Da Baidu ad Alibaba l’online domina la Cina

28 Maggio 07:00 2019 Stampa questo articolo

Se Europa e Stati Uniti si preparano ad affrontare lo sbarco dei colossi del web – Amazon e Google in primis – nel mercato del travel, la Cina è già un passo avanti.

Da Baidu ad Alibaba Group, passando per Tencent Holdings, sono tre i giganti di internet del Paese del Dragone che hanno messo nel mirino il settore dei viaggi investendo, lo dice la Xinhua News Agency, oltre due miliardi di dollari. Per tutti, l’obiettivo è semplice: estendere il proprio business a uno dei settori a più rapida crescita, come dimostra la cifra monstre di 130 miliardi di dollari riferita dal 21st Century Business Herald all’intero online travel market cinese.

Ma chi sono questi big three? Baidu (azienda hi-tech specializzata anche in intelligenza artificiale) è stato fin dal 2011 il più grande shareholder di Qunar.com (in cinese, “dove andare”) che – dopo Ctrip e Ali Mobile Travel – è il maggiore tra i provider di viaggio su mobile, capace di effettuare con il suo sito più di 1 milione di checkout di hotel ogni giorno. In totale, l’investimento di Baidu in Qunar.com ha raggiunto quota 306 milioni di dollari, prima che nel 2015 uno scambio azionario portasse Baidu a trasferire le sue partecipazioni in Ctrip.com.

Dal canto suo, Alibaba – holding tra le prima 10 al mondo per valore (che al suo interno si occupa di ecommerce, entertainment, mobile commerce, retail, film, tv show) – ha iniziato a investire nel travel nel lontano 2013. Tra le prime operazioni ci fu Qyer.com (in cinese significa “budget travel”), piattaforma che rappresenta una sorta di mix tra TripAdvisor e un portale di prenotazioni dedicato espressamente ai viaggiatori low cost. Nel 2014, poi, fu la volta di Baicheng.com, partecipata per 20 milioni di dollari con l’obiettivo di presidiare maggiormente il segmento outbound.

Ma non è tutto, perché nel frattempo Alibaba ha messo in piedi una divisione interna che si occupa esclusivamente di prodotto travel, ovvero Alitrip.com. Lanciata nel 2014, Alitrip in due anni è diventata la seconda Ota cinese in ordine di importanza prima di cambiare nome in Fliggy (traduzione dal mandarino, “maiale volante”).

Risale invece al 2011 il primo passo compiuto da Tencent nell’industria dei viaggi. In tutto, 10 milioni di dollari immessi in Ly.com (il nome cinese è Tongcheng Travel, “viaggiamo insieme”), online travel booking agency comparabile a Qunar.com, focalizzata però sulla vendita di attrazioni turistiche. Le partnership poi, sono continuate con l’entrata nel capitale di altre due Ota come Woqu.com e Breadtrip.com, che hanno permesso alla holding (le sue at-tività riguardano i servizi di intrattenimento per mass media, internet e dispositivi mobile) di entrare stabilmente nella top five delle Ota cinesi.

“In Cina il business model delle Ota prevede elevati profitti e un’estrema facilità d’uso, grazie all’integrazione con sitemi di pagamento via web. Tutto il contrario di quanto avviene con le agenzie di viaggi offline, che nei prossimi anni saranno sempre più costrette a trasferire almeno una parte delle loro attività online”, sottolinea un recente rapporto della società di consulenza Frost&Sullivan China.

Attualmente, stando a quanto emerge dai dati più aggiornati, le online travel agency cinesi coprono il 60% della biglietteria aerea e il 30% delle prenotazioni alberghiere, ma solo il 20% della vendita di pacchetti.

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Giorgio Maggi
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