Armani e i suoi hotel di lusso: anche il turismo piange

Armani e i suoi hotel di lusso: anche il turismo piange
05 Settembre 10:37 2025

Addio a un’icona mondiale della moda, è morto  ieri (giovedì 4 settembre) Giorgio Armani. Solo pochi giorni fa il grande stilista, ambasciatore del made in Italy nel mondo, aveva firmato per l’acquisto della storica Capannina di Forte dei Marmi, locale a lui molto caro.

Il quarto uomo più ricco d’Italia, che lascia un patrimonio personale di 11,3 miliardi di dollari, ha iniziato la sua straordinaria avventura nella moda fondando nel 1975 la Giorgio Armani Spa, marchio sinonimo dell’eleganza italiana, che divenne subito noto per il suo inconfondibile stile minimalista, i tessuti fluidi e le giacche destrutturate, un vero e proprio simbolo di Armani, tanto per il corpo maschile quanto per quello femminile.

Poi, il marchio, negli anni ’Ottanta, entra nel mondo del cinema grazie ad American Gigolò, la famosa pellicola con protagonista Richard Gere vestito con un guardaroba Armani creato appositamente per lui, un film dal successo planetario che lanciò lo stile Armani simbolo di fascino ed eleganza in tutto il mondo e spalancò le porte allo stilista dello star system americano che da lì in poi ha amato e scelto i suoi abiti per i red carpet e per tanti altri film di successo.

OLTRE LA PASSERELLA

Ma l’universo Armani non si è mai limitato solo alla moda, il visionario stilista ha posato il suo tocco magico anche nel mondo dell’hôtellerie e della ristorazione, perciò tutto il turismo piange Re Giorgio, sentendosi orfano di uno dei più grandi e conosciuti imprenditori italiani.

Nell’ospitalità di lusso lo stilista è entrato nel 2005 fondando la Armani Hotels & Resorts in partnership con Emaar, una delle più grandi società immobiliari del mondo.

Il primo hotel a nascere sotto la sua firma ha aperto le sue preziose porte, nel 2010, all’interno del Burj Khalifa di Dubai, l’edificio più alto al mondo.

L’Armani Hotel Dubai si sviluppa su oltre 40.000 metri quadrati di superficie, comprende 160 camere e suite, nove ristoranti e una spa.

Oltre all’hotel, il Burj Khalifa dispone di 144 appartamenti residenziali di lusso tutti progettati da Giorgio Armani e interamente decorati con una linea di prodotti appositamente realizzati della collezione Armani/Casa.

All’indirizzo di Dubai ha seguito l’apertura di un hotel nella sua città di adozione, Milano, l’Armani Hotel Milano, albergo 5 stelle lusso situato nel centro della metropoli, è stato inaugurato nel novembre 2011 all’interno del palazzo razionalista originariamente progettato da Enrico Griffini.

Il luxury hotel si trova nel famoso quadrilatero della moda, vicino a Piazza del Duomo e al Teatro La Scala. Gli interni dal design interamente firmato Giorgio Armani, in linea con il suo gusto e stile personale, riflettono il suo concetto di comfort e ospitalità. Con 95 camere e suite, dove ogni dettaglio è stato progettato e scelto per le sue qualità materiche ed estetiche, l’Armani Hotel Milano è tra gli hotel più esclusivi di Milano e ricercati di Milano.

Al “Re” della moda e del lusso non poteva sfuggire l’occasione di aprire un indirizzo in quella che è diventata una meta di tendenza per viaggiatori alla ricerca costante di ciò che di nuovo il mondo del lusso può offrire nel settore ospitalità: l’Arabia Saudita. Qui, a Diriyah vicino a Riad, è in programma la costruzione di un Armani Hotel come parte di un più ampio progetto di lusso e ospitalità firmato Armani che nascerà accanto alle future Armani Residences Diriyah.

Armani Hotel Diriyah, che doveva essere sviluppato da Giorgio Armani con il suo team interno di interior design, in collaborazione con gli architetti impegnati nella valorizzazione del sito, rappresenta una nuova interpretazione dell’ospitalità Armani.

La struttura si caratterizzerà per linee essenziali che esaltano la preziosità dei materiali, con un gioco di volumi, luci e ombre, in accordo con l’estetica e il paesaggio dell’Arabia Saudita.

Affacciato sul quartiere dello shopping e dell’ospitalità di lusso di Diriyah, l’hotel includerà una settantina di suite lussuosamente arredate cui si aggiungono due ristoranti, una spa con spa suite e una piscina. Sarà collegato a 18 unità residenziali autonome, anch’esse a firma Armani, dotate di ampi spazi interni, piscine, terrazzi e tetti panoramici.

UN IMPERO ANCHE NELLA RISTORAZIONE

Già dalla fine degli anni Novanta, lo stilista ha scelto di portare la visione della sua estetica anche nella ristorazione e negli anni ha aperto sotto il suo marchio 26 locali tra ristoranti e caffè distribuiti in quattro continenti, ciascuno dei quali riflette la filosofia dell’eleganza sobria e dell’essenzialità che ha reso unico il nome Armani.

I ristoranti più famosi firmati Armani sono diversi e si trovano in luoghi chiave a livello internazionale, con Parigi, Milano e Dubai, poli di riferimento per la ristorazione di alta gamma, dove spiccano locali come l’Armani/Ristorante e l’Armani/Bamboo Bar a Milano e vari ristoranti e caffè a Dubai.

A Milano, fra i locali targati Armani, c’è anche Nobu, dal nome dello chef Nobu Matsuhisa, guru della cucina giapponese che con lo stilista appena scomparso ha sviluppato un lungo e fruttuoso rapporto di collaborazione.

Altri locali noti includono l’Armani/Ristorante di Tokyo, e l’Armani/Caffè di Hong Kong, che offrono esperienze culinarie in linea con lo stile del marchio. 

UN MARCHIO CHE HA VESTITO LE ECCELLENZE ITALIANE

Dal blu delle Olimpiadi alle divise della Nazionale e della compagnia di bandiera italiana, lo stile Armani ha fatto il giro del mondo come portabandiera del Made in Italy.

In particolare, la collaborazione dello stilista con la compagnia di bandiere inizia 1991 quando Armani  fu chiamato a creare nuove divise del personale di bordo e non di Alitalia, per far volare il marchio italiano in tutto il mondo ed accogliere con stile ed eleganza tutta italiana i passeggeri nei tanti scali allora serviti dalla compagnia di bandiera italiana.

Le nuove divise, dalle linee eleganti e precise, erano tinte di un colore fino ad allora mai usato: il fango. Per le hostess una camicia dal taglio maschile e una gonna leggermente accorciata sotto al ginocchio, il tutto valorizzato da tagli magistrali semplici e precisi. Per gli stuwart le sue famose giacche destrutturate.

La relazione tra Armani e lo sport italiano è cominciata più tardi, nel 2012, quando per i Giochi Olimpici di Londra lo stilista disegnò per la prima volta le divise della delegazione azzurra fatte di un blu profondo, linee essenziali, dettagli curati. Da allora, quello stile è rimasto un marchio di fabbrica dello sport tricolore, tanto da accompagnare gli atleti italiani fino a Milano-Cortina 2026.

Cosa ne sarà ora del suo impero lo vedremo, con la speranza che chiunque ne manterrà le redini sappia conservare – almeno in parte – l’inconfondibile dna Armani.

L'Autore

Carla Villani
Carla Villani

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