate.

No, questa volta il mondo non si fermerà. I fatti già domani potrebbero smentirci. Ma almeno per oggi continuiamo a conservare una visione cruda, ma rassicurante, della realtà.

Exit mobile version