Cresce la voglia di tornare a viaggiare: l’indagine Aiav

05 Febbraio 10:50 2021 Stampa questo articolo

A qualche settimana dall’inizio del nuovo anno, il mondo del turismo organizzato è ancora alle prese con un difficile stato di fermo destinato a durare almeno fino a primavera. Fulvio Avataneo, presidente di Aiav, dichiara: «Oggi è impossibile fare previsioni, anche a medio termine. Diversi indicatori e ricerche condotte in questi mesi ci dicono che la voglia di viaggiare, in generale, non è diminuita, ma è difficile ipotizzare come si evolverà».

«Non aiuta anche la perdurante assenza di un progetto organico di rilancio del settore da parte del governo – aggiunge Avataneo – Molte speranze sono riposte nella campagna vaccinale che, nella peggiore delle ipotesi, riuscirà a salvaguardare la salute delle persone più cagionevoli. È anche in discussione l’istituzione di un passaporto sanitario per consentire il libero movimento delle persone. Per fotografare il sentiment generale, Aiav ha condotto un’indagine telefonica su un campione di 700 potenziali viaggiatori, all’indomani dell’annuncio da parte del governo dell’avvio della campagna vaccinale».

La ricerca ha dimostrato un’elevata propensione al viaggio: l’81% degli intervistati ha espresso l’intenzione di tornare a viaggiare non appena sarà possibile farlo in sicurezza. Solo il 2% ha risposto che non lo farà, mentre il 17% è incerto.

Quanto alle caratteristiche del viaggio, il 58% degli intervistati ammette che sceglierà una destinazione italiana, ritenuta più sicura e semplice da raggiungere, rispetto alle mete straniere. Il 20% degli intervistati non ha ancora le idee chiare e solo il 7% del campione azzarda l’ipotesi di un viaggio in Grecia. Seguono Caraibi e Maldive, rispettivamente al 6% e 5%, mentre la Spagna, normalmente ai primi posti tra le preferenze degli italiani, si attesta sul 4%, probabilmente in ragione delle notizie che hanno coinvolto il Paese durante la pandemia.

In linea con la scelta di destinazioni italiane, il mezzo di trasporto utilizzato sarà l’auto per il 53% del campione. Il 20% degli intervistati si muoverà in aereo, il 7% in treno o in bus e il 20% utilizzerà altri mezzi o non sa ancora rispondere.

I classici hotel e i villaggi si confermano in vetta alle preferenze in fatto di alloggio, con il 59% delle scelte, seguiti, seppur a distanza, da agriturismi o bed & breakfast all’11% e appartamenti al 7%, con un 23% tra coloro che non sanno rispondere o hanno scelto altre tipologie.

Il 41% degli intervistati ha risposto che per la prenotazione si avvarrà di un’agenzia di viaggi, dato in controtendenza rispetto al passato, con solo il 34% del campione che prenoterà autonomamente. Ancora incerto il 25% degli intervistati.

«Le risposte sono largamente condizionate dalla situazione contingente – spiega Avataneo – Per questo abbiamo chiesto agli intervistati anche quale sarebbe la loro destinazione dei sogni, quella che sceglierebbero al netto degli strascichi della pandemia. In questo caso, l’Italia cede il passo all’estero: il 33% sogna i Caraibi, seguiti da Grecia al 28%, Spagna al 15% e Maldive al 6%. Il 18% non sa o sceglie altre località, Italia inclusa».

«Questa emergenza, specialmente nelle prime concitate fasi – conclude Avataneo – ha messo in luce il valore aggiunto garantito dalla professionalità degli agenti di viaggi, che hanno gestito direttamente le operazioni di rimpatrio. Ci aspettiamo una rivalutazione delle agenzie rispetto al fai da te e auspichiamo, soprattutto, la fine dell’abusivismo, rappresentato dai tanti viaggi organizzati e venduti da realtà esterne al settore, prive di regolare licenza. Per quanto concerne il prodotto, si punta sulla ricerca di località alternative rispetto ai circuiti del turismo di massa, con proposte orientate al benessere, allo sport e al contatto con la natura».

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