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Turchia, scatta l’allarme siccità da overtourism

acqua razionata Sicilia adobe

Da una parte numeri da record, dall’altra siccità e sprechi da overtourism sulla costa di Smirne. Turchia a due facce nell’estate 2025, con oltre 26 milioni di visitatori nel primo semestre e ricavi per 25,8 miliardi di dollari, +7,6% rispetto al 2024. Ma anche dighe al 3% della capienza sul litorale egeo e residenti – costretti a pompare acqua a quasi 200 metri di profondità – in rivolta contro gli hotel: “Il liquido delle piscine evapora, i turisti fanno 5 docce al giorno e questo è il risultato”.

UN SEMESTRE SULLA CRESTA DELL’ONDA

Quarto mercato turistico mondiale in base ai dati Unwto del 2024, la Turchia ha diffuso i risultati dei primi sei mesi dell’industria turistica. Dati che confermano una crescita sostenibile in tutti i principali indicatori.

Con 26.388.831 turisti tra gennaio e giugno, il Paese ha registrato una crescita dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I visitatori internazionali hanno soggiornato in media 10 notti, spendendo 106 dollari a notte a persona, l’8% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

«Nonostante le numerose sfide geopolitiche che hanno caratterizzato la prima metà dell’anno – osserva il ministro della Cultura Mehmet Nuri Ersoy – la Turchia ha continuato a registrare una crescita sostenibile nel settore turistico. La nostra strategia incentrata sulla diversificazione delle destinazioni, dei prodotti e dei mercati di provenienza si sta dimostrando efficace. In questo contesto difficile, abbiamo continuato a registrare una crescita dei principali indicatori, in particolare dei ricavi. Guardando ai prossimi sei mesi, siamo fiduciosi di raggiungere il nostro obiettivo di fine anno di 64 miliardi di dollari di entrate turistiche».

Da notare che nel primo semestre 2025 i primi tre mercati per numero di visitatori in Turchia sono stati la Federazione Russa, con 2,61 milioni, la Germania, con 2,42 milioni, e il Regno Unito, con 1,75 milioni. Crescita a doppia cifra anche nel numero di visitatori provenienti dalle Americhe, da molti dei suoi concorrenti europei e dai paesi dell’Asia centrale e dell’Asia-Pacifico.

EMERGENZA E OVERTOURISM SULLA COSTA DI IZMIR

Ma non solo di numeri record vive la Turchia. La siccità soffoca la costa egea, l’acqua viene razionata. Il risultato – scrive Repubblica – è che “a Cesme i rubinetti sono a secco per 10 ore al giorno, a Smirne – terza città del Paese – per 6 ore. Gli abitanti sono costretti ad attingere l’acqua a 170 metri di profondità. Non lontano dalla costa, le piscine di centinaia di hotel sono piene fino all’orlo”. E la rabbia contro gli sprechi legati all’overtourism dilaga.

Una siccità provocata dalle scarse piogge in autunno. Ma anche, osservano gli esperti, da un turismo sempre più tentacolare, che via via sta prosciugando le risorse idriche della stessa Smirne, Bodrum, Marmaris e Antalya, note località balneari del sud-ovest.

E gli hotel come possono contribuire a dissetare una popolazione esausta? Riempiendo le piscine con acqua di mare, suggeriscono sempre gli esperti. Oppure si impongano tariffe differenziate per l’acqua, obbligando gli alberghi a essere più parsimoniosi.

LA PAROLA ALLA DIFESA

Il punto di vista degli albergatori, ovviamente, è completamente diverso. Orhan Belge, presidente dell’unione degli albergatori di Cesme, tuona dalle colonne di Repubblica: «I grandi hotel hanno serbatoi d’acqua da 200 a 250 tonnellate. Abbiamo acqua 24 ore su 24. La soluzione alla carenza idrica risiede in particolare nella desalinizzazione dell’acqua di mare, un processo costoso e ad alto consumo energetico già utilizzato da alcuni hotel della regione».

Ma la mancanza d’acqua è un problema reale, ammettono altri proprietari di hotel, e i numeri, in questo caso, latitano: «L’estate scorsa, nello stesso periodo, eravamo al completo, così come due settimane fa. Ora l’albergo è vuoto all’80% e non abbiamo prenotazioni per agosto».

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