Salto digitale per oltre 36mila imprese entro il 2024

by Andrea Lovelock | 5 Settembre 2022 8:15

Almeno 36mila imprese sulle 490mila che rappresentano i comparti dei servizi, oltre che manifatturiero, prevedono di imboccare per la prima volta la strada della transizione digitale entro il 2024: una su quattro, tra cui anche le imprese del turismo, lo farà utilizzando le risorse del Pnrr. E guardando al futuro con più ottimismo.

Già nel 2022, il 46% delle aziende impegnate nella svolta 4.0 prevede aumenti di fatturato (contro il 38% delle imprese che non investono in tecnologie abilitanti) e il 51% conta di essere più presente sui mercati esteri (contro il 31%).

Big Data (31%), simulazione dei processi produttivi per ottimizzarne il funzionamento (28%), robotica (22%): sono i campi su cui investiranno di più nel passaggio verso la quarta rivoluzione industriale. È quanto emerge da un’indagine condotta quest’anno dal Centro Studi Tagliacarne.

Per gestire al meglio questa transizione le imprese punteranno maggiormente sul capitale umano. In particolare, il 70% farà leva sulla formazione per acquisire nuove competenze (contro il 51% delle imprese non digitali), mentre l’87% acquisirà nuovi lavoratori a elevata specializzazione (contro il 68% delle non digitali).

«C’è una forte complementarietà tra investimenti in tecnologie 4.0 e la qualificazione delle risorse umane per aumentare il valore aggiunto dei prodotti – osserva Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi – perciò il reperimento di profili professionali adeguati è un fattore strategico, ma anche critico. Oggi le imprese, infatti, denunciano difficoltà di trovare sul mercato più di un terzo delle figure ricercate con competenze 4.0. Ecco perché occorre anche fare in modo che non si creino fratture con il segmento di imprese che non ha ancora la capacità mettere in campo strategie più moderne. Per questo bisogna diffondere ulteriormente la conoscenza delle opportunità offerte al riguardo dal Pnrr, in particolare nel Mezzogiorno e tra le aziende di minore dimensione».

Ad oggi, il 67% dell’universo delle imprese oggetto dell’indagine (332mila in valori assoluti) non ha ancora investito in tecnologie 4.0. Una quota che sale al 70% nel sud Italia e caratterizza maggiormente i servizi (85%, compreso il turismo) rispetto al manifatturiero (60%). Più arretrate sono soprattutto le micro imprese (con 5-9 addetti), l’84% di queste si trova infatti ancora ai nastri di partenza contro il 39% delle medio-grandi (50-499 addetti).

Ma l’11% di questo universo imprenditoriale è pronto a fare il salto nella quarta rivoluzione industriale, già dal 2023, una svolta che sarà più forte al sud, dove il 13% delle imprese inizierà a virare verso le nuove frontiere digitali contro il 10% del centro-nord. Sono, in particolare, le imprese con più di quarant’anni di attività a sentire il bisogno di un cambio di passo per rinnovarsi (14% contro il 10% di quelle con minore anzianità).

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