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Quel charter con 200 manager tedeschi nella Cina post Covid

A bordo saliranno circa 200 persone tra tecnici, ingegneri ed alti dirigenti di importanti aziende tedesche operanti in Cina. Una su tutte, Volkswagen. Salvo imprevisti dell’ultima ora, decollerà il 25 maggio da Francoforte il volo charter operato da Lufthansa e diretto a Shanghai, organizzato dalla Camera di commercio tedesca nella Repubblica Popolare, con l’obiettivo di riallacciare i rapporti tra il Paese del Dragone e la Germania, suo primo partner commerciale a livello europeo (con circa 206 miliardi di euro di beni scambiati e 109,7 miliardi di euro di beni importati, contro i 31 miliardi di import dell’Italia).

Il volo, che sarà il primo a essere effettuato dall’Europa verso la Cina dallo scorso 28 di marzo, giorno in cui Pechino ha applicato il divieto di entrata sostanzialmente su tutti i voli internazionali, potrebbe però aprire la strada a una serie di altri collegamenti provenienti da altri Paesi europei, Italia compresa.

A questo proposito, infatti, la scorsa settimana Gao Feng, portavoce del ministero dell’Economia, ha dichiarato che nel tentativo di ridurre il contraccolpo economico dell’epidemia da coronavirus, il governo di Pechino si sta sforzando di aprire con alcune nazioni dei canali di “accesso espresso” destinati a “professionisti, rappresentanti e tecnici specializzati” di aziende, la cui presenza in Cina sia necessaria ed “urgentemente richiesta” per lo svolgimento delle attività stesse dell’azienda.

Dal punto di vista procedurale, i passeggeri provenienti dall’Europa dovranno comunque fornire la prova di un risultato negativo del test per Covid-19, rilasciato dalle autorità sanitarie locali o da un qualche istituto accreditato. All’arrivo in Cina poi, saranno nuovamente testati, e dovranno sottoporsi a una quarantena obbligatoria di 48 ore a Shanghai.

Come detto però, oltre alla Germania, sarebbero altri i Paesi interessati ad approfittare di questa opportunità. Tra questi, ci sarebbe anche l’Italia che proprio in questi giorni potrà conoscere, grazie a un sondaggio condotto dalla Camera di Commercio Italiana in Cina, in collaborazione con l’Ambasciata Italiana a Pechino, il numero esatto di nostri connazionali che hanno bisogno di tornare in Cina e perché, così da potere concordare eventuali permessi di entrata nel Paese.

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