Se chiedete agli italiani quanto conoscono l’upcycling edilizio, solo 4 su 10 alzeranno la mano. Per tutti gli altri, o quasi tutti, sarà un fattore di grande curiosità e di vitale importanza, non appena ne approfondiranno il concetto.
Si tratta, infatti, del recupero e della riqualificazione di immobili esistenti, una sorta di seconda e nuova vita da dare a strutture di uso comune come ex scuole, ospedali, fabbriche. Un po’ come il restyling che più comunemente abbraccia settori quali moda, arredamento e bricolage.
Nove italiani su 10 ritengono che questo concetto sia importante sotto numerosi punti di vista, in termini di riduzione dell’impatto ambientale (50%), di miglioramento dell’estetica e vivibilità urbana (44%) e della creazione di nuove opportunità economiche e sociali (44%).
Questi dati arrivano direttamente dalla ricerca di YouGov commissionata da Aries Group, gruppo alberghiero indipendente italiano attivo nelle principali città d’arte e di business in Italia, attualmente alle prese con l’upcycling del Quark Hotel di Milano.
Giovanni Brillanti, research executive di YouGov afferma: «Mettere sulla bilancia pro e contro dell’upcycling significa da un lato rimarcare i tre vantaggi principali – ovvero impatto ambientale, nuova estetica e nuove opportunità economiche – dall’altro porre gli accenti su due ostacoli come burocrazia e costi, ma in generale si tratta di un tema che trova sempre il favore del “pubblico».
Giovanni Brillanti Aries Group
«Su Milano – prosegue Brillanti – la prospettiva è positiva: solo il 3% menziona e conosce hotel riqualificati, ma l’81% è favorevole e l’86% è attento a sottolineare l’importanza di valorizzare zone periferiche».
A concentrarsi più dettagliatamente su Quark Hotel è Raniero Amati, chief sales & marketing officer di Aries Group. «Quest’hotel è stato riaperto il 1° aprile 2023, poter ritrasformare una struttura simile è un qualcosa di molto ambizioso, ma è anche dare libero sfogo a un tipo di arte che a Milano non c’è. Quark sta diventando una sorta di Quark 2.0 ma in generale si tratta di un modello replicabile».
L’impegno con questa struttura segnerà, a partire dall’estate 2025, un progetto di ristrutturazione tecnologica in collaborazione con EvaStomper Studio, con la trasformazione degli spazi in ambienti flessibili, neutri e tecnologici, unificando ingresso, sale eventi, meeting e aree di servizio con un design minimalista e materiali performanti.
L’ingresso si arricchisce di un ledwall e rivestimenti di pregio per un’identità forte; le sale (Scorpio, Expo, Quasar) diventano “black box” modulari dotate di schermi fissi o ledwall, impianti Av flessibili e finiture neutre per adattarsi a ogni evento.
Meeting e corridoi sono armonizzati cromaticamente con nuove pavimentazioni, segnaletica e illuminazione moderna; la palestra (Area Taurus) si fa spazio ibrido tra allenamento e installazioni immersivi, mentre i bagni puntano su un restyling full color con sanitari di design. In ogni area, tecnologia Led, Av e illuminazione avanzata si integrano per offrire esperienze su misura, coerenti con l’identità del brand e le esigenze del cliente.
Questo impegno si inserisce in un percorso strutturato di sviluppo sostenibile a 360°. Tutte le strutture del gruppo hanno recentemente ottenuto la certificazione Dca Esg, rilasciata da Dream&Charme, organismo indipendente accreditato a livello internazionale, in conformità al Regolamento Ue 2024/825 contro il greenwashing.
In parallelo il gruppo ha rinnovato per il biennio 2025-2026 l’accordo di welfare aziendale, con l’introduzione di un credito welfare aggiuntivo per migliorare la qualità della vita dei dipendenti. Un modello di ospitalità rigenerativa che unisce riqualificazione urbana, innovazione tecnologica e impatto sociale concreto: questa è la visione di Aries Group per il futuro dell’hôtellerie.
Così Stefano De Santis, amministratore delegato di Aries: «Siamo un gruppo alberghiero indipendente italiano attualmente su Milano, Bologna e Roma che nasce nel 2020, in pieno Covid, quando tutti ci davano dei matti proprio per il settore in cui ci stavamo tuffando in un momento così delicato, invece abbiamo preferito perseverare e andare avanti con le nostre idee».
«Il capitolo ristrutturazione è qualcosa che avviene in maniera graduale, perché riteniamo che non sia ottimale disintegrare tutto e rifarlo da capo, si rischia di interpretare male le esigenze; e poi c’è il discorso bellezza, identità del luogo, qualcosa che non possiamo lasciar cadere. Il nostro motto é ricicla, rigenera, rivitalizza una struttura dormiente. L’upcycling è un modello industriale che funziona, è il nostro modo di vedere il futuro».

