Crisi Blue Panorama,
ultima chiamata per Uvet

09 Maggio 09:17 2022 Stampa questo articolo

Se Luca Patané è tornato a parlare – dopo lunghi mesi di silenzio – del suo Gruppo Uvet e dei nuovi obiettivi, resta ancora il massimo riserbo sulla compagnia aerea di casa, Blue Panorama. Una mancanza di comunicazione che interessa, non solo stampa e mercato, ma soprattutto i lavoratori, che tramite i sindacati lamentano l’assenza di notizie sul piano di risanamento che l’azienda avrebbe dovuto presentare entro fine aprile. Oltre a un clamoroso ritardo nei pagamenti degli stipendi e della cassa integrazione.

Il disagio delle sigle coinvolte – Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo – è divampato venerdì, quando l’azienda si è sottratta a un incontro programmato da tempo, comunicando l’impossibilità a partecipare al tavolo solo un paio di ore prima dell’orario previsto. Da qui la decisione dei sindacati, comunicata a mezzo lettera, di dare il via alla prima fase della procedura di raffreddamento e conciliazione che dovrebbe costringere i vertici di Blue Panorama a convocare un nuovo faccia a faccia entro questa settimana.

Una sorta di “ultima chiamata” che, in assenza di risposta da parte di Uvet, vedrà i sindacati pronti allo sciopero e all’apertura di un tavolo di crisi presso il ministero del Lavoro.

SCADUTI I TERMINI PER IL CONCORDATO
Ma ricapitoliamo. Lo scorso 10 marzo Enac comunicava la sospensione della licenza di volo e del certificato di operatore aereo (Coa) del vettore italiano che, dopo pochi giorni, riceveva anche la sospirata proroga di ulteriori 60 giorni del concordato preventivo dal Tribunale di Milano, scaduto il precedente 28 febbraio.

Sono passati due mesi e la deadline del 29 aprile 2022 per presentare un piano di risanamento e di rilancio utile a far tornare in volo Bpa è stata ampiamente superata. Ad oggi, però, nulla però è trapelato in merito al futuro della compagnia aerea, sia da parte del Tribunale, sia da parte dei commissari straordinari Claudio Ferrario e Salvatore Sanzo, sia dai vertici della compagnia – compresa la new entry Valentina Quagliata chiamata proprio a svolgere il ruolo di chief restructuring officer.

LE RICHIESTE DEI SINDACATI
In questo contesto i sindacati ribadiscono il carattere d’urgenza con cui si chiede riscontro alla compagnia riguardo: la situazione aziendale in merito al concordato preventivo scaduto, le prospettive industriali e gli sviluppi futuri, lo stato dei pagamenti sia precedenti si successivi alla “messa a terra” degli aerei (ottobre 2021) e la verifica delle pratiche di accesso al Fis (fondo d’integrazione salariale) e Cigs (cassa integrazione straordinaria). Su questi ultimi due punti fonti sindacali segnalano come i dipendenti non abbiano ancora ricevuto nessun tipo di sostegno economico.

A rischio, al momento, ci sarebbe il futuro di circa 360 lavoratori (rispetto agli iniziali 700 dipendenti, infatti, la metà ha lasciato l’azienda in seguito a dimissioni volontari o a causa di un inquadramento con contratto a termine).

CHE FINE HA FATTO IL FONDO?
Tutto tace, infine, anche sul fronte di un probabile interesse di un fondo internazionale ad acquisire il 49% delle quote di Blue Panorama. Un eventuale ingresso di nuovi capitali non permetterebbe comunque a Bpa di riaccendere la macchina in maniera tempestiva. Stime interne alla compagnia sottolineano come – dopo la cessione azionaria – ci vorranno almeno altri 4 mesi per tornare a volare.

Un lasso di tempo molto lungo che scavalla l’estate – periodo più remunerativo in generale per i vettori – e sposta all’autunno/inverno il probabile ritorno. A quel punto sarà passato già un anno dallo stop ai voli, annunciato il 27 ottobre scorso.

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L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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