Federalberghi e la petizione al governo: “Salvate il turismo”

26 Gennaio 15:37 2021 Stampa questo articolo

Fate presto per il turismo, prima che sia troppo tardi: è l’esplicito grido di aiuto contenuto nella petizione promossa da Federalberghi e indirizzata al presidente Conte ed ai ministri Franceschini, Gualtieri, e Patuanelli, “per sollecitare il Governo italiano a intervenire con urgenza a tutela delle imprese e dei lavoratori del turismo”.

Un atto estremo, decisamente ultimativo come spiega Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi: «l’importanza che il turismo riveste per l’economia italiana, rammenta i danni devastanti subiti dalle strutture ricettive e termali a causa della pandemia, con una perdita di flussi turistici e di fatturato superiore al 50% che in alcune località arriva anche all’80%».

Bocca elenca gli interventi principali richiesti dagli albergatori: riconoscimento di ristori efficaci, che ristabiliscano equità per l’anno 2020 ed accompagnino le imprese anche nei mesi a venire; interventi sulla liquidità (proroga delle rate dei mutui e concessione di prestiti ventennali); esonero per il 2021 dal pagamento delle imposte (in primis Imu, Tari e canone Rai); sostegno alle imprese in affitto per il pagamento del canone di locazione, riduzione dell’aliquota Iva al 5% in analogia con quanto avvenuto in altri Paesi europei; sgravi contributivi per le imprese che richiamano in servizio il personale e sostegno al reddito per i lavoratori che rimangono disoccupati o sospesi».

Bocca evidenzia anche “la necessità di far pressione sulla Commissione Europea, per chiedere l’aggiornamento delle disposizioni comunitarie che disciplinano gli aiuti di stato a sostegno dell’economia durante la pandemia (cosiddetto “temporary framework”), al fine di aumentare l’intensità degli aiuti che è possibile erogare a ciascuna impresa e di ampliare il periodo di applicabilità, che in assenza di una proroga si concluderà il 30 giugno prossimo.”

«Il documento – conclude Bocca – richiede anche incentivi per la riqualificazione delle strutture ricettive, che al termine della crisi dovranno confrontarsi con un’agguerrita concorrenza internazionale. Su questo punto, ci soffermeremo anche in occasione dell’audizione sul Recovery Plan».

I primi firmatari della petizione sono lo stesso Bocca e i presidenti delle organizzazioni aderenti alla federazione presenti oggi in assemblea, in rappresentanza di 27mila imprese turistico ricettive e termali, ma si invitano anche singoli imprenditori e cittadini a firmare la petizione che sembra essere l’ultimo, appassionato atto compiuto dalla filiera turistica per attenzionare l’esecutivo circa la gravità della situazione e l’improcastinabilità di certe decisioni a sostegno dell’industria dei viaggi e del turismo.

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Andrea Lovelock
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