E ora Air Dolomiti alza la posta sull’Italia

24 Ottobre 07:00 2018 Stampa questo articolo

In attesa di capire se e come Lufthana entrerà nella partita Alitalia, Air Dolomiti continua a rafforzare la propria presenza sul mercato italiano. Dopo l’annuncio di un piano di investimenti da 100 milioni di euro che prevede l’arrivo di 14 nuovi aerei (attualmente sono 12 le macchine operative, le new entry porteranno la flotta a un totale di 26 unità) e 500 nuove assunzioni, adesso è il turno di un’Accademia di Volo firmata dalla compagnia fondata da Alcide Leali.

In collaborazione con il Centro di Addestramento per l’Aviazione di Lufthansa e la European Flight Academy, Air Dolomiti finanzierà in parte il progetto, offrendo borse di studio per permettere ai cadetti di fare un percorso di addestramento. Per gli aspiranti piloti, è previsto un percorso di formazione ad hoc, che prevede il superamento di una selezione iniziale con test specifici come il Dlr ad Amburgo in lingua inglese, oltre a prove psicoattitudinali, per poi continuare la preparazione nel rispetto degli standard del Gruppo Lufthansa.

Nel programma, della durata di due anni, gli aspiranti first officer dovranno ottenere tutti i brevetti e l’abilitazione per poter sedere nel cockpit dell’Embraer 195, il jet di Air Dolomiti da 120 posti. Unico vincolo: rimanere in azienda per almeno cinque anni. Le prime selezioni avranno inizio nel 2019 ma i candidati possono già inviare il curriculum vitae.

Partner del progetto è anche l’Università degli Studi di Verona con la quale Air Dolomiti sta definendo un accordo per proporre ai futuri piloti un percorso universitario a completamento di quello dell’Accademia di Volo. La collaborazione con l’Università è la premessa per una futura e più ampia partnership.

«Air Dolomiti sosterrà finanziariamente il programma con l’intenzione di trovare giovani motivati e capaci che colgano questa grande opportunità – afferma Joerg Eberhart, presidente & ceo del vettore – Diventare piloti è un sogno che spesso rimane nel cassetto per ragioni economiche perché molto costoso ottenerne il brevetto. Io sono convinto che ci siano molti ragazzi e ragazze talentuosi che meritino un’opportunità. L’Italia è un Paese ricco di potenziale e mi auguro che la nostra idea venga accolta con entusiasmo».

Sul fronte della flotta, i nuovi aeromobili che arriveranno gradualmente da gennaio 2019 fino al 2023, serviranno a potenziare la rete di collegamenti in Italia diretti all’hub di Monaco di Baviera, aggiungendone altri oltre a quelli già esistenti da Bari, Bologna, Firenze, Torino e Verona. Tra gli scali che la compagnia di proprietà di Lufthansa presto potrebbe annoverare, figurano anche Milano e alcuni aeroporti del sud Italia.

I nuovi aeromobili servirano, dunque, per alimentare ancora di più i voli intercontinentali che Lufthansa opera da Monaco, dove recentemente il vettore tedesco ha basato più di un terzo dei propri A380 trasferendoli da Francoforte.

 

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Giorgio Maggi
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