Colossi del mare, l’inchiesta:
chi sono e cosa vogliono

Colossi del mare, l’inchiesta: <br>chi sono e cosa vogliono
14 Marzo 07:00 2024 Stampa questo articolo

Sessanta miliardi di investimenti nei prossimi cinque anni per 45 nuove navi – di cui 25 a gnl e sette a metanolo – nel solo settore crocieristico. A certificarlo è Clia. Non si sbaglia a chiamarli imperi e non si limitano alle crociere. Tra rotte del passato e itinerari futuri, ecco chi oggi domina il mare. E non solo.

MSC E IL SUO “COMANDANTE”

Primo armatore al mondo di container, da quando ha scavalcato la danese Maersk nel 2021; terzo brand crocieristico mondiale per capacità. È il Gruppo Msc, fondato e presieduto da Gianluigi Aponte. I marittimi campani continuano a chiamarlo Comandante, appellativo che fu di Achille Lauro. Aponte è stato prima marinaio, e ora, a distanza di oltre 50 anni, è tra gli uomini più ricchi del mondo.

Classe 1940, nato a Sant’Agnello, vicino Sorrento, vive a Ginevra, quartier generale della sua “family company internazionale”. Vocazione marittima nel dna: il nome della famiglia appare su documenti del XVII secolo. Perde il padre da bambino, si diploma all’Istituto nautico e si imbarca. Negli anni ‘60, sulla Flotta Lauro, fa una rapida carriera diventando capitano di lungo corso. Conosce la turista Rafaela, figlia di un banchiere ginevrino, la sposa e si trasferisce Oltralpe dove lavora come consulente finanziario. Ma vuole le navi. Ne compra una di seconda mano nel 1970 e fonda la Aponte Shipping Company, che sarà poi Mediterranean Shipping Company. L’anno dopo arriva la seconda unità cargo usata. Non si ferma più: acquista porta container di seconda mano, le fa navigare con contratti vantaggiosi e inizia a costruire l’impero dello shipping.

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Un sogno solo non basta. D’altra parte il suo mito è il comandante Achille Lauro. Non vuole spostare solo merci ma far viaggiare le persone. Nel 1987 inizia a operare nel comparto passeggeri: acquisisce una quota e poi la maggioranza di Starlauro, ciò che restava della Flotta Lauro, che era stata la più grande del Mediterraneo di tutti i tempi. Si fanno strada le crociere. Nel 2000 acquisisce due unità dal fallimento di Festival. Ci sono già compagnie con una storia di lungo corso e un pubblico di affezionati, ma lui punta al Mediterraneo e all’Italia. E anche questa impresa gli riesce. Oggi ha 23 navi in flotta (22 di Msc Crociere, una del nuovo brand lusso Explora Journeys); l’obiettivo è scalare ancora la classifica.

Il Gruppo Msc comprende porta container, navi da crociera, traghetti, terminal portuali, aerei cargo e treni; ha oltre 100mila impiegati nel mondo e resta un’azienda privata a conduzione familiare, con i figli Diego e Alexa, la moglie Rafaela e il genero Pierfrancesco Vago che ricoprono ruoli chiave; molti marittimi, che hanno iniziato come Aponte, sono diventati manager e direttori.

Le società che ne fanno parte sono Msc Mediterranean Shipping Company (Msc), Terminal Investment Limited (TiL), Medlog, Msc Air Cargo, Msc Crociere, Explora Journeys, Gnv, Snav. L’azienda detiene il 49% di Moby e il 2 ottobre scorso ha firmato un accordo vincolante per acquisire il 50% delle quote di Italo (trasporto ferroviario passeggeri); operazione che ha ricevuto il via libera dalla Commissione europea. Gianluigi Aponte ora vuole acquisire lo stabilimento Wartsila di Bagnoli della Rosandra (Trieste) per produrre carri ferroviari e salvare 300 dipendenti.

LA GRANDE MAMMA CARNIVAL

Se da questa parte dell’oceano si preferisce la gestione familiare, le big americane delle crociere sono invece quotate in Borsa. L’operatore crocieristico americano-britannico Carnival Corporation & Plc è il più grande al mondo, con una flotta di 91 navi appartenenti a nove marchi e una joint venture con China State Shipbuilding Corporation. Carnival Corporation è quotata alla Borsa di NewYork (NYSE), con il simbolo CCL; Carnival plc alla Borsa di Londra (CCL) e come Ads alla Borsa di NewYork (simbolo CUK).

Le basi dell’azienda sono state gettate con la fondazione di Carnival Cruise Lines, quello che oggi è il brand di punta, nato nel 1972 dal pioniere del settore Ted Arison. Il marchio debutta con vacanze divertenti e accessibili, rompe gli schemi della crociera elitaria e introduce il viaggio per famiglie. Ciò che adesso fa buona parte dell’industria.

Nel 2022 Carnival Cruise Line ha compiuto 50 anni; il gruppo Carnival Corporation & plc è nato invece solo nel 1994. Sotto il suo cappello ci sono le compagnie Aida Cruises, Carnival Cruise Line, Costa Crociere (acquisita nel 1997), Cunard, Holland America Line (dal 1989), P&O Cruises, P&O Cruises Australia, Princess Cruises e Seabourn (dal 1992).

Alcune hanno una lunga storia alle spalle. Come la compagnia di navigazione britannica Cunard fondata nel 1838 – 186 anni fa – che nel 2024 prende in consegna Queen Anne, prima nuova nave in 12 anni e unità n° 249 del brand.

Costa Crociere nasce invece a Genova il 31 marzo 1948, data di partenza della motonave “Anna C” verso Buenos Aires con 768 passeggeri a bordo. Nel 2023 ha compiuto 75 anni, ma ha radici ben più antiche: nel 1854 (170 anni fa) Giacomo Costa fonda la “Giacomo Costa fu Andrea”, piccola società che acquistava e vendeva olio d’oliva e tessuti; dagli anni ‘20 si dota di navi per il trasporto di merci nel mondo. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la distruzione della flotta passeggeri italiana, la domanda crescente di traffico, la crisi economica e il flusso migratorio attirano l’attenzione della famiglia Costa sulle rotte transatlantiche. Così nel 1947 la società cambia nome in “Linea C” inaugurando il servizio passeggeri con sistemazioni in prima classe e in classe intermedia.

Nel presente e futuro di Carnival Corporation, dopo il fermo causa Covid, ci sono nuovi ordini. Il ceo Josh Weinstein ha dichiarato: «Basandoci sulle ottime performance e sul crescente slancio in tutto il mondo, siamo entusiasti di riprendere il programma di nuove costruzioni. Con una nave in consegna nel 2025, nessuna per il 2026 e un ordine per il 2027, la nostra strategia finanziaria responsabile consentirà di migliorare il bilancio, ridurre in modo significativo il debito e far sì che gli azionisti guadagnino di più. Stiamo pianificando di aggiungere una o due navi all’anno a partire dal 2027; verranno assegnate alle compagnie che hanno bisogno di più capacità per soddisfare la domanda in aumento. Questo permetterà un interessante ritorno sugli investimenti».

QUANDO LA REGALITÀ È NEL NOME

Royal Caribbean Group (RCL) è una società statunitense con sede a Miami attiva nel settore crocieristico quotata al NYSE. Ha una flotta di 65 navi – e otto unità in ordine – che raggiungono oltre 1.000 destinazioni ed è proprietaria dei tre brand Royal Caribbean International, Celebrity Cruises e Silversea. Detiene anche il 50% della joint venture che gestisce Tui Cruises e Hapag-Lloyd Cruises.

La società è stata fondata nel 1997, con il nome Royal Caribbean Cruises Ltd., dalla fusione dei brand Royal Caribbean Cruise Line (che da allora si chiama Royal Caribbean International) e Celebrity Cruises. Dal 2020 è Royal Caribbean Group.

La compagnia che dà il nome al Gruppo nasce nel 1968 dall’asse Stati Uniti-Norvegia: l’imprenditore dell’ospitalità Ed Stephan e tre armatori norvegesi, Sigurd Skaugen, AndersWilhemsen e Gotaas Larsen, creano una compagnia per crociere ai Caraibi tutto l’anno da Miami. Il nome indica regalità ed elevati standard di servizio. La prima nave, Song of Norwegian, salpa per il viaggio inaugurale da Miami il 7 novembre 1970, seguita da due unità nei due anni successivi.

L’industria marittima norvegese è all’avanguardia e il team costruisce le prime tre navi puntando su velocità, efficienza del carburante e pescaggi bassi per attraccare nelle piccole isole caraibiche. Debuttano così gli ampi ponti all’aperto per godersi sole e brezza dell’oceano (caratteristiche poi adottate dall’intero settore). È il fondatore Ed Stephan a ideare l’iconica Viking Crown Lounge rotonda e a sbalzo, ispirata allo Space Needle di Seattle, che distingue il profilo delle navi Royal dalla concorrenza.

Nei decenni successivi, il Gruppo continua a innovare in ospitalità, ristorazione, sicurezza, tecnologia; diventa un’eccellenza nell’intrattenimento di bordo.

Oggi la società è concentrata sulla domanda in crescita. Il quarto trimestre 2023 ha superato le aspettative con le cinque settimane di prenotazioni migliori della storia per volumi e tariffe. Il 2024 è iniziato ancora meglio; sale l’advanced booking e la compagnia si attende rendimento e utili in forte crescita. «La risposta del mercato alle nuove navi, in particolare Icon of the Seas, è stata eccellente», ha dichiarato Jason Liberty, presidente e ceo. In estate arriva Utopia of the Seas e il Gruppo ha ordinato la settima unità di classe Oasis ai Chantiers de l’Atlantique.

UNA STORIA INIZIATA IN NORVEGIA

Norwegian Cruise Line Holdings Ltd. (NCLH) è una holding delle crociere costituita nel 2011 con sede a Bermuda e negli Stati Uniti (Miami). Ha in portfolio tre brand – Norwegian Cruise Line, Oceania Cruises e Regent Seven Seas Cruises – e 32 navi in flotta; altre cinque unità arriveranno tra il 2025 e il 2028. La società è quotata al Nyse.

La storia comincia, come suggerisce il nome, in Norvegia, nel 1966. La compagnia Norwegian Cruise Line (Ncl) all’inizio si chiama Norwegian Caribbean Line; è frutto della partnership tra il visionario Ted Arison – sarà lui a fondare Carnival Cruise Line nel 1972 – e Knut Kloster della Klosters Rederi A/S, antica compagnia di navigazione con sede a Oslo. L’azienda acquisisce la nave M/S Sunward – capacità 550 passeggeri – e la riposiziona dall’Europa all’allora semi sconosciuto porto di Miami per crociere settimanali ai Caraibi.

Norwegian lancia le eleganti “navi bianche” e per due decenni amplia la flotta, ne aumenta la capacità, espande gli itinerari. Nel 1987 diventa Norwegian Cruise Line per riflettere il percorso di crescita compiuto e sostituisce le vecchie navi con unità più grandi.

Nel febbraio 2000 la compagnia viene acquisita da Genting Hong Kong Limited (ex Star Cruises Ltd.) e pochi mesi dopo lancia l’innovativo Freestyle Cruising, che offre più libertà agli ospiti (per esempio negli orari dei pasti e nell’abbigliamento di bordo) rispetto alle crociere tradizionali. Nell’agosto 2007, il gruppo di private equity Apollo Management, insieme a Tpg Capital, acquisisce una quota di proprietà del 50% in Norwegian. Cinque anni dopo, a gennaio 2013, la società completa la sua offerta pubblica e Norwegian Cruise Line Holdings Ltd. si quota in Borsa.

Il 2014 è l’anno dell’acquisizione di Prestige Cruises International Inc., società madre di Oceania Cruises e Regent Seven Seas Cruises. Diversifica il portfolio e copre segmenti dal mass market al lusso.

SULLE AUTOSTRADE DEL MARE

Non solo crociere tra gli imperi del mare. Ce n’è uno tutto italiano, con sede a Napoli: primo armatore in Italia e primo operatore al mondo per il trasporto marittimo di automobili e carico rotabile, pioniere delle Autostrade del Mare e attivo anche nel settore passeggeri e trasporto container. Quando si parla del Gruppo Grimaldi, ritorna la leggendaria figura di Achille Lauro: la società armatoriale è stata fondata dai fratelli Luigi, Mario, Ugo, Aldo e Guido Grimaldi, figli di Amelia, sorella del comandante.

Nasce nel 1947 con l’acquisto di Orione, una delle 50 navi Liberty (vascelli da carico) che gli Stati Uniti vendono in Italia per favorire la ricostruzione post bellica, e dà il via al trasporto merci via mare. Negli stessi anni ripartono i viaggi transatlantici: i fratelli Grimaldi interpretano le richieste del mercato e lanciano il servizio passeggeri regolare tra Mediterraneo e Americhe.

La svolta arriva nel 1969, alla firma del primo contratto con la famiglia Agnelli per portare le auto italiane in Gran Bretagna. In pochi anni, il trasporto veicoli di linea tra Italia e Regno Unito rende il brand noto alle maggiori case automobilistiche mondiali. Da allora le merci rotabili sono forza trainante e core business del Gruppo.

Negli ultimi 20 anni la flotta passa da 36 a 130 unità (per l’80% navi merci) – ne arrivano altre 25 entro il 2027 – e si espande la rete di collegamenti (140 porti, 50 Paesi, quattro continenti). In contemporanea, nasce una catena logistica integrata con oltre 20 terminal portuali di proprietà o in gestione in Mediterraneo, Nord Europa e Africa occidentale, cui si aggiungono società di trasporto terrestre per la distribuzione door-to-door dei veicoli.

Grimaldi mette in piedi le Autostrade del Mare – soluzione alternativa al trasporto stradale, che fa viaggiare camion, container e automezzi sulle navi – interpretando una precisa istanza Ue: ridurre l’impatto ambientale generato via terra. La rete conta oltre 130 rotte e tocca 13 Paesi in Mediterraneo, Mar Baltico e Nord Europa.

Grimaldi Group Spa è la holding e guida lo sviluppo in campo armatoriale, portuale e logistico. Ne fanno parte sette compagnie: nel trasporto merci, Grimaldi Deep Sea, Atlantic Container Line (Acl) e Malta Motorways of the Sea; al trasporto misto ro-pax sono dedicate Grimaldi Euromed (attiva sotto il marchio Grimaldi Lines, che compare sulle navi della flotta), con collegamenti regolari in Italia, Sicilia e Sardegna incluse, Spagna, Grecia, Tunisia, Marocco, Malta; la finlandese Finnlines (acquisita nel 2006) che opera sul Baltico e nel Mare del Nord; Minoan Lines (2008) sulle rotte greche; e Trasmed Gle, fondata nel 2021 con sede a Valencia, per collegare Spagna continentale e Baleari. È appena entrata in flotta Europalink: opera sulla Brindisi-Igoumenitsa, d’estate fa tappa a Corfù.

Grimaldi, come Msc, è un’azienda familiare e internazionale, non quotata in Borsa; ha 17.000 dipendenti tra personale di terra (500 impiegati in sede) ed equipaggi. Alla guida oggi c’è la seconda generazione: i fratelli Gianluca (presidente) ed Emanuele (amministratore delegato) Grimaldi, figli di Guido, e il cognato Diego Pacella. La terza generazione è già in campo.

L'Autore

Claudia Ceci
Claudia Ceci

Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali

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