Affitti brevi, botta e risposta Federalberghi-Aigab

31 Ottobre 14:08 2022 Stampa questo articolo

Sugli affitti brevi è botta e risposta a distanza tra il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, e Marco Celani, il presidente di Aigab, l’associazione italiana gestori affitti brevi.

Bocca sostiene che a fronte di questo fenomeno ricettivo esploso e senza controllo è arrivato il momento di adottare una soluzione concreta, o l’adozione dell’opzione del cambio di destinazione d’uso per coloro che fanno questo lavoro diventato un business nell’ospitalità, oppure l’introduzione della regola minimum stay di cinque giorni per scongiurare la concorrenza sleale rispetto ad altre strutture.

Celani replica proprio durante gli Stati Generali a Chianciano Terme, che è innanzitutto indispensabile dare pieno riconoscimento al property manager, ovvero il professionista che opera nell’ospitalità e ha bisogno di una semplificazione delle norme, a partire dal meccanismo di incasso della tassa di soggiorno; come secondo passaggio è poi importante creare una fattiva collaborazione con la componente pubblica, in particolare gli enti locali, perché i piccoli comuni e borghi hanno tutto l’interesse a riqualificare alcune abitazioni ed immetterle nel mercato ricettivo-turistico per rilanciare i propri territori.

Di certo occorre intervenire tempestivamente con una regolamentazione chiara e semplificata perchè il fenomeno è letteralmente esploso in pochi anni: secondo una elaborazione di Turbosuite sarebbero circa 650mila le case prenotabili su piattaforme online, di cui ben 400mila riferibili a singoli account e 250mila riconducibili a professionisti del’ospitalità che gestiscono più di tre appartamenti. A conti fatti un fatturato che nei primi nove mesi di quest’anno, secondo Aigab, si aggira sui 9,7 miliardi di euro. Cifre considerevoli alle quali Federalberghi aggiunge anche i numeri del’abusivismo dilagante, poichè l’Istat per l’anno 2021 ne ha censite soltanto  130mila; il che significa mancati introiti fiscali – dal 2017 ad oggi – di almeno 780 milioni di euro.

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