Roma, Federalberghi contro Gualtieri: «Rimuovere i divieti di pick-up»

by Andrea Lovelock | 10 Maggio 2023 16:34

Per il turismo nella Capitale è un momento magico, come hanno evidenziato l’assessore al Turismo, Sport, Eventi e Moda del Comune di Roma, Alessandro Onorato, e il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, a margine della presentazione del nuovo albergo a cinque stelle del brand Intercontinental.

Permangono, però, alcune criticità che rischiano di svilire la grande ripartenza del turismo verificatasi fin dai primi mesi di quest’anno. La federazione degli albergatori, infatti, reclama con forza l’uso (ora vietato, ndr) delle aree antistanti agli hotel per salita e discesa passeggeri e carico/scarico bagagli da bus, taxi e Ncc anche per proteggere categorie deboli come disabili, anziani e genitori con bambini.

Infatti, la federazione fa notare che – dopo i tanti positivi sforzi dell’amministrazione Gualtieri – il persistere degli attuali divieti appare un assurdo ostacolo alla ripresa e ai nuovi investimenti sulle imprese del territorio.

«Di fatto – lamenta Roscioli – si impedisce lo svolgimento delle normali attività di ospitalità ostacolando nei fatti il pieno rilancio del comparto, anche in termini di attrazione di nuovi investimenti; determinando un incoerente balletto tra spinta allo sviluppo complessivo e razionale dell’economia turistica ed incongruenti impedimenti a che questo si realizzi».

«È vero che a Roma stiamo vivendo un momento magico – chiosa Roscioli – con un focus particolare sia dai mercati esteri che dagli investitori, ma con certe regole in vigore, come questo divieto, il rischio non è solo quello di perdere una fetta consistente di clientela, ma anche di disincentivare gli investimenti sul nostro territorio per quanto riguarda la riqualificazione dell’offerta. Dobbiamo sfruttare questo momento magico ma occorre stabilizzarlo per evitare fenomeni di overtourism ed è indispensabile rimuovere certe misure che non aiutano certo la crescita dell’ospitalità d’alta gamma».

Anche l’assessore Onorato condivide le preoccupazioni degli albergatori e prende le distanze da questo divieto. Ma nella sua replica ha preferito parlare delle positività che si stanno riscontrando nel settore turistico-ricettivo, partendo dalla buona collaborazione tra amministrazione locale ed operatori.

«Dagli Internazionali di tennis alla Ryder Cup del prossimo autunno, dai concerti al Circo Massimo a Piazza di Siena, il sistema turistico romano, rispetto al passato, sta finalmente rispondendo con una strategia condivisa, trasversale e non intende più vivere di un turismo casuale, bensì di turismo pianificato insieme agli operatori, partendo dal concetto che la concorrenza non si gioca tra nazioni, ma tra città e la loro capacità di offrire spunti di visita e soggiorno accompagnati da un buon livello di servizi, dall’ospitalità alla accessibilità – ricorda Onorato – In questo modo siamo soprattutto in grado di attrarre quei grandi investimenti per l’hôtellerie di lusso: se come amministratori semplifichiamo procedure e agevoliamo chi, come i grandi Gruppi alberghieri, investono mediamente 1 o 2 milioni di euro a camera d’albergo, favoriamo il ritorno economico per l’intera città».

A proposito di tendenze e prospettive per la Capitale, secondo uno studio di Thrends, le performance dell’ospitalità 5 stelle sono in forte ripresa nel 2022 e previste in consolidamento nel 2023. Ma i numerosi sviluppi alberghieri nel lusso, che porteranno nei prossimi 4 anni circa 1.800 nuove camere in centro, potrebbero essere fin troppi per la capacità storica di crescita della destinazione, con possibili
flessioni sul tasso di occupazione.

Lo studio dimostra che, pur in un contesto di domanda in forte recupero e sostenuta, a causa dell’aumento senza precedenti dei nuovi significativi volumi di offerta, si potrebbero registrare dei tassi di occupazione in flessione sino al livello del 59-60% fra il 2024 ed il 2026. Potremmo quindi trovarci alle porte di un nuovo scenario nell’offerta lusso della Capitale: un lusso preparato a tassi di occupazione più bassi, ma forse a tariffe più alte.

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