Blue Friday, l’alternativa Unesco al Black Friday per proteggere l’oceano

Blue Friday, l’alternativa Unesco al Black Friday per proteggere l’oceano
22 Novembre 11:40 2023 Stampa questo articolo

Trasformare il Black Friday in un momento per salvaguardare e rigenerare l’oceano, attraverso iniziative di Ocean Literacy dedicate a tutte le generazioni.

È questo lo spirito del Blue Friday 2023, evento organizzato dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa (Ioc) dell’Unesco in programma a Venezia venerdì 24 e sabato 25 novembre. L’iniziativa si svolge in diverse location della città, con un programma ricco di panel e iniziative culturali aperte a tutti.

Si parte con la tavola rotonda venerdì alle 17.30 presso l’Hotel Ca’ di Dio, parte della collezione VRetreats, brand di hôtellerie di Voihotels, divisione alberghiera di Alpitour World. Con Francesca Santoro, senior programme officer per Ioc/Unesco e responsabile a livello mondiale dell’Ocean Literacy per il Decennio del Mare, saranno affrontati temi come il bluewashing, la salute legata ai cambiamenti climatici, l’eco ansia e la solastalgia. Special guest del Blue Friday il navigatore Giovanni Soldini e la presentatrice svedese Filippa Lagerbäck che condurrà Aperitivo Blu – Un Totem per l’Oceano per raccontare l’impegno del biologo marino e National Geographic Explorer Giovanni Chimienti per la salvaguardia dell’ambiente marino.

«Quest’anno l’appuntamento del Blue Friday assume un valore ancora più importante perché ci permette di ragionare sul ruolo dell’oceano anche in vista della Cop 28, il vertice Onu sul clima che si svolgerà a Dubai dal 30 novembre – dice Santoro – Alla Cop sarà presente per il secondo anno l’Ocean Pavilion, a dimostrazione di come l’oceano stia prendendo sempre più il suo spazio al centro dell’agenda politica internazionale: sarà un momento di confronto fondamentale per proporre soluzioni su come affrontare la crisi climatica, proprio a partire dalla scienza. Il Blue Friday va proprio in questa direzione, proponendosi come una vera e propria chiamata all’azione rivolta a cittadini, istituzioni, aziende e centri di ricerca: un momento fondamentale per fare educazione all’oceano e aumentare la consapevolezza e la comprensione dell’importanza dell’oceano e degli ecosistemi marini a più livelli. Grazie ai partner e agli esperti che prenderanno parte alla due giorni avremo modo di affrontare tematiche di attualità e spessore, a partire dal bluewashing e dall’eco-ansia».

Durante la due giorni, saranno presentati alcuni risultati dal lavoro “Collaborating with the ocean: a new model for ocean-literate corporate action” realizzato con Onde Alte per individuare le operazioni di bluewashing. Come per il greenwashing – ma in riferimento alla parte “blu” del pianeta e agli organismi che la abitano – con bluewashing si intendono attività sostenibili solo di facciata, tese a ripulire la propria immagine o a costruirla in maniera ingannevolmente positiva. Attraverso indicatori e analisi accurate, il framework discerne i progetti virtuosi a tutela dell’oceano da quelli che non lo sono, aiutando le aziende a orientarsi e a fare scelte efficaci e davvero sostenibili nei confronti dell’oceano.

Al centro del dibattito anche salute e cambiamenti climatici, partendo dall’eco-ansia, ovvero la paura pervasiva del cambiamento climatico e delle sue conseguenze in grado di influire sulla salute mentale, che riguarda più di un terzo degli europei (37%). Nei Paesi parte del cosiddetto hotspot mediterraneo, regioni a più rapido riscaldamento del pianeta, l’impatto sulla salute mentale potrebbe essere ancora più forte: il 64% della popolazione del Portogallo, il 59% della Grecia, il 48% della Spagna, il 43% dell’Italia si sente minacciato dai cambiamenti climatici, a causa dell’innalzamento del livello del mare e dagli incendi boschivi. Un tema che riguarda soprattutto i giovani: il 45% delle persone di età compresa tra 16 e 25 anni riferisce di ansia e angoscia quotidiana associate al mix di tristezza e nostalgia davanti a territori compromessi. Per bilanciare queste emozioni negative e trovare una via di uscita è necessario passare alla eco-azione, fondamentale per i giovani ma decisiva anche da parte delle aziende.

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