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Trasporti, sfida multimodalità: realtà o utopia?

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VOICE OF LEADER di Eleonora Lorenzini – Lo scorso 27 giugno l’evento Connecting Europe: Multimodal Travel for Sustainable Tourism, organizzato dall’Expert Group della Commissione europea Together for Tourism, ha riunito attorno al tavolo virtuale diversi attori di primo piano dell’industria europea dei trasporti come Amadeus, Rail Europe e Sncf Group, per discutere di come sostenere e facilitare il passaggio verso un sistema della mobilità sempre più integrato.

La Commissione europea ha previsto l’adozione di due ambiziosi strumenti regolatori per favorire la multimodalità: il Multimodal Digital Mobility Services Regulation (Mdms) e il Singular Digital Booking and Ticketing Regulation (Sdbtr). Oltre ad avere un impatto positivo sull’esperienza degli utenti e sull’ambiente, la multimodalità può costituire una delle risposte al problema dell’unbalanced tourism.

L’aereo, per sua natura, tende a canalizzare i viaggiatori verso pochi grandi hub, alimentando fenomeni di overtourism e lasciando ai margini destinazioni meno collegate. Al contrario, una rete multimodale e capillare permette di raggiungere destinazioni secondarie e meno note, favorendo una distribuzione più equilibrata dei visitatori e contribuendo allo sviluppo di territori oggi esclusi dai grandi circuiti turistici. Ma ad oggi sono tanti gli ostacoli da superare e gli utenti si trovano a scontare difficoltà di pianificazione, frammentazione delle informazioni e complessità nell’acquisto di biglietti multimodali.

Cosa manca davvero? La prenotazione di viaggi multimodali è ancora troppo complessa: la mancanza di interoperabilità tra provider, l’accesso limitato ai dati degli altri operatori e il vuoto normativo impediscono la creazione di piattaforme integrate e user-friendly.

Gli attori intervenuti sono concordi nell’affermare che il futuro della mobilità turistica europea dipende dalla capacità di costruire un level playing field sul piano regolatorio ed etico. Questo significa costruire un ecosistema in cui tutti gli operatori – pubblici e privati – siano chiamati a rispettare le stesse regole, a garantire standard minimi comuni in termini di qualità e servizio, sicurezza e sostenibilità, e a operare su basi comparabili senza vantaggi o svantaggi strutturali.

Allo stesso tempo, la standardizzazione delle tecnologie in uso è condizione necessaria per rendere la multimodalità accessibile, trasparente e sicura per tutti. Il punto di svolta sarà mettere il passeggero al centro: anche chi acquista biglietti da operatori diversi deve poter contare su assistenza integrata, informazioni in tempo reale e tutela effettiva dei propri diritti. Solo così la multimodalità potrà diventare un nuovo paradigma di viaggio, capace di coniugare sostenibilità, convenienza e qualità dell’esperienza turistica.

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