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Caso Maldive, Astoi: “I corridoi turistici funzionano”

maldive

Astoi prende posizione e fa necessaria chiarezza circa l’articolo pubblicato dal Corriere della Sera lo scorso 5 gennaio, con il titolo “Covid-19, focolaio alle Maldive: turisti italiani positivi, il virus ha violato il «corridoio sicuro”.

L’associazione guidata da Pier Ezhaya evidenzia che, dall’inizio della programmazione da parte degli operatori turistici a seguito dell’ordinanza sui corridoi turistici Covid free in scadenza il 31 gennaio, ed emanata dal ministero della Salute con il prezioso contributo delle associazioni del comparto, le sei destinazioni interessate – Aruba, Egitto (Sharm El-Sheikh e Marsa Alam), Repubblica Dominicana, Mauritius, Maldive, Seychelles – hanno registrato cumulativamente l’arrivo di 26.606 turisti di cui 67 – ovvero lo 0,25% – risultati positivi.

Per quanto riguarda in modo specifico le Maldive, si registrano 7.022 turisti di cui 42 – ovvero lo 0,60% – risultati positivi in loco prima del rientro in Italia.

“È di tutta evidenza come questi numeri facciano pensare a una buona riuscita della sperimentazione che ha avuto una bassa incidenza dei contagi – puntualizza Astoi nella nota – È bene specificare che questi dati si riferiscono ai veri corridoi turistici, ossia ai viaggi effettuati attraverso operatori che rispettano tutte le norme contenute nei protocolli inseriti nell’ordinanza, mentre è d’obbligo sottolineare che, per l’assenza dei necessari controlli da parte delle autorità competenti, ad esempio sul cosiddetto Travel Pass, documento necessario rilasciato solo da operatori professionali, ancora si assiste a una importante quota di viaggiatori fai da te”.

Andando nello specifico di quanto pubblicato, secondo l’associazione dei tour operator “l’articolo in questione propone un mix di notizie evidentemente non verificate. In primis si fa riferimento all’isola di Alimathà ove è presente il solo resort di un noto operatore turistico che programma i corridoi nella piena osservanza di quanto previsto dalla normativa e si dice che vi sono alcuni italiani positivi in struttura. A seguire viene riportato il commento del titolare di GoMaldive che, da quanto risulta a seguito di un nostro approfondimento, si riferiva a una ospite di una guest house ubicata in un’altra isola, che nulla ha a che vedere con la struttura di Alimathà. Peraltro, il titolare di GoMaldive afferma di non essere un tour operator, di non organizzare viaggi e di fornire solo informazioni sulle strutture ricettive senza intervenire sulle prenotazioni fatte in autonomia”.

Si aggiunge infine che, da quando sono stati avviati i corridoi turistici, in particolare l’isola di Alimathà ha ospitato 2.950 clienti di cui solo 14 sono risultati positivi al virus (0,45%). “Ciò comprova il pieno funzionamento del protocollo sui corridoi turistici che non possono, e non potevano sin dall’inizio, escludere la possibilità di qualche contagio. Lo scopo del protocollo era ridurre i rischi e, una volta verificata l’eventuale esistenza di contagi, adottare tutte le misure necessarie per bloccare il suo diffondersi. Ci sembra di poter affermare che entrambi gli obiettivi siano stati centrati, almeno sino ad oggi, sulle destinazioni oggetto di questa sperimentazione”, conclude l’associazione, che spiega come nessun Paese al mondo è totalmente indenne dalla variante Omicron e anche in Italia assistiamo a turisti sottoposti ai necessari periodi di quarantena nei luoghi di vacanza, ma non per questo riteniamo che si possa sostenere che siano stati violati i corridoi turistici.

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