Prima il no al visto di legittimità sulla delibera Cipess, adesso disco rosso al terzo atto aggiuntivo, che regola i rapporti tra ministero dei Trasporti e la società Stretto di Messina. Per la seconda volta la Corte dei Conti boccia sonoramente il progetto del Ponte sullo Stretto. Di arrendersi, però, non se me parla nemmeno, assicura il vicepremier e titolare del Mit, Matteo Salvini: «Resto determinato».
In sostanza, la magistratura contabile ha negato il visto alla convenzione tra Mit – come amministrazione concedente e vigilante – e la concessionaria delle opere per il ponte. La decisione è arrivata dopo la riunione del 17 novembre e “le motivazioni in corso di stesura – si legge in una nota della Corte – saranno rese note entro trenta giorni, con apposita Deliberazione” (in attesa, nel frattempo, di quella relativa alla prima bocciatura).
I giudici avevano già chiesto una serie di chiarimenti sulla delibera del Cipess con la quale era stato dato il via libera ai lavori, sollecitando, in particolare, informazioni sulla procedura d’urgenza adottata, che puntava a classificare il ponte come opera di interesse strategico militare.
In un documento inviato alla presidenza del Consiglio la Corte ha sottolineato che “risulterebbe non compiutamente assolto l’onere di motivazione“. Tra le richieste anche quella di chiarimenti sul traffico previsto: “Quanto alle stime di traffico – al piano tariffario di cui allo studio redatto dalla TPlan Consulting – poste a fondamento del progetto si chiedono chiarimenti in ordine alle valutazioni svolte».
Quindi la richiesta di delucidazioni sulle coperture economiche, la conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale. Tra le eccezioni sollevate anche quella sulla competenza del Cipess, considerato organo “politico”.
SALVINI: «UNA CONSEGUENZA DEL PRIMO STOP»
Tutt’altro che sorpreso Matteo Salvini: «È l‘inevitabile conseguenza del primo stop della Corte dei conti. I nostri esperti sono già al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto assolutamente determinato e fiducioso». Intanto, fra le ipotesi al vaglio del governo, anche la messa a punto di una nuova delibera che corregga la prima (di fatto superando i rilievi della Corte dei Conti), oppure – quella politicamente meno percorribile – chiedere la registrazione con riserva.
I vertici della società Stretto di Messina, invece, hanno deciso di convocare un Cda il 25 novembre per esaminare la situazione. «Non lo considero un atto nuovo in quanto gli argomenti trattati sono strettamente collegati», ha commentato il presidente, Giuseppe Recchi.
Nulla di cui stupirsi, osserva l’amministratore delegato, Pietro Ciucci:«Il mancato visto con la conseguente registrazione della Corte dei conti era prevedibile, l’atto convenzionale è funzionalmente collegato alla delibera di approvazione del progetto definitivo del ponte del Cipess del 6 agosto, per la quale la Corte ha ricusato il visto in data 29 ottobre. Si9amo convinti vhr verranno forniti – da parte delle Istituzioni competenti – tutti i nuovi approfondimenti richiesti».
Dal fronte dell’opposizione la segretaria del Pd, Elly Schlein, ribadisce la contrarietà al Ponte, considerato un progetto «ingiusto, sbagliato, dannoso e vecchio».
«La decisione della Corte dei Conti è di una gravità assoluta – attacca Angelo Bonelli, parlamentare Avs e co-portavoce di Europa Verde – Significa che il governo Meloni stava impegnando fondi pubblici dentro un quadro ritenuto non legittimo, per un’opera da 14 miliardi di euro senza alcuna certezza tecnica, ambientale o giuridica: risorse sottratte a ferrovie, scuole, sanità e sicurezza del territorio».
Secondo il senatore del M5s, Pietro Lorefice, «è un altro no che smonta sia il Ponte sia la propaganda salviniana».

