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Chi sono i vlogger e perché non mentono

La produzione e la condivisione di contenuti di viaggio sono proliferate come non mai grazie alla rivoluzione digitale e dei social network che stiamo vivendo.

Secondo uno studio condotto da Google insieme a Ipsos MediaCT la visualizzazione di video su YouTube inerenti al viaggio aumenta di più del 100% l’anno.

E, sebbene abbiano notevole rilievo i canali di brand ufficiali e compagnie di bandiera (Disneyland da una parte, Turkish Airlines dall’altra sono fra gli esempi più noti), il vero incremento sorprendente è quello dei travel vlog.

Che cos’è un vlog e chi sono i vlogger? Vlog è l’abbreviazione di “video blog”, nuova tendenza ed evoluzione del blog: non più diari digitali, ma video che soppiantano la parola scritta nel racconto di passioni, esperienze e, appunto, viaggi.

I vlogger sono appassionati che vogliono condividere con un un pubblico ampio i loro interessi: non certo per guadagno – sebbene i più seguiti abbiano modo di monetizzare il proprio canale – né per celebrità, per quanto i social trend possano condurre anche a brevi momenti di notorietà.

Secondo una piccola indagine del 2015 del sito Makeuseof, la ragione principale che muove i vlogger a coltivare la loro passione nonostante l’impegno che comporta (registrare, tagliare, ri-editare video, richiedono attenzione e pratica) è la volontà di intrattenere, comunicare e confrontarsi con i propri viewers.

Il web premia tanto il valore del prodotto video – quindi qualità dell’immagine e del suono, montaggio, linguaggio, ritmo, originalità – quanto la capacità del vlogger di interagire con il proprio pubblico: nell’era dei social network, presenza di risposta e attenzione ai segnali lanciati dai propri viewers sono i fattori fondamentali.
In effetti, su piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram, è stato registrato che i travel vlog ricevono più like, commenti e condivisioni rispetto a qualsiasi altro video il cui contenuto sia inerente al viaggio.

Ma qual è la ragione del successo di persone qualsiasi che, per quanto utilizzino montaggi spettacolari e aneddoti brillanti, di fatto raccontano soltanto le loro esperienze?

Il primo fattore da considerare è quello che idealmente potrebbe farci associare questa nuova tendenza al largo uso di TripAdvisor nello scegliere nuove destinazioni da scoprire: il racconto di esperienze vissute da persone che non hanno – perlomeno sulla carta – alcun interesse nel condividere un’opinione o un’esperienza porta con sé una garanzia di autenticità che i video brandizzati, per loro stessa natura, non possono avere.

Sempre secondo lo studio di Google e Ipsos MediaCT, i principali consumatori di travel vlog sono viaggiatori essi stessi: chi ricerca resoconti di avventure dall’altra parte del mondo, non è soltanto invogliato dalla possibilità di poter godere di un’esperienza geograficamente lontana da sé.

Sempre più spesso, soprattutto se consideriamo la fascia di età fra i 18 e i 24 anni, i viewers cercano ispirazione per i propri viaggi futuri, certi dell’affidabilità delle recensioni proprio per il veicolo attraverso cui vengono condivise: le immagini non mentono, o così generalmente si crede.

L’era digitale di fatto continua a influenzare le nostre abitudini. YouTube diventa un consulente fondamentale per il viaggiatore, dà spunti, suggerimenti, incoraggia ricerche correlate per scoprire altri video legati a ristoranti, alberghi, attività da svolgere nella destinazione scelta, facendo registrare così il più ampio picco di consumazione di video inerenti al viaggio mai raggiunto fino a ora.

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