Th Resorts, il piano di Gaiba:
«Ora rilanciamo Markando»

by Roberta Rianna | 17 Ottobre 2022 10:54

Se gli chiedi del suo capo – Graziano Debellini – non esita a definirlo “una persona illuminata”. Se gli domandi cosa farà da grande, la risposta è: “Guiderò il player di riferimento nel travel”. E su Cdp, la Cassa depositi e prestiti che partecipa Th Resorts, non ha dubbi: “Protegge il turismo italiano dagli stranieri”. È un’intervista che è un atto di fede quella a Giuliano Gaiba, da metà 2021 amministratore delegato dell’ambiziosa Th.

Un anno fa il passaggio da Alpitour a Th. Sempre convinto della scelta fatta?
«Sì. Dopo la chiamata di Cdp ho fatto 11 colloqui nell’arco di sei mesi: è stata una decisione ben ponderata. Il progetto di espansione nel tour operating mi piaceva molto. Ero convinto ieri, lo sono ancor più oggi».

In che direzione si evolveranno i t.o. di casa?
«Siamo alla vigilia del rilancio di Markando, brand tailor made ora affidato all’ex Eden Silvia Brunetti, che si muoverà lungo due filoni: lo sviluppo digitale e la costruzioni di esperienze, dalla sostenibilità al golf, fino alle bike. Le vendite partiranno a novembre e i viaggi a gennaio 2023. L’intermediazione avrà a disposizione un sistema molto evoluto e intuitivo chiamato Peter. Copriremo tutto il mondo, dagli Usa all’Oriente con Giappone e Thailandia, ma anche Sudafrica e Sudamerica».

E cosa mi dice invece di Baobab? Lo avevate presentato a Rimini proprio un anno fa.
«Resta il nostro t.o. generalista con un’offerta mare a prezzi contenuti su mete come Sharm el Sheikh e Marsa Alam, Kenya e Zanzibar, sul lungo raggio Cuba, Messico e Repubblica Dominicana, ma anche Maldive. Abbiamo in tutto 350 hotel nel mondo in esclusiva e lo scorso anno abbiamo totalizzato 20 milioni di euro di fatturato, tutto intermediato. Non male».

E poi c’è Th, la catena alberghiera…
«Sì, su questo fronte abbiamo in ballo cinque nuove gestioni: due in Italia, in Sardegna e in Calabria; e tre all’estero, in Spagna ed Egitto. Strutture che garantiranno lo sviluppo nel 2023 con l’obiettivo di raggiungere 170 milioni di ricavi».

Ben oltre i livelli pre Covid, quindi.
«Esatto. Abbiamo un piano di sviluppo quinquennale molto forte che prevede di passare dai 100 milioni pre pandemia a 200 milioni entro il 2026. Quest’anno, come Gruppo, chiuderemo al 31 ottobre a 135 milioni di euro. Cifra che corrisponde al +90 rispetto al 2021 e al +40 rispetto al 2019. Un risultato che personalmente mi rende molto orgoglioso».

Certo, tra stagnazione e minacce atomiche, gli ostacoli non mancano. Come si lavora in questo contesto?
«Bisogna abituarsi a una modalità diversa di entrata del fatturato con picchi forti legati a un sottodata spinto. Un criterio che ci accompagnerà. In più, vanno ponderati bene gli impegni. Con Markando, ad esempio, compriamo solo dopo che abbiamo venduto».

Prevedete un aumento dei prezzi?
«In parte sì. I rincari si attesteranno sul +12-13% e la neve sarà solo per gente facoltosa. Il nostro ufficio revenue è più che mai attivo. Ci affidiamo a strumenti digitali evoluti per studiare le curve di mercato. Il gioco di equilibrismo sta nel cogliere il punto di rottura, ovvero il momento in cui il cliente abbandona idea di andare in vacanza».

Com’è lavorare con un personaggio come Debellini?
«Fantastico. È una persona illuminata che non lascia prevalere il business, ma ha a cuore le persone come capitale umano dell’azienda. Faccio un esempio: in pieno Covid decise di tenere aperte tutte le strutture di montagna per dare continuità al personale stagionale, per potergli pagare gli stipendi. Non è da tutti».

Come si immagina Gaiba tra cinque anni?
«Mi vedo ancora a bordo di Th che nel frattempo sarà diventato il player di riferimento del travel. Tutto questo anche grazie al nostro socio Cdp che, contribuendo alla creazione di un Gruppo turistico forte, intende proteggere il mercato italiano. Fare in modo che non venga ulteriormente fagocitato dagli stranieri».

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