Ci mancava anche la disputa sulle scatole nere. Come se non bastassero le 270 vittime, la sciagura del Boeing 787 Dreamliner di Air India del 12 giugno porta in dote – si fa per dire – anche lo scontro fra autorità indiane ed esperti occidentali, che, riferisce il Corriere della Sera, avrebbero avanzato delle riserve sulla scelta di Nuova Delhi di analizzare i due dispositivi nel Paese e non in una struttura specializzata. Dubbi su possibili ingerenze della politica locale sull’indagine.
La premessa è d’obbligo: in base ai protocolli internazionali, la gestione dell’inchiesta spetta alle autorità del Paese dove si è verificato l’incidente, di cui si è occupato l’Aircraft accident investigation bureau (Aaib), oltre a rappresentanti del National transportation safety board (Ntsb) statunitense, in rappresentanza del Paese di fabbricazione e progettazione del velivolo, Boeing.
In primo luogo, gli addetti ai lavori avrebbero giudicato «anomale» le visite della responsabile della divisione aerei commerciali di Boeing, Stephanie Pope, e dell’amministratore delegato di Ge Aerospace per i motori e i servizi commerciali, Russell Stokes.
Ma quello che ha creato la vera frizione è la modalità di gestione delle due scatole nere recuperate dal volo di Air India: una registra gli audio in cabina di pilotaggio (Cockpit voice recorder), l’altra i parametri di volo dell’aereo (Flight data recorder). Strumenti fondamentali per ricostruire la genesi del disastro. I dispositivi sono stati trasportati nei laboratori specializzati di Nuova Delhi il 24 giugno, rispettivamente 11 e 8 giorni dopo il ritrovamento, tempi considerati «anomali» dalle fonti occidentali.
Il Governo indiano ha però precisato in una nota che “i dispositivi sono stati custoditi ad Ahmedabad con sorveglianza continua della polizia 24 ore su 24 e videosorveglianza». Quindi, le scatole nere sono state trasferite con un aereo dell’Aeronautica militare indiana a Nuova Delhi. Tra il 24 e il 25 giugno l’Aaib ha proceduto “con successo” all’estrazione dei dati.
Qui sta il punto: le autorità occidentali non condividono il fatto che, a differenza di quanto accade di solito, le scatole nere non siano state inviate in strutture molto più specializzate, in Francia o negli Stati Uniti. Per questo era stato proposto il laboratorio francese del Bureau d’enquêtes et d’analyses pour la sécurité de l’aviation civile, invito però rispedito al mittente.
Inoltre, hanno storto il naso di fronte alla conferma che a occuparsi del caso sia appunto l’Aircraft accident investigation bureau, una divisione del ministero dell’Aviazione civile, quindi non indipendente.

