No all’aumento della tassa di soggiorno. Lo ha ribadito Federalberghi Torino durante la Giunta comunale del 2 dicembre, chiedendo maggiore attenzione e centralità per la categoria. L’associazione da sempre ritiene profondamente iniqua la city tax, in quanto colpisce unicamente le attività turistico-ricettive e coloro che soggiornano fuori casa.
In una nota Federalberghi Torino conferma il “vivo apprezzamento per gli sforzi che le istituzioni locali – Regione, Comune e Camera di commercio in testa – stanno facendo per sviluppare l’attrattività delle nostre destinazioni, nonché il rispettivo posizionamento turistico sia a livello nazionale che internazionale. Di contro non riusciamo a comprendere come ci si possa ottenere il risultato da una parte vessando ulteriormente la categoria e, dall’altra, frenando l’offerta dei servizi alberghieri ai non alloggiati”.
“Il maggiore affidamento che le istituzioni nazionali e locali ormai fanno ricorrendo sistematicamente alla tassazione sul soggiorno – prosegue l’associazione – dimostra sempre di più come l’interlocuzione politico-istituzionale sul turismo debba privilegiare coloro che offrono alloggio, come tuttavia lo definisce l’Organizzazione Mondiale del Turismo, l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite creata nel 1957″.
Rispetto alla possibilità di aprire i servizi ricettivi anche ai cittadini e al pubblico che non soggiorna nelle strutture alberghiere – nota Federalberghi Torino – è necessario completare quegli sforzi di attrazione degli investimenti sul settore, su cui le amministrazioni stanno da tempo lavorando per accogliere quel processo di ibridazioni richiesto dal mercato.
«Registriamo con disappunto la decisione della Giunta comunale di incrementare la tassa di soggiorno – dichiara Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – A fronte dell’aumento di interesse, non solo turistico, verso le nostre destinazioni si evidenzia come a pagare siano soltanto le attività e i clienti della ricettività. Confidiamo che al danno non si aggiunga la beffa, per questo auspichiamo finalmente l’apertura dei servizi interni alla clientela che non soggiorna nelle strutture ricettive, misura che potrebbe dare slancio all’attrattività di investimenti oltreché, finalmente, una possibilità di effettiva restituzione alla cittadinanza di quel valore aggiunto che le nostre imprese producono».



