Quest’anno, il turismo internazionale negli Stati Uniti diminuirà per la prima volta dal 2020, secondo una nuova previsione della U.S. Travel Association. Il calo, unito al blocco delle attività governative in corso a causa dello shutdown, potrebbe costare miliardi di dollari e mettere a repentaglio migliaia di posti di lavoro.
PREVISIONI FOSCHE
Si prevede che i viaggi internazionali in entrata diminuiranno del 6,3% nel 2025, passando dai 72,4 milioni di visitatori nel 2024 a 67,9 milioni. Secondo il rapporto del primo ottobre, la flessione è dovuta a un calo significativo delle visite dal Canada e a una scarsa crescita da altri Paesi. Si tratta di un deciso calo rispetto alle precedenti previsioni del gruppo, presentate a gennaio, che prevedevano un aumento dell’8,8% a 78,8 milioni di visite e un sorpasso dei viaggi in entrata rispetto al 2019 entro il 2026. Ora, una completa ripresa post-pandemica non è prevista prima del 2029, quando si stima che le visite internazionali raggiungeranno gli 81,9 milioni.
Si prevede che la spesa complessiva per i viaggi negli Stati Uniti crescerà dell’1,1%, raggiungendo 1.3500 miliardi di dollari, con la spesa dei visitatori provenienti da altri Paesi che però diminuirà del 3,2%, scendendo a 173 miliardi di dollari. La previsione fa seguito a un rapporto di maggio del World Travel & Tourism Council che prevede un calo del 6,6% della spesa dei visitatori internazionali, attestandosi a poco meno di 169 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti sono l’unico Paese per cui è previsto un calo delle entrate turistiche tra 184 economie.
GRANDI EVENTI IN SOCCORSO
U.S. Travel prevede che il calo delle visite internazionali sarà di breve durata, con eventi come la Coppa del Mondo di calcio maschile che stimoleranno la crescita del turismo in entrata, il prossimo anno. Ma il rapporto avverte che potrebbero esserci degli ostacoli in futuro. Le condizioni economiche più deboli potrebbero incidere negativamente sulla spesa per i viaggi, e cambiamenti politici come l’aumento delle tariffe dei visti, i tempi di attesa prolungati per le richieste di visto e un “sentimento negativo” nei confronti degli Stati Uniti potrebbero ostacolare la ripresa del turismo in entrata.
I visitatori internazionali fanno dei viaggi la principale esportazione di servizi degli Stati Uniti. L’associazione ha sottolineato che il turismo non solo genera 2.900 miliardi di dollari di Pil e crea quasi un posto di lavoro su 10 negli Stati Uniti, ma promuove anche la coesione sociale, rafforzano la comprensione culturale e favorisce la salute.
«Le ultime previsioni rappresentano sia un’opportunità, sia un allarme per l’economia dei viaggi americana», ha affermato l’associazione. «Mentre i viaggi nazionali si mantengono stabili, il continuo calo dei visitatori internazionali minaccia miliardi di dollari di spesa e migliaia di posti di lavoro. Il prossimo decennio può essere di crescita straordinaria, ma solo se agiamo con decisione. Sistemi obsoleti, tempi di attesa eccessivi per i visti e nuovi deterrenti per i viaggi stanno spingendo i visitatori globali altrove. Gli Stati Uniti devono dare l’esempio, modernizzando le infrastrutture di viaggio, semplificando le procedure di ingresso e inviando un messaggio chiaro: l’America è aperta agli affari».
IL PERICOLO SHUTDOWN
Inoltre, il presidente e ceo della U.S. Travel Association, Geoff Freeman, ha inviato una lettera ai leader del Congresso sottolineando l’impatto negativo dello shutdown sul settore turistico, tra cui un’ulteriore perdita settimanale di 1 miliardo di dollari, «a causa delle interruzioni dei trasporti aerei e ferroviari e della chiusura di parchi nazionali e musei».
Sul sito della U.S. Travel Association, viene monitorato l’impatto economico sul settore turistico in tempo reale. «Più si protrae una chiusura, più è probabile che assisteremo a lunghe code ai controlli, a ritardi e cancellazioni dei voli», senza considerare le chiusure dei parchi nazionali e di altri luoghi d’interesse turistico», ha scritto Freeman.
L’IMPATTO SUI TURISTI
Il governo federale ha infatti smesso di pagare, il primo ottobre, il personale per mansioni classificate come “non essenziali”. Qualsiasi attività gestita dal National Park Service (Nps) è particolarmente vulnerabile: due terzi del personale saranno temporaneamente lasciati a casa.
L’Nps ha comunicato: «Le strade del parco, i punti panoramici, i sentieri e i memoriali all’aperto rimarranno generalmente accessibili ai visitatori». Tuttavia, servizi come le passeggiate guidate dai ranger e i servizi igienici non saranno disponibili e alcuni parchi chiuderanno del tutto.
Il più grande complesso museale statunitense, lo Smithsonian di Washington D.C., afferma che le sue sedi, così come lo zoo nazionale della capitale, rimarranno aperte fino a oggi, 6 ottobre, utilizzando «fondi dell’anno precedente». Ma non c’è certezza dopo tale data. Molti altri luoghi governativi, come il Capitol Visitor Center e la biblioteca del Congresso a Washington D.C., sono chiusi.
A St. Louis, l’accesso alla cima del simbolico Gateway Arch, lungo il Mississippi, è chiuso. Ai potenziali visitatori viene comunicato: «Tutti i biglietti per il Gateway Arch e le attività del tram sono sospesi».
La vicina biblioteca presidenziale di Harry S. Truman nel Missouri è chiusa, mentre la biblioteca presidenziale di Lyndon B. Johnson ha dichiarato che rimarrà aperta fino al 15 ottobre. La biblioteca presidenziale di John F. Kennedy di Boston ha comunicato ai potenziali visitatori che «a causa della chiusura del governo federale, le strutture degli archivi nazionali sono chiuse».A New York City, la Statua della Libertà ed Ellis Island rimangono aperte.

