FareTurismo, le 10 proposte al governo su formazione e lavoro 

FareTurismo, le 10 proposte al governo su formazione e lavoro 
01 Dicembre 14:14 2022 Stampa questo articolo

All’Università Europea di Roma da martedì 21 a giovedì 23 marzo 2023 torna FareTurismo, appuntamento nazionale dedicato alla formazione, al lavoro, alle politiche turistiche, giunto alla 22ª edizione (dopo tre edizioni annullate 2020-2021-2022 a causa della pandemia).

Lo stato dell’arte evidenziato è che “la pandemia ha sottratto 300mila lavoratori al turismo, in quanto il lungo periodo di chiusura ha determinato l’esodo verso altri settori o il ricorso a sussidi statali; in aggiunta, la precarietà maggiore nel turismo (41%) rispetto al mondo del lavoro in generale (22%) e la cospicua quota di impieghi stagionali (14% contro il 2%) richiedono “normalità” e qualità del lavoro sia attraverso il costante aggiornamento professionale per gli occupati che la certificazione delle competenze per i neo addetti”.

A questo proposito, l’organizzazione ha prodotto un manifesto con dieci proposte da fare al governo:

1) l’industria turistica ha un grosso potenziale ed è trainante per l’occupazione giovanile (giovani oltre il 50%), Bel Paese con 58 siti Unesco, tutte ottime considerazioni che rimangono purtroppo luogo comune: istituzione di un comitato ministeriale per l’offerta formativa nel turismo presso il ministero del Turismo con le rappresentanze di organizzazioni datoriali, associazioni professionali, ministero Istruzione, ministero Università, Unioncamere, Renaia Rete Nazionale Istituti Alberghieri, Associazione Rete Its Italy;

2) certificazione delle competenze attraverso la co-progettazione scuola-impresa di Pcto (percorsi e competenze trasversali per l’orientamento) estesa a tutti gli istituti alberghieri e tecnici per il Turismo e a tutte le organizzazioni datoriali dell’alberghiero, dell’intermediazione turistica e del tour operating;

3) certificazione delle competenze rivolta ai docenti scolastici attraverso la coprogettazione scuola-impresa estesa a tutti gli istituti alberghieri e tecnici per il Turismo e a tutte le organizzazioni datoriali dell’alberghiero, dell’intermediazione turistica e del tour operating;

4) spendibilità delle lauree in turismo con l’obbligo di inserimento nei bandi pubblici regionali e nazionali;

5) ridefinizione dei percorsi didattici degli istituti tecnici per il Turismo, al fine di un naturale sbocco da parte dei propri diplomati verso gli Its;

6) incremento degli Its dedicati al turismo, attualmente ben pochi, con almeno due/tre per regione in considerazione dell’estensione territoriale;

7) superare i limiti della scuola secondaria superiore per una personalizzazione dei percorsi in stretto raccordo non solo con il mondo del lavoro e delle professioni ma soprattutto con la vocazione dei territori, dove istituti professionali e tecnici non riescono a completare la preparazione degli studenti, soprattutto di coloro che non scelgono l’Università, mentre gli Its possono essere una naturale prosecuzione in linea con i percorsi didattici, ovvero una specializzazione;

8) istituzione di un gruppo di lavoro delle associazioni professionali, che rappresentano i profili più importanti che operano nel turismo, al fine di un confronto costante sulla evoluzione delle competenze;

9) decontribuzione per le aziende che intendano continuare l’attività in bassa stagione e confermare la forza lavoro al termine dei sei mesi dei contratti stagionali;

10) comitati di indirizzo obbligatori negli istituti professionali e corsi di laurea con i rappresentanti delle organizzazioni datoriali e camerali, le aziende di eccellenza del territorio, gli assessori al turismo comunali per una formazione con competenze trasversali che preveda step di crescita personale e professionale per il capitale umano, soprattutto in relazione al territorio in cui si opera.

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