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Turismo Lgbtq+, quel tesoretto da 357 miliardi di dollari

Bandiera Pride adobe

Giugno è il mese del Pride Sojern, piattaforma di marketing digitale – in collaborazione con il Gruppo turistico Sonders & Beach e con Elta (European Lgbtq+ Travel Alliance) – ha svolto un’indagine su questo segmento turistico specifico, valutato nel mondo 357 miliardi di dollari, legato agli eventi di orgoglio gay in 14 città in giro per il mondo.

Dalla ricerca è emerso che oltre il 45% dei viaggi per il Pride è a lungo raggio (oltre i 4.800 km di distanza), con il 58% dei viaggiatori che ha prenotato per recarsi nella destinazione del Pride singolarmente, e che sono in aumento i viaggi che uniscono business e divertimento, con appuntamenti di lavoro prima del week end delle parate.

Coloro che viaggiano di più per i Pride sono gli europei (35%), seguiti dai nordamericani (33%). Il singolo Paese di provenienza maggiore sono gli Stati Uniti (38%), seguito da Brasile (7%)e Spagna (5%) . Le città più visitate per il Pride sono New York, Londra e Los AngelesRoma, che ha il suo Pride il 14 giugno, è al quarto posto come destinazione, e Milano al decimo.

In ambito europeo, Roma conquista il terzo posto nella ricerca di voli per il Pride (16,7%), dopo Londra e Atene, e sempre al terzo posto (13,6%) nelle ricerche di prenotazioni per hotel, dopo Londra e Madrid. In Europa, Milano si posiziona invece all’ottavo posto.

Per quanto riguarda il World Pride, che quest’anno si tiene a Washington D.C., la crescita delle prenotazioni ha registrato picchi meno alti di alcune edizioni precedenti: un dato che fa riflettere sull’attuale situazione politica e sociale degli Stati Uniti, che influenza anche la domanda  turistica dei viaggiatori Lgbtq+.

«I viaggiatori Lgbtq+, secondo le ultime stime, raggiungevano un valore complessivo di 55 miliardi di euro in Europa, in risalita verso la quote pre Covid che si attestavano sui 75 miliardi di euro», ha affermato Alessio Virgili, ceo di Sonders & Beach e presidente di Elta. «Questi viaggiatori sono alla ricerca non solo di una destinazione, ma di un’esperienza significativa e l’aspetto emozionale pesa moltissimo nel viaggio. Per questo, i brand che investono nei Pride possono avere un importante ritorno».

Luca Romozzi, direttore commerciale Europa di Sojern, ha commentato: «Sono necessarie indicazioni specifiche e analisi personalizzate per le aziende che cercano di connettersi in modo autentico con i viaggiatori che si spostano per gli eventi Pride. Questi eventi coinvolgono sempre più le comunità locali, permettendo una connessione con un mondo di inclusività, che aggiunge valore alle città e ai Paesi dove si svolgono, allineandosi ai valori dei turisti che ospitano e che vorranno ospitare nel futuro».

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