Turismo europeo sull’ottovolante. Quest’estate la quota di viaggiatori che pianificano un viaggio in Europa risulta in discesa, dal 41% dello scorso anno al 39%, riflettendo un calo di prenotazioni nei principali mercati a lungo raggio come Stati Uniti, Brasile, Canada e Giappone. Ma se scendono questi preziosi bacini di traffico, sale vertiginosamente quello cinese.
In linea generale, comunque, gli elevati costi di viaggio rimangono il principale ostacolo in tutti i mercati analizzati, citato da quasi la metà di chi non pianifica un viaggio in Europa. È il responso del Long-Haul Travel Barometer dell’European Travel Commission (Etc) – stilato in tempo reale – che al tempo stesso ha registrato un aumento nell’interesse per un advanced booking generalizzato sui vari mercati “overseas” e un orientamento generale verso budget giornalieri di fascia media, con cibo, attività e shopping come priorità di spesa principali.
Nel dettaglio, le flessioni più significative riscontrate dall’analisi delle prenotazioni, provengono dagli Usa con un -7%, seguita dal Brasile con -6%, dal Canada e dal Giappone, -5%, mentre il 72% dei cinesi interpellati ha dichiarato di aver già prenotato un viaggio estivo in Europa.
Gli analisti dell’Etc rilevano dunque che la percezione dei costi elevati rimane l’ostacolo più citato per i viaggi in Europa. Questo rappresenta un significativo aumento del 7% rispetto all’estate scorsa, a dimostrazione della crescente sensibilità ai prezzi dovuta all’inflazione e alle oscillazioni dei tassi di cambio. Tra gli intervistati statunitensi e brasiliani, che mostrano una maggiore sensibilità alle incertezze economiche e ai costi, oltre la metà cita i costi di viaggio come principale deterrente.
MENO FERIE PER GIAPPONESI E AUSTRALIANI
Anche la limitata disponibilità di ferie e la preferenza per le vacanze nazionali rimangono fattori decisivi soprattutto in Giappone, Corea del Sud e Australia. Calano invece le preoccupazioni relative alla guerra russo-ucraina, diminuite significativamente al punto che solo il 4% degli intervistati l’ha citata come un ostacolo ai viaggi in Europa quest’estate. Negli Stati Uniti solo il 33% degli intervistati prevede di visitare l’Europa, un calo dovuto al malcontento per la percezione degli Stati Uniti all’estero, che frena l’entusiasmo.
PER BRASILE E CANADA COSTI DI VIAGGIO TROPPO ALTI
Anche l’interesse brasiliano è diminuito rispetto allo scorso anno (-6%), ma il 45% degli intervistati intende ancora viaggiare in Europa: i più entusiasti i più giovani e quelli con i redditi più alti. In Canada il sentiment sta rimbalzando dai livelli più bassi registrati all’inizio dell’anno e rimane al di sotto dell’estate 2024. Attualmente il 37% sta pianificando un viaggio in Europa, -5% rispetto allo scorso anno, poiché i costi di viaggio e le tensioni geopolitiche continuano a influenzare il processo decisionale.
I giapponesi mostrano il minor interesse a visitare l’Europa tra tutti i mercati coinvolti. Solo il 13% prevede un viaggio nel Vecchio Continente, in calo del 5% rispetto allo scorso anno. Percentuale che riflette l’impatto persistente di uno yen debole e della flebile fiducia dei consumatori. In Corea del Sud il sentiment generale per i viaggi a lungo raggio rimane stabile. Solo il 30% sta prendendo in considerazione l’Europa, con preferenze concentrate su Francia, Spagna e Italia.
Oltre alla Cina, l’Australia si distingue come l’unico altro mercato che registra un netto aumento dell’intenzione di viaggio, con il 40% degli intervistati che ora prevede di recarsi in Europa, con un aumento del 3% rispetto alla scorsa estate. Mentre luglio e agosto rimangono i mesi di punta per il 46%, l’interesse per maggio e giugno è cresciuto dal 24% del 2024 al 34% del 2025.
Anche i modelli di spesa stanno cambiando: la quota di intervistati che prevede di spendere più di 200 euro al giorno è diminuita dell’11%, mentre quella di coloro che prevedono di spenderne tra 100 e 200 è salita al 40%. In tutti i mercati, infine, la ristorazione rimane la principale priorità di budget (65%), seguita da attività turistiche e shopping. Anche i budget per i trasporti (41%) sono significativi, probabilmente a causa dell’elevato numero di viaggi multi-destinazione pianificati, una tendenza che continua a definire l’attrattiva dei viaggi in Europa.
Nel commentare questi dati il Presidente dell’Etc, Miguel Sanz, ha dichiarato: «In un periodo di calo della fiducia dei consumatori a livello globale, è più importante che mai rafforzare la posizione dell’Europa come destinazione di punta. Questo significa migliorare la competitività e l’accessibilità delle esperienze europee, continuando a promuovere destinazioni meno conosciute e viaggi fuori stagione. Con il giusto approccio strategico, l’Europa può continuare a offrire un turismo significativo e di alta qualità sia ai visitatori che ai residenti».

