Amalfi, il nodo balneari e l’invasione di Mr Ripley

Amalfi, il nodo balneari e l’invasione di Mr Ripley
15 Aprile 14:46 2024 Stampa questo articolo

Non c’è rosa senza spine. Neppure una perla come Amalfi è impermeabile a problemi e critiche a poche settimane dal via della stagione estiva. L’overtourism certo, con il Daily Mail che ne approfitta per intingere la penna nel veleno, ma non solo.

L’ultimo scossone arriva dalla sentenza del Tar della Campania: via tre dei quattro stabilimenti balneari fissi sulla celebre spiaggia di Marina Grande. I giudici amministrativi, infatti, hanno respinto il ricorso di tre strutture contro il Comune, che ne aveva intimato lo sgombero. Un provvedimento che arriva, peraltro, in piena bagarre per l’ultimatum dei balneari al governo: subito una legge che riorganizzi il settore delle concessioni o spiagge chiuse a giugno.

“Il ricorso – si legge nel dispositivo – non appare sorretto da profili di fondamento, atteso che tutti i provvedimenti gravati con il presente giudizio scaturiscono, in maniera immediata e sostanzialmente vincolata, dagli inadempimenti accertati dall’amministrazione resistente e coperti dal giudicato di cui alla sentenza n. 3901/2023 del Consiglio di Stato (peraltro, rispetto ai fatti di causa, non sono intervenute sopravvenienze di fatto o di diritto che impediscano l’esecuzione e l’attuazione del giudicato)”.

Per una delle tre posizioni il Tar ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica “per le valutazioni di competenza”. Con tutta probabilità, quindi, sarebbero state ravvisate anche responsabilità penali. La pronuncia arriva dopo una lunga battaglia legale, a dieci anni dalla prima ordinanza di demolizione delle strutture, emessa dal responsabile del servizio Area tecnica edilizia e urbanistica del Comune della Repubblica marinara.

Un anno fa il Consiglio di Stato aveva ordinato la rimozione di due dei quattro stabilimenti di Amalfi, con conseguente restituzione delle aree demaniali. Non è comunque escluso un nuovo appello dei ricorrenti a Palazzo Spada. Perché Amalfi non è un posto come un altro, è un angolo di paradiso noto in tutto il mondo, preso d’assalto 365 giorni su 365 da eserciti di turisti affamati di bellezza e vip. E il mare, incantevole, in estate non è esattamente un particolare secondario, anche – o soprattutto – dal punto di vista economico.

Peccato, annota il Daily Mail, che l’invasione si appresti a diventare ancora più imponente, con il contributo della serie tv Talented Mr Ripley, dopo la versione cinematografica del 1999, “Il talento di Mr Ripley”. Per informazioni, chiedere agli amministratori locali, chiamati a “proteggere” i residenti dall’abbraccio della folla. Se possibile, ancora più tentacolare ora che arriva l’estate. Il che solleva più di un interrogativo.

“Cosa è successo ad Amalfi? – si chiede il tabloid britannico – Ricchi turisti su mega yacht e influencer della Gen Z a caccia di selfie hanno invaso la costa italiana amata dalle star di Hollywood, con il suo mare scintillante e città che sembrano set cinematografici. Ma ora, la nuova serie Netflix Ripley è destinata a riversare ancora più attenzione sulla Costiera e la gente del posto, probabilmente, non è felicissima”.

“Molti visitatori – denunciano i residenti – oggi non si preoccupano della nostra storia, della nostra cultura o del nostro cibo, ma solo di essere visti qui e farsi un selfie“. A Positano, ad esempio, il sindaco ha imposto l’alt ai cacciatori di selfie: per chi non rispetta le regole, multe fino a 275 euro. Istituite, inoltre, due “zone rosse” nelle zone più panoramiche della località nel tentativo di impedire ai turisti di fermarsi troppo a lungo in un unico punto.

Il Daily Mail ricorre alla testimonianza di Giacomo Miola, direttore dell’azienda di viaggi enogastronomici Gastronomic Trekking, che denuncia: «Negli ultimi 50 anni abbiamo perso il 65% della nostra biodiversità».

I mugugni, però, sono bipartisan. L’anno scorso l’influencer Lexi Jordan si è lamentata del fatto che visitare la Costiera era, letteralmente, «un lavoro manuale», perché doveva salire molte rampe di scale. Soggiornare in Costiera – ha sottolineato – non è «una vacanza» e tutti coloro che gliel’avevano consigliata «meritavano il carcere». Non la pensava così lo scrittore americano John Steinbeck, che quando visitò la Costiera Amalfitana nel 1953, disse che era una delle «più belle e spettacolari del mondo».

Più che le querelle, però, adesso servono risposte concrete per rendere l’estate della Costiera vivibile. Che non significa meno spettacolare. A dicembre quattordici sindaci avevano lanciato un appello alle istituzioni per limitare il traffico in lungo la statale Amalfitana 163, creando un modello di Ztl territoriale. Il sottosegretario alle Infrastrutture e ai trasporti, Tullio Ferrante, risponde presente, sia alle istituzioni locali che alle sollecitazioni del Daily Mail: «Come sottolineato dall’articolo – ammette – la costiera può attrarre sempre più turisti e ha bisogno di interventi capaci di valorizzarla».

«Con il via libera al Codice della strada da parte della Camera – spiega – è stata approvata in prima lettura la norma sulla Ztl nelle aree Unesco. Un’innovazione importante, pensata anzitutto per la Costiera amalfitana sulla base delle istanze espresse dai sindaci del territorio. Ho voluto recepire le loro richieste con una misura che consentirà di migliorare la mobilità e assicurare la qualità dell’offerta turistica. La Ztl sarà presto realtà e sarà un volano straordinario per il turismo in territori meravigliosi come quello della Costiera amalfitana».

Ripley o Ztl: quale didascalia apparirà sotto il cartellone estivo di Amalfi?

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L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

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