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Amazon-Google: i giganti che cambieranno il travel

Una gestisce il maggior numero di informazioni al mondo, l’altra governa il settore della distribuzione a livello globale. Google e Amazon sono ormai due presenze costanti nel nostro quotidiano fatto di lavoro, tempo libero, sport e cucina e hanno una forza talmente pervasiva che oramai l’esistenza di un prodotto o servizio è verificata solo se esiste all’interno di questi due macro-sistemi.

Entrambe, pare, hanno finalmente deciso di puntare al mercato del travel: un bottino che per l’Unwto conta il 10% del Pil mondiale e vale oltre 1.340 trilioni di dollari. Numeri che giustificano l’interesse dei due colossi che, ricalcando le proprie peculiarità, si preparano a sfidare Ota e turismo organizzato.

In breve, quindi, Amazon si candiderebbe a essere il principale canale di distribuzione, mentre Google aspira a essere il consulente di viaggio più all’avanguardia. Un battito d’ali di due giganti che provocherà tempeste su tutto il settore, che questa volta sembra però più consapevole della rivoluzione in atto. Tanto che Franco Gattinoni, presidente del network Gattinoni Mondo di Vacanze, facendo i nomi dei principali “nemici” delle agenzie (durante l’ultima convention, ndr) ha bypassato i famigerati Expedia, Booking & co., soffermandosi invece proprio su Google, Amazon e Airbnb. Una sfida, in ogni caso, tutta occidentale: in Asia, infatti, aziende come Baidu, Alibaba e TenCent hanno già imposto le loro regole. Da anni.

AMAZON: DALLE PARTNERSHIP ALLE ACQUISIZIONI. A volte ritornano, ma in meglio. Nel vicino 2015 Amazon aveva fatto dietrofront abbandonando i tentativi di entrare nel settore dei viaggi. Una ritirata strategica, dopo i fallimenti dei servizi Amazon Local, Destinations e Travel.

Da un anno a questa parte, però, il colosso di Seattle è tornato alla carica, seguendo la legge dei piccoli passi e virando verso un modello ibrido. L’ultima novità, forse la più eclatante, è l’annuncio che l’azienda globale leader dell’ecommerce ha iniziato la vendita di biglietti di compagnie aeree sulla propria piattaforma. Al momento, Amazon Voli è in fase di sperimentazione, riguarda solo i collegamenti all’interno dell’India – distribuiti dalla Ota Cleartrip – ed è disponibile solo per i clienti Amazon Pay. Il progetto ha una sezione dedicata all’interno della piattaforma e già comprende l’offerta di vettori come Air Asia, Indi Go, Air India e Go Air.

Il servizio di vendita biglietti è stato preceduto dagli accordi con Booking che prevedono una promozione (per ora valida solo in Germania e Austria) che abilita gli utenti Amazon Prime a ricevere lo stato di Genius su Booking. Nel corso del 2018, inoltre, il colosso fondato da Jeff Bezos ha lanciato delle partnership con le maggiori catene di hotel (promozioni dedicate e offerte con Accor, l’introduzione dell’assistente vocale Alexa for Hospitality nelle strutture Marriott, per esempio).

A soli quattro anni, quindi, dalla chiusura dell’ultimo progetto Amazon Destinations, la multinazionale Usa ha varato una strategia totalmente diversa, anche perché il ceo, Jeff Bezos, non ha mai negato di voler entrare nel mercato del travel. Un piano che prevede la “messa a disposizione” della piattaforma di Amazon per veicolare i prodotti delle aziende del turismo – invece che sviluppare in proprio un servizio di viaggi partendo da zero – e che sperimenta la distribuzione con promozioni a tempo in determinati mercati-chiave e con partner di alto profilo.

Da questo momento l’ingresso ufficiale nel mondo del travel sembra vicino se è vero che, contando su un database globale di clienti fidelizzati, Amazon potrebbe poi lanciare una super App basata su pagamento esclusivo con Amazon Pay. Certo è che, senza perdere il dna da colosso, Amazon continua a verificare anche la via classica, ovvero una grande acquisizione: e i maggiori indiziati per questa soluzione sono i due grandi protagonisti Expedia e TripAdvisor.

GOOGLE: VOLI, HOTEL E TRIPS. Due parole, un solo brand dove racchiudere tutta l’esperienza digitale legata ai viaggi. È Google Travel il nuovo orizzonte di Big G: una piattaforma per desktop e mobile che integra tutto il prodotto del gigante del web a uso e consumo del viaggiatore.

Il nuovo servizio mette insieme gli applicativi Voli, Hotel e Trips in un unico contenitore che sarà disponibile sull’app Google Trips per il mobile e su Google Travel per il desktop. Ma non finisce qui. La voglia di Google di diventare un vero e proprio assistente di viaggi fa un ulteriore passo in avanti: d’ora in poi le ricerche e prenotazioni effettuate nelle varie sezioni – Trips, Search e anche in Maps – saranno tutte disponibili nella macro area Travel, dove sarà possibile aggiungere di volta in volta e anche manualmente nuove prenotazioni.

Per ogni destinazione, inoltre, Big G proporrà anche le condizioni meteo in tempo reale e una guida turistica tratta da Wikipedia, video recensioni da YouTube e foto, e suggerirà degli itinerari, con un certo numero di attività ed esperienze.

Inutile sottolineare che Google Travel prevede anche suggerimenti ongoing, quindi nel momento stesso del viaggio. Il colosso californiano – forte dei miliardi di dati forniti dai suoi utenti – diventa, quindi, un grande organizzatore di viaggi, e qui per ora si ferma. Più volte il top management ha scartato pubblicamente l’ipotesi di vendere viaggi, ma a piccoli passi Google sta costruendo un ecosistema in grado di fornire e garantire informazioni e assistenza ovunque nel mondo e in qualsiasi momento. Da qui alla distribuzione del prodotto il passo è breve.

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