Affitti brevi, Viminale: “Verificata coincidenza documento-ospite”
”Piattaforme di videochiamata installate nelle strutture ricettive per il check in degli ospiti o, in alternativa, un Qr-code, un codice univoco o altro elemento distintivo, periodicamente aggiornati e visualizzabili solo dall’interno della struttura”. Il ministero dell’Interno fissa paletti rigidi per le modalità di identificazione negli affitti brevi in una circolare firmata dal prefetto Paola Mannella e inviata ad AssoSoftware – di cui riferisce l’Adnkronos – ribadendo: “Nessun obbligo di presenza fisica, ma va verificata coincidenza tra documento e persona ospitata“.
Emanata per motivi di sicurezza, la direttiva del capo della Polizia del 18 novembre scorso aveva suscitato dibattiti e ricorsi, in particolare riguardo al self check-in. A maggio, però, il Tar del Lazio ha annullato la circolare del Viminale, ritenendola sproporzionata e in contrasto con la normativa vigente, aprendo potenzialmente alla possibilità di un check-in a distanza.
Ora, quindi, il ministero dell’Interno torna sull’argomento, mettendo i puntini sulle i. Il documento, infatti, stabilisce che “i gestori di esercizi alberghieri e altre strutture ricettive possano dare alloggio esclusivamente a persone munite di un documento idoneo ad attestarne l’identità e che, nelle 24 ore successive all’arrivo, gli stessi gestori comunichino alle questure territorialmente competenti le generalità delle persone effettivamente alloggiate”.
”In altri termini – prosegue la lettera – la prima parte del precetto impone una verifica di una situazione di fatto. Si richiede, cioè, che il gestore accerti in modo obiettivo non tanto l’identità delle persone, ma la corrispondenza dei documenti esibiti dai soggetti effettivamente ospitati, attraverso un esame diretto e contestuale di quanto accade”.
Cè un ultimo dettaglio da precisare, sottolinea il prefetto: ”La circolare non obbliga il gestore a una presenza fisica, ma richiede l’obiettiva attendibilità dell’accertamento, che non può essere rimesso a sistemi digitali di acquisizione di dati, anche da remoto. Molti dei sistemi di verifica utilizzati nella prassi, come social media o whatsapp, soddisfano solo parzialmente il precetto, consentendo l’acquisizione dei documenti di identità, ma non fornendo certezza sulla effettiva ospitalità offerta dal gestore”.
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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