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Trasporto aereo, i sindacati chiedono lo stato di crisi

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Da Alitalia fino a Norwegian, passando per la chiusura di Ernest Airlines e Air Italy: i sindacati lanciano l’allarme riguardo il trasporto aereo italiano e chiedono al governo di attivare lo stato di crisi per l’intero settore.

Le sigle Fit-Cisl e Uiltrasporti si appellano ai ministri dei Trasporti, dello Sviluppo economico, dell’Economia e del Lavoro chiedendo l’apertura urgente di un tavolo che garantisca i lavoratori e l’intero comparto industriale. Il tavolo dovrebbe essere finalizzato, secondo le sigle sindacali, a individuare sia soluzioni di carattere industriale sia di sostegno al reddito e all’occupazione, “affinché si possa evitare quella che si configurerebbe come una vera e propria catastrofe sociale”.

“Le limitazioni al movimento delle persone imposto dalle misure di contrasto alla diffusione del virus ed il conseguente crollo della domanda di traffico passeggeri, stanno causando la crisi ed il tracollo delle imprese di tutta la filiera: vettori, gestori aeroportuali, società di handling e di catering, servizi aeroportuali – sottolinea Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl – Già dal mese di aprile 2020 migliaia di lavoratori versano in condizioni di precarietà”.

Pellecchia sottolinea soprattutto la grave situazione in cui versano i lavoratori di Air Italy, Norwegian e Ernest, “tutte società che hanno dismesso o stanno dismettendo le attività operative basate in Italia con rischio di licenziamento dei lavoratori con l’aggravio per il nostro Paese sia in termini di costi degli ammortizzatori sociali sia della perdita di elevatissime professionalità impoverendo il tessuto industriale”.

Il segretario generale di Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, e Ivan Viglietti, segretario nazionale per il trasporto aereo, hanno anche loro scritto una lettera ai ministeri chiedendo il tavolo di crisi. Inoltre, Uiltrasporti, si appella anche a Fabio Lazzerini, amministratore delegato di Ita. “Anche per Alitalia occorre fare presto per definire il piano industriale e sbloccare le interlocuzioni con l’Unione Europea, in coerenza con i presupposti di strategicità ricoperti da una compagnia di bandiera e per i quali sono stati previsti ingenti finanziamenti pubblici – spiegano Tarlazzi e Viglietti – È urgente ed indispensabile l’attivazione di una cabina di regia che coordini la transizione verso la nuova società senza “lasciare a terra” nessun dipendente e che valorizzi realmente le linee di business fondamentali per il rilancio della compagnia».

Infine, la Fit-Cisl rimanda alle previsioni di Cassa Depositi e Prestiti, ricordando l’importanza dell’industria del trasporto aereo italiano che “prima dell’emergenza pandemica, era considerata un volano dell’economia e generava un valore pari al 3,6 % del Pil. Si stima tutt’ora che una crescita del 10% dell’offerta intercontinentale possa determinare un aumento degli investimenti esteri, diretti in entrata, pari al 4.7%. Un incremento del 10% dei servizi aerei contribuisce a creare un aumento del 4% del numero degli impianti in prossimità degli scali aeroportuali”.

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