Dallo scorso fine settimana il Venezuela è diventato no fly zone per sette compagnie aeree, tra cui Turkish Airlines, Tap Air Portugal e Iberia, che hanno sospeso i voli – almeno fino al 28 novembre – verso il Paese per via dei rischi già segnalati dalla Federal Aviation Administration (Faa).
L’autorità che si occupa di aviazione negli Stati Uniti, nei giorni scorsi ha diramato una nota ufficiale nella quale raccomanda ai vettori che sorvolano il Venezuela di prestare la massima attenzione a situazioni «potenzialmente pericolose» legate al «peggioramento delle condizioni di sicurezza e all’aumento dell’attività militare».
La sospensione dei voli è stata annunciata anche da Latam, dal vettore colombiano Avianca, dalla compagnia brasiliana Gol e da Caribbean Airlines (la compagnia di Trinidad-Tobago). La drastica decisione presa da questi vettori è la diretta conseguenza dell’acuirsi delle tensioni tra l’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump e il regime di Nicolás Maduro con movimenti di mezzi militari Usa che hanno attaccato decine di imbarcazioni sospettate di essere usate per trasportare droghe dal Venezuela.
È bene ricordare che già dal 2019 tutti i voli diretti tra Stati Uniti e Venezuela, sia commerciali che cargo, sono stati sospesi, mentre alcune e compagnie statunitensi, almeno fino ad oggi, hanno continuato a sorvolare il Venezuela per i voli diretti verso altri Paesi del Sudamerica.

