Al via il toto-nomine per l’ad della Nuova Alitalia
I giochi andranno chiusi entro metà settembre, ma a pochi giorni dall’ufficializzazione di Atlantia come quarto partner per la nuova Alitalia, è già iniziata la corsa al toto-nomine per la poltrona di amministratore delegato della newco. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, in pole position nella lista di nomi che dovranno passare al vaglio della società di head hunter Egon Zehnder, ci sono manager che conoscono bene l’ex-vettore di bandiera. A cominciare da Fabio Lazzerini, attuale chief business officer di Alitalia, e proseguendo con uno dei tre attuali commissari, Stefano Paleari.
In lizza, però, ci sarebbero anche Ugo de Carolis, ad di Aeroporti di Roma e Roberto Scaramella, partner di Oliver Wyman(e che sta seguendo il lavoro di Fs come advisor industriale), ed esperto del settore aviation in quanto ex ad di Meridiana.
Intanto, oltre alla scelta del futuro management, i componenti del consorzio chiamato a delineare la futura Alitalia, sono già al lavoro sul piano industriale, per Atlantia da «cambiare profondamente», rispetto a quello che avevano predisposto Fs e Delta Air Lines.
È questa, infatti, la prima novità che sarebbe emersa dal tavolo di confronto aperto ufficialmente tra Ferrovie dello Stato e la holding del Gruppo Benetton, in attesa che al tavolo delle trattative si siedano anche i rappresentanti di Delta.
Al centro del confronto, condotto in prima persona dai due amministratori delegati – Gianfranco Battisti e Giovanni Castellucci, ci sarebbe poi anche l’assetto della governance, con le Fs che esprimeranno direttamente il presidente della Nuova Alitalia, “una figura che avrà anche un ruolo nelle relazioni istituzionali”.
Un altro tema sui trovare l’accordo sarà il miglioramento dell’efficienza dell’handling di Fiumicino. Atlantia, da parte sua, vorrebbe più tagli, con la possibilità, dicono alcuni, che parte dell’handling potrebbe essere trasferito ad Aeroporti di Roma, controllata proprio da Atlantia.
Per Atlantia, sottolinea infine il quotidiano economico-finanziario, “il piano è troppo a favore di Delta e di Air France-Klm (di cui Delta ha il 9%, per un valore di 408 milioni di dollari nel bilancio 2018)”, tanto che dovranno essere ridiscussi con il vettore americano anche i piani di espansione sul lungo raggio, con i progettati nuovi collegamenti verso Nord America e Asia.