Clienti sempre più informati, abbastanza spaventati dalle guerre, con un calo delle prenotazioni ormai conclamato da nord a sud. Questa, in estrema sintesi, la “diagnosi” sull’andamento della stagione estiva 2025 redatta da Fiavet Confcommercio, a seguito di un sondaggio tra le agenzie associate.
Le tensioni geopolitiche stanno influenzando il mercato del turismo anche se l’allarme non è così grave: il 32,6% delle agenzie ha registrato solo una moderata diminuzione delle prenotazioni, mentre il 19,2% non ha riscontrato alcun nessun impatto significativo e il 17,3% ha segnalato un calo nel booking. Tuttavia va considerato che a questi vanno aggiunti coloro che al contrario, stanno registrando una forte diminuzione delle prenotazioni (30,7%). A conti fatti si arriva quindi a circa l’80% di agenzie di viaggi che, in ogni caso, sta registrando una flessione, a causa del clima geopolitico che non è dei più sereni.
Misurandosi con la clientela, le agenzie di viaggi si trovano di fronte a paure diverse, e spesso immotivate, verso destinazioni dove non ci sono sconsigli della Farnesina. Nello specifico la percentuale più alta di timori per i prossimi viaggi è rivolta verso il Medio Oriente (22,09%), seguito dall’Egitto (16,8%) con particolare riferimento anche al Mar Rosso (3,4%).
Sorprendentemente si ha paura anche a viaggiare verso gli Stati Uniti (12%), ancora più temuti degli Emirati Arabi (10.47%) e della Giordania (6,98%). In generale tuttavia c’è un timore per i viaggi internazionali anche di medio raggio come quelli in Turchia, ma in percentuale minore (5,8%). Zero prenotazioni estive, com’era prevedibile, per Israele e Ucraina.
IL 70% DEI CLIENTI È IMPAURITO, MA SOLO IL 5% HA CANCELLATO VIAGGI
Chiedendo alle agenzie di viaggi se hanno riscontrato preoccupazioni dei clienti a seguito della situazione geopolitica, circa il 70% replica che nelle scelte di viaggio viene manifestata paura e insicurezza per l’escalation dei conflitti.
La percentuale più importante dei turisti “spaventati” è quella di coloro che stanno pensando di cancellare o modificare il viaggio: il 55% lo ha già fatto o vorrebbe farlo a breve, anche pagando delle penali, mentre il 40% preferisce attendere sviluppi futuri delle guerre in atto prima di prenotare.
Tuttavia, nonostante questo “sentiment” di incertezza, attualmente meno del 5% dei turisti ha effettivamente cancellato un viaggio a causa di una guerra in atto nei Paesi limitrofi alla destinazione scelta, secondo quanto testimonia il 54,7% delle agenzie di viaggi, Quelle che invece lamentano cancellazioni per oltre il 30% sono solo l’11,3%. Va inoltre rilevato che le persone cominciano a interessarsi sempre più alle rotte e agli scali aeroportuali (30% dei turisti) cercando di evitarne alcuni.
AGENZIE SPIAZZATE, MA AL FIANCO DEI CLIENTI PER TROVARE SOLUZIONI
Di fronte a questa situazione quasi la metà degli agenti di viaggi Fiavet Confcommercio (47,7%) non ha ancora individuato una misura concreta per arginare il problema, che sembrava un fenomeno circoscritto e invece si sta dimostrando strutturale. Solo una minoranza degli agenti di viaggi è attiva (il 16,9%) e sta adottando strategie con un’informazione sempre puntuale sui social media, divulgando soprattutto le certezze che vengono dalla Farnesina e dal portale Viaggiare Sicuri. Si rilancia con nuove mete, ma soprattutto si ascolta il cliente per trovare assieme soluzioni (26.2%% delle agenzie).
Davvero scarso il supporto trovato nel mondo dei fornitori, che secondo buona parte delle agenzie di viaggi (57%) non ha aiutato l’intermediazione, poiché stanno trattando disdette e cancellazioni al di là delle motivazioni che le hanno generate. Per fortuna c’è qualche agenzia che trova supporto nei corrispondenti all’estero (21%), desiderosi di preservare il turismo in Paesi che a volte vivono solo di questo.
Anche il turismo interno, che dovrebbe in questa situazione beneficiare della restrizione dell’offerta internazionale, non ha avuto l’exploit atteso. Il caro prezzi sta frenando, ancor più dello scorso anno, la scelta degli italiani che prenotano all’ultimo momento e non hanno usufruito delle offerte dell’advanced booking.
L’impatto della guerra sul business turistico in generale resta comunque devastante per circa il 60% degli addetti a lavori, quindi gli agenti di viaggi si dichiarano cautamente pessimisti riguardo al turismo influenzato dalla crisi geopolitica (37%) da qui ai prossimi mesi. Tuttavia, anche tra coloro che ritengono la guerra devastante, una percentuale non indifferente è invece ottimista: il 23,19%. Un terzo delle adv, poi, attende con neutralità l’evolversi della situazione (27,4%).
Nel commentare questi dati il presidente di Fiavet, Giuseppe Ciminnisi, osserva: «Fiavet-Confcommercio si sta dedicando con sempre maggiore attenzione a studi di settore con una grande partecipazione da parte di tutti gli associati e questo ci consente, anche di fronte a imprevisti scellerati, di appurare come anche la più piccola agenzia di viaggi sia toccata da ogni singolo cambiamento che avviene nello scenario internazionale. Bisogna partire dai numeri per capire che non si è soli e che assieme si possono affrontare problemi e scelte per rilanciarsi di fronte ai cambiamenti».



