Federturismo festeggia 30 anni e celebra l’industria delle esperienze

24 Maggio 10:44 2023 Stampa questo articolo

Per i suoi primi 30 anni Federturismo si è regalata una giornata speciale all’insegna dell’economia generata dal turismo dell’esperenzialità, certificata da uno studio che ha identificato ben sette esperienze attraverso le quali l’industria del turismo è riuscita ad affermarsi nel panorama produttivo italiano come una delle prime risorse del sistema-Paese.

E con un significativo parterre tutto al femminile i vertici della federazione hanno festeggiato l’evento commentando questa ricerca. Oltre alla presidente Marina Lalli, infatti, sul palco erano presenti il ceo di Enit, Ivana Jelinic,  le imprenditrici Dominga Cotarella e Giovanna Caruso Fendi, e la giornalista-moderatrice dell’evento, Veronica Gervaso.

«Che il turismo sia l’industria del XXI secolo – ha evidenziato la presidente di Federturismo, Marina Lalli – vuol dire che la nostra federazione, trent’anni fa, aveva colto nel segno. Tutti ormai riconoscono al settore il valore di industria ed è proprio questo concetto che ci lega anche più di ieri: oggi Federturismo conta 9.000 imprese e non è solo un bel traguardo ma anche un punto di partenza per raccogliere le sfide che ci attendono, capire i cambiamenti dei comportamenti nel turismo, le preferenze e le attitudini dei viaggiatori. Puntare decisi verso la sostenibilità, l’innovazione e l’esperenzialità».

Ed è proprio quest’ultima parola magica attraverso la quale è stata declinata la ricerca condotta da Banca Ifis, partner delle celebrazioni di Federturismo, partita da alcuni significativi dati di riferimento: sugli oltre 255 milioni di arrivi turistici in Italia stimati per il 2022, inclusi i 90 milioni di escursionisti e 57 milioni di ospiti presso parenti e amici, si sono certificate ben 352 milioni di esperienze.

Il cambio di paradigma usato nello studio è voluto perché oggi più che mai la destinazione Italia gioca un ruolo da protagonista proprio in virtù delle innumerevoli esperienze in grado di offrire sul mercato. E la ricerca ha individuato ben 7 macro categorie di esperienze,“Cultura e riscoperta dei territori”, “BenEssere”, “Enogastronomica”, “Mice e Grandi Eventi”, “Shopping”, “Natura e Svago” e l’esperienza “Spirituale”.

Sette asset che hanno generato, a loro volta, tre impatti di grande rilevanza: il cosiddetto booster su altre industrie, ovvero le ricadute economiche innescate dai consumi e dall’occupazione delle imprese del turismo, pari a circa 79 miliardi di euro all’anno, che si traduce in forza lavoro e che abbraccia 12 settori produttivi differenti, dall’hospitality all’agroalimentare, all’intrattenimento, al real estate fino alla cantieristica, ma anche servizi finanziari, sanità ed istruzione.

C’è poi l’effetto “Country of origin” di circa 16 miliardi di euro annui, ovvero l’esperienza vissuta in Italia che  impatta positivamente sulle esportazioni di Made in Italy indirizzando le scelte d’acquisto future del turista tornato ad essere consumatore nel proprio Paese.

Ed infine il contributo al Soft power italiano: in altre parole il turismo esperienziale continua a vivere nei racconti post viaggio e su questo si costruisce un driver reputazionale. Quanto meglio si sarà trovato il turista, più ricche saranno state le sue esperienze e più ne parlerà ai suoi contatti, facendo crescere l’influenza del brand Italia e rappresentando un volano per l’export italiano.

Lo testimonia il nono posto occupato dall’Italia nel Global Soft Power Index stilato da Brand Finance per il 2023 in cui è dimostrato che senza il contributo delle sette esperienze e i riflessi positivi che queste generano in termini di coinvolgimento, l’Italia perderebbe posizioni scivolando da nona a  sedicesima.

«Da questo studio – ha poi commentato Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis – emerge un quadro dove l’imprenditore del turismo, ben rappresentato da Federturismo, si connota oggi più che mai come un ideatore e promotore di esperienze che da un lato invitano al benessere personale e dall’altro promuovono il dialogo derivante dalla conoscenza reciproca e dall’interscambio culturale. Attività, oggi, più che mai fondamentali, per non parlare poi del peso specifico nella economia nazionale».

E infatti, lo studio di Banca Ifis ha pure certificato che con l’aumento della permanenza dei turisti-viaggiatori, passata da 4 a 5 notti, si è avuto anche un considerevole incremento del +16% nella spesa media pro-capite  sui valori pre Covid.

In particolare, la spesa per musei, mostre, eventi, shopping e altre attività è cresciuta del 15% (da 194 a 224 euro tra il  2019 e il 2022). Il conto economico 2022 ha registrato un incremento del 5% sui valori del 2019.

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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