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Primavera dei tour operator
alla prova di Pasqua e ponti

viaggi aeroporto

Proprio come i fiori in questa strana primavera, il turismo organizzato torna a sbocciare tra mille avversità, incognita guerra in primis. Ora che il Covid arretra e, quasi ovunque, le destinazioni riaprono con protocolli sempre più semplici o addirittura inesistenti, il tour operating riparte con proposte in linea con la tradizione, ma arricchite di digitalizzazione, sostenibilità e flessibilità contro il caro prezzi. Abbiamo ascoltato alcuni dei t.o. del Villaggio Astoi in Bit alla vigilia del primo banco di prova del travel risorto: Pasqua e ponti di primavera, periodo in cui qualcuno già intravede un nuovo Ferraprile.

VENDITE AVANTI TUTTA. «C’è grande voglia di tornare a viaggiare, sia ora, che in estate e nei mesi a venire, nonostante le incertezze del momento», testimonia Danilo Curzi, ceo di Idee per Viaggiare. La conferma arriva da Alpitour, che continua a immettere capacità aerea e ricettiva per assecondare il trend crescente delle prenotazioni. «Egitto, Maldive, Canarie e Repubblica Dominicana in testa, seguite da Cuba, Messico, Madagascar e Capo Verde – ha spiegato Alessandro Seghi, direttore commerciale t.o. – Non c’è giorno che non sia più importante del precedente». Soddisfatto anche Naar, che con la riapertura di Usa, Canada e Oceano Indiano, è tornato ad aprile all’80% dei livelli pre-pandemia. Un trend che riguarda anche l’Italia, come racconta Boscolo, che per aprile ha riscontrato molta domanda da Amalfi alla Sicilia, Umbria e Tuscia. Risultati che parlano di un ritorno al 2019 ma con prodotti profondamente cambiati, grazie all’effetto digitalizzazione, retaggio della pandemia.

SVOLTA TECNOLOGICA. Tutti i t.o., chi più e chi meno, hanno lavorato in tal senso rinnovando strumenti B2B e vetrine consumer. «I clienti sono abituati ormai anche a fare la spesa online e cercano un’esperienza analoga per le vacanze – spiega Giulia Dionisio, responsabile digital & vendite dirette di Alpitour – Per migliorare la customer experience, abbiamo totalmente rinnovato i canali digitali, sempre coinvolgendo anche le adv. La nuova app MyAlpitourWorld è stata rinnovata e abbiamo il progetto Twin, che garantisce integrazione tra i canali diretti dell’operatore e le agenzie, con l’obiettivo di migliorare il servizio al cliente, sempre più richiesto attraverso chat e WhatsApp». Al passo con i tempi Nicolaus, che ha rilasciato una piattaforma digitale flessibile per il dialogo con il trade, HelloBook. «Abbiamo anche provveduto alla progressiva migrazione del catalogo, da cartaceo a minisito interattivo e personalizzabile – racconta Sara Prontera, direttore marketing Gruppo Nicolaus–- e alla creazione di web app di villaggio, che permettono di conoscere la location prima dell’arrivo, nonché accedere a servizi come il pre check-in, la consultazione delle attività, i contatti dell’assistente». Ha puntato sulla tecnologia anche Ota Viaggi, come ha spiegato Massimo Diana, direttore commerciale: «L’intera azienda ha subito un grande upgrade. Abbiamo implementato il sito con un blog, il catalogo e l’extra catalogo, disponibile soltanto in digitale, ma abbiamo anche dato nuova spinta al booking online dedicato agli agenti, per supportarli al meglio».

IL VIAGGIO SI FA GREEN. Prodotti rinnovati nella tecnologia ma anche nella sostenibilità, altro grande tema del 2022. Cavalcando l’onda green, tutti hanno in qualche modo inserito l’attenzione all’Ambiente in programmazione. C’è chi come Mappamondo propone “Tour Plastic Free” oppure Guiness Travel che ha ridotto il numero massimo di partecipanti ai gruppi, aumentando qualità e sostenibilità. O ancora Idee per Viaggiare, che da due anni ha dato vita insieme a Treedom alla creazione della Foresta dei Viaggiatori e quella del Turismo Italiano, per regalare alberi a clienti finali e agenzie di viaggi. O Valtur, che chiede alle strutture affiliate di compilare una matrice di sostenibilità che tenga conto di azioni specifiche in termini di ecosostenibilità, sostenibilità sociale, sostenibilità finanziaria e impatto sulle comunità locali. C’è poi Naar, che misura l’impronta di carbonio lasciata nei viaggi di lungo raggio dando la possibilità al cliente di offrire un forfait per compensarla.

PREZZI SOTTO CONTROLLO. Tante buone iniziative che danno sprint al turismo organizzato in questa primavera su cui pende una spada di Damocle: l’aumento dei costi, dall’energia al carburante. Sul tema, ampiamente dibattuto, abbiamo indagato tra i t.o. ricevendo risposte piuttosto unanimi: i prezzi – giurano – non aumenteranno. O almeno non subito, non all’improvviso. Idea comune è adottare tariffe flessibili e riassorbire internamente i rincari, senza pesare sul già provato cliente finale.

LA LEZIONE. Non sono stati solo i prodotti a cambiare. La pandemia ha messo a dura prova tutto il sistema e soprattutto l’anello più importante della filiera: il capitale umano. Ma ne sono uscite anche cose buone. «Siamo molto più resilienti di quanto potessimo pensare. Ed è questa abilità a non spezzarsi sotto pressione che portiamo con noi», dice Massimo Diana di Ota. Gli fa eco Lorenzo Giacinto di Guiness: «Salviamo la scoperta della resilienza e la capacità di apprendere nuovi sistemi lavorativi e di comunicazione, che ora sono nostri». In primis la flessibilità. A cui Sara Prontera di Nicolaus aggiunge «creatività e virtuosità nel fare rete, oltre all’affermazione del valore dell’intermediazione turistica». Anche per Andrea Mele di Mappamondo, c’è stata una riscoperta del trade: «Le persone hanno capito, finalmente, le garanzie di un viaggio organizzato da un t.o. rispetto al fai da te».

D’altra parte, parola di Frédéric Naar, «chi semina bene, raccoglie buoni frutti, ed è bello vedere come la professionalità sia ora riconosciuta da viaggiatori e clienti». Ed è ancora più bello se si lavora insieme. È tornato, infatti, in auge l’associazionismo, come ricorda Danilo Curzi di Idee per Viaggiare: «Abbiamo riscoperto quanto sia importante un continuo confronto con tutti gli attori del settore, che porta a nuove visioni e opportunità». Con uno sguardo positivo al futuro, sempre più “accessibile” grazie al fieno portato in cascina in questi due anni: «Abbiamo impiegato questo periodo per accelerare i processi interni e prepararci al futuro con una gran voglia di colmare velocemente i gap con il 2019», ricorda Alessandro Seghi di Alpitour. Velocità che non deve escludere l’approccio slow, come raccomanda Domenico Cocozza di Boscolo, che di questi due anni salva «la scelta di viaggi lenti, consapevoli e sostenibili».

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