Case vacanza in borghi ed entroterra: 10mila ospiti per Ruralis

Case vacanza in borghi ed entroterra: 10mila ospiti per Ruralis
26 Febbraio 12:11 2024 Stampa questo articolo

Ruralis chiude il 2023 con un +153,7% del valore della produzione rispetto al risultato raggiunto nel 2022, espandendo la sua presenza in 35 province, da nord a sud Italia, con oltre 150 immobili gestiti e più di 10mila turisti accolti, di 25 diverse nazionalità.

La startup, nata dopo il Covid, si occupa di gestione digitale di case vacanze nei borghi e nelle aree interne del nostro Paese e di fatto supporta i proprietari di strutture in zone rurali destinate all’ospitalità nella parte gestionale delle prenotazioni, anche multilingue, promuovendo nel contempo uno sviluppo sociale ed economico delle aree interne.

Alla base del successo della giovane impresa, c’è stata l’intuizione che nel mercato italiano degli affitti brevi in luoghi fuori dalle grandi aree, in zone rurali, mancassero strutture ricettive organizzate, e che molte, anche di pregio, non fossero valorizzate.

«La nostra visione è quella di dimostrare che è possibile innescare un circolo virtuoso di crescita economica e speranza nei comuni italiani, attraverso modelli di business innovativi e sostenibili, contrastando il fenomeno dello spopolamento – dichiara l’amministratore delegato di Ruralis, Nicolas Verderosa – Per il 2024 continueremo a lavorare sulla qualità del prodotto che offriamo ai nostri clienti. Il nostro obiettivo per l’anno è quello di essere presenti in tutte o quasi le province italiane e sbarcare in un altro Paese europeo».

Nel 2023 Ruralis ha quadruplicato il suo staff, passando da quattro a sedici dipendenti; tra i nuovi ingressi, Paolo Procacci, ex manager di Booking, nominato chief commercial officer con l’obiettivo di ampliare l’offerta di alloggi di qualità per turisti da tutto il mondo.

La società ha già realizzato due aumenti di capitali, uno di 210mila euro, con una campagna di equity crowdfunding sul portale CrowdFundMe, tra gli investitori anche il network Lifegate, l’altro di 300mila euro, di cui 250mila da un investitore statunitense.

Attualmente Ruralis è attiva in tutte le regioni italiane.

  Articolo "taggato" come:
  Categorie

L'Autore