Slancio allo shopping tourism in tre mosse chiave – soglia di acquisto più bassa, rimborso immediato e più negozi abilitati per la vendita di beni tax free – la Cina sta trasforma la politica di tax refund cinese in un potente incentivo ai consumi dei visitatori stranieri. Gli ultimi numeri sono da record e confermano l’impatto della riforma fiscale, che rafforza la competitività dei prodotti cinesi e consolida il turismo come motore fiscale ed economico.
La politica di rimborso delle tasse di partenza per i turisti stranieri è in vigore in Cina dal 2015, ma il pacchetto approvato quest’anno ne ha di fatto ridisegnato totalmente l’architettura. L’obiettivo è chiaro: stimolare i consumi per affrontare i cambiamenti intervenuti negli ultimi mesi nel commercio internazionale.
La soglia minima di spesa per richiedere il rimborso è stata ridotta da 500 a 200 yuan (circa 24 euro, contro i precedenti 60, da spendere in un unico negozio in uno stesso giorno), mentre il tetto massimo per i rimborsi in contanti è stato innalzato a 20.000 yuan.
La novità più rilevante riguarda però, come si diceva, il modello di rimborso immediato: niente più attese negli uffici doganali dell’aeroporto, ma accredito diretto presso i negozi tax free. I rimborsi saranno disponibili attraverso diversi canali, tra cui pagamenti mobili, carte bancarie e contanti, per poter soddisfare le diverse preferenze di pagamento dei viaggiatori stranieri.
Parallelamente, i punti abilitati al rimborso si sono moltiplicati: oltre ai negozi tradizionali, ora includono attrazioni turistiche, resort, grandi magazzini, nonché botteghe di souvenir e articoli da regalo, creando una rete capillare nelle principali città cinesi.



