Come marcia il booking nelle agenzie di viaggi? Bene, ma non benissimo, nonostante il trend generale mostri un turismo resiliente rispetto al rallentamento economico globale. Lo rivela un’indagine di Fiavet Confcommercio, secondo cui il 40% delle adv associate ha registrato una diminuzione delle prenotazioni per l’estate 2025 rispetto allo scorso anno. Il 24%, al contrario, ha visto un incremento, mentre il 36% è stabile.
Un calo delle vendite in media del 21,6%, provocato in primis dall’aumento dei costi di viaggio e dalla relativa sofferenza del budget delle famiglie (83,3%). Ma anche dalle tensioni geopolitiche, che come scritto qui – in relazione al Paris Air Show, in corso in Francia – impattano anche sull’industria aerea.
Indagando invece sulla fetta di “fortunati”, ovvero coloro che hanno migliorato le performance rispetto al 2024, l’incremento medio di fatturato si aggira intorno al 18% ed è dovuto – secondo l’associazione – “allo spezzettamento delle vacanze in diversi momenti e alla creazione di diverse pratiche, talvolta meno numerose, ma più redditizie”. La percentuale che si dichiara “stabile”, adduce invece tale trend ai Ponti primaverili che hanno indotto gli italiani a non partire in estate o a prenotare a ridosso della stagione, chiedendo sempre più flessibilità.
RINCARI E PISCOSI GUERRA
Su una cosa sono tutte d’accordo le agenzie interpellate: l’aumento dei costi dei pacchetti di viaggio del 15,4% in media. Tra queste, il 43,4% imputa i rincari al trasporto aereo, il 39% ritiene dipenda da un aumento generale dei costi, relativo anche agli hotel, su cui impattano generi alimentari ed energia più esosi. Altro fenomeno da attenzionare, la psicosi legata ai conflitti in Medio Oriente: il 17% delle adv riscontra nei viaggiatori la paura per le tensioni geopolitiche.
«Le guerre sono il male anche del turismo – argomenta il presidente di Fiavet Confcommercio Giuseppe Ciminnisi – Oltre agli orrori che portano con sé, impediscono alle persone di viaggiare, non solo nei Paesi in conflitto, ma limitano anche i Paesi limitrofi che non hanno nessun coinvolgimento, e costringono le compagnie aeree a lunghe code di navigazione nei corridoi di volo rimasti aperti, con costi carburante, inquinamento e danni economici. Ogni muro innalzato, ogni chiusura, rappresentano un impedimento allo sviluppo dell’economia e delle persone, sia che accolgano, sia che siano accolti».
SE I CARAIBI COSTANO MENO DELL’ITALIA
Proseguendo nell’analisi dell’indagine Fiavet vediamo come, tra le richieste estive, si distingua il lungo raggio che può avere un prezzo pari o inferiore a viaggi in Italia o di medio raggio. “Un volo con soggiorno in un Paese caraibico può arrivare a costare meno di una vacanza italiana, se non prenotato in anticipo”, rileva l’associazione.
Exploit in particolare dell’Oriente con il Giappone in testa, ma anche mete come la Thailandia e il Vietnam dove sentirsi sicuri. Tra i prodotti più venduti continuano a esserci le crociere, seguite dai villaggi nel Mediterraneo. In Europa impennano i viaggi nei Paesi scandinavi e nel Nord in generale.
FLESSIONE TUNISIA E MEDIO ORIENTE
Passando alle note dolenti, la richiesta del passaporto per la Tunisia ha contratto le partenze verso il Paese e, a seguito della guerra in Iran, iniziano le prime disdette per i territori “non confinanti” ma, nell’immaginario delle persone, “vicini al conflitto”, così come è avvenuto quando scoppiò la guerra russo-ucraina che aveva frenato il turismo nell’Est europeo.
TREND AL BANCONE
Il prodotto che funziona meglio? Il tour (37,5%), seguito dalla crociera (27,5%). In crescita il villaggio (15%) e i più generici soggiorni mare e in montagna (20%).
Capitolo durata della vacanza: il 73% degli italiani partirà per sette giorni, il 14,6% per dieci e oltre. Il 9,7% – percentuale in crescita – opterà per soli 5 giorni.
Il target che si rivolge alle agenzie di viaggi: coppie (50%), famiglie (40,9%) e gruppi, soprattutto senior (9%).



