Bus turistici, è ancora allarme: “Mancano 6.700 conducenti”

Bus turistici, è ancora allarme: “Mancano 6.700 conducenti”
10 Maggio 07:00 2023 Stampa questo articolo

PIl settore die bus turistici è più snello, efficiente e sostenibile dopo la pandemia – che in Italia ha dimezzato il numero di imprese (attualmente circa 3.400, ovvero un -42% rispetto al 2017) – e appare sempre più strategico per la gestione dei flussi turistici. All’appello però mancano circa 6.700 conducenti.

È la fotografia scattata dall’Anbti/Confcommercio, in collaborazione con Isfort, che rileva come tutte le attività che nel turismo risultano connesse ai trasporti, rappresentano l’1% delle imprese, ma ben il 10% degli addetti, il 18% del fatturato e il 21% del valore aggiunto generato dal settore. E quello che in gergo può dirsi l’ultimo miglio degli spostamenti turistici è assicurato in via esclusiva dai pullman gran turismo in tutti i segmenti della filiera.

Inoltre, in Italia la quota del trasporto turistico su autobus è superiore alla media europea (8% contro il 6%). Il comparto, colpito fortemente dalla pandemia con una flessione del fatturato di oltre il 50% nel periodo 2020-21, sta vivendo una profonda trasformazione ed è oggi sostanzialmente più snello (numero di imprese quasi dimezzato e riduzione del 10% del parco mezzi), ma anche più solido (crescita della dimensione media delle imprese e del numero medio di veicoli) e più efficiente e sostenibile (oltre la metà del parco veicoli è di ultima generazione e con ridotte emissione nocive).

Peraltro, il trasporto passeggeri tramite bus si colloca a metà strada (80 grammi di CO2 per passeggero/Km) tra i livelli emissivi dell’automobile (143 grammi di CO2 per passeggero/Km) e del treno (33 grammi di CO2 per passeggero/Km), ed è nettamente al di sotto di quelli dell’aereo (160 grammi di CO2 per passeggero/Km), mentre è anche a minore rischio di incidenti su strada (in Europa solo il 3% dei decessi su strada è avvenuto durante viaggi in autobus).

La fase più critica per i bus turistici sembra, dunque, ormai alle spalle, ma il futuro è ancora ricco di incognite. Per sostenere e rilanciare la ripresa del settore servono, infatti, figure chiave come i conducenti che mancano nel nostro paese, pari al 40% del fabbisogno in Europa (circa 17mila totali).

A questo proposito l’Anbti evidenzia che occorre incentivare l’ingresso di giovani e stranieri, abbassando le soglie di accesso, sia in termini di costi che di età, e ampliando i canali formativi. Ed è anche necessario valorizzare la figura dell’autista che oltre alla guida del veicolo oggi richiede ulteriori competenze, come la conoscenza dei luoghi da visitare, la capacità di relazionarsi con i passeggeri, l’attitudine ad assistere i turisti, la conoscenza delle lingue.

Inoltre, il fattore incertezza, legato all’inflazione, al conflitto russo ucraino e al costo del carburante (variazione di prezzo anche del 50% tra il 2022 e 2023) mina le fondamenta del turismo organizzato, cioè la programmazione di lungo periodo: i costi e le tariffe possono variare di mese in mese. Per questo servono strategie per difendere le imprese da una fluttuazione eccessiva dei prezzi, soprattutto delle materie prime.  Infine, la transizione ecologica nel comparto si scontra con l’assenza di soluzioni tecnologiche per i mezzi di trasporto gran turismo in grado di assicurare autonomia e portata.

Per Riccardo Verona, presidente di AN.BTI Confcommercio: «Il settore dei bus turistici ha rialzato la testa dopo anni di estrema difficoltà, ma la ripartenza è comunque accompagnata da troppe incertezze. Oggi più che mai è necessario il sostegno delle istituzioni perché abbiamo bisogno di aiuti innanzitutto per il rinnovo sostenibile dei veicoli, che non può essere sorretto solo dalle nostre imprese. In secondo luogo è indispensabile trovare soluzioni per ovviare alla carenza del personale viaggiante e contestualmente procedere al riconoscimento strutturale, al pari di altri comparti, delle agevolazioni sulle accise del carburante. È giunto il momento di riconoscere l’unicità, la peculiarità e la flessibilità del nostro servizio che è senza limitazioni di alcun genere, né tantomeno di orari o di percorso. Siamo “Le Ruote del Turismo” e vogliamo continuare ad esserlo con sempre maggiore qualità ed efficienza».

Riguardo alla mappatura geografica il maggior numero di imprese è concentrato al nord Italia (38%),  anche se è il Lazio a vantare il più alto indice di imprese (quasi 400), così come la flotta di bus più consistente è riscontrata al centro-nord con il 57% di mezzi.

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