Fico sei mesi dopo: solo l’8% dei visitatori è straniero

31 Maggio 11:04 2018 Stampa questo articolo

Bilancio positivo per i primi sei msei di Fico Eataly World: sono stati quasi 1,5 milioni i visitatori del Parco, per tre quarti provenienti da fuori Bologna e per l’8% dall’estero, che hanno generato un fatturato di 25,9 milioni di euro. E secondo l’indagine della società di consulenza Nomisma è pari a 13,3 milioni di euro l’indotto generato per la città emiliana.

«Il 73% dei visitatori, oltre un milione di persone, è arrivato da fuori città e nel 32% dei casi i turisti hanno anche pernottato per una o più notti a Bologna – ha detto Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma – Il 68% di chi si reca a Fico ha meno di 45 anni, quasi il 90% è rappresentato da ospiti che vengono per la prima volta, mentre la quota di chi viene da fuori Bologna è in netto aumento: il 21% proviene dall’Emilia Romagna, il 45% da un’altra regione, il 7% dall’estero. Per il 64% di chi arriva da fuori città (circa 700mia persone) Fico è stato il motivo principale per recarsi sotto le due torri. Gli stranieri sono circa l’8% dei visitatori (oltre 100mila persone) e arrivano soprattutto da Francia, Regno Unito, Germania, Usa, Svizzera e Spagna. Circa 60mila ingressi nel Parco sono stati per congressi ed eventi business e altre 60mila, tra aduti e bambini, hanno frequentato corsi o percorsi didattici».

Ad attrarre visitatori sono stati, oltre alle filiere del cibo rappresentate, anche gli eventi culturali e di intrattenimento che hanno animato il parco: oltre 700 nei primi sei mesi, legati ogni mese a uno dei mestieri della tradizione, come gli allevatori, i pasticceri, gli apicoltori, e giornate di grande risonanza come il Tiramisù Day. Gli appuntamenti continuano: a giugno i protagonisti del Parco saranno il mugnaio, a luglio il contadino, ad agosto il pizzaiolo, a settembre il vignaiolo e a ottobre il birraio. In particolare, dall’ 1° al 3 giugno, Fico in collaborazione con Cia-Agricoltori italiani ospiterà la Repubblica dei Contadini, il mercato contadino più grande mai realizzato in Italia: quasi 250 aziende agricole da tutto il Paese e migliaia di prodotti tipici locali e presidi Slow Food: birre agricole, formaggi a latte crudo, salumi e carni da allevamenti, ortofrutta fresca e trasformata, pescato e prodotti da forno, pasta e riso, vino, olio e miele. Uno spaccato della biodiversità agroalimentare rappresentato da 42 coltivatori con i primi pomodori, ciliegie e piccoli frutti; 27 vignaioli e i loro vitigni autoctoni; 31 casari con i formaggi dei propri allevamenti; 20 tipologie di prodotti da 20 regioni e 71 province italiane; 11 birrifici agricoli.

A livello qualitativo, secondo Nomisma, risulta molto buono il giudizio sulle esperienze offerte: per oltre il 90% dei visitatori Fico è vario, divertente, ricco e innovativo e altrettanti hanno valutato l’esperienza pari o superiore alle proprie aspettative. Molto alta anche la probabilità che i visitatori consiglino ad amici e parenti una visita al parco: il dato sfiora quasi il 75%.

Merito anche delle attività della Fondazione Fico, con 127 eventi organizzati con soci e partner attraverso i Per_corsi, nei primi 150 giorni da gennaio a maggio 2018: incontri, convegni, lezioni magistrali, dialoghi e workshop intorno al cibo. Oltre 250 ore di formazione gratuita fornita ai cittadini con un impegno economico di oltre 100mila euro. Più di 10mila presenze per i percorsi espositivi: tre mostre visitabili gratuitamente dal pubblico, dedicate alla città di Bologna e ai rapporti fra paesaggio, cibo e territorio. Fondazione Fico racconta il cibo e il suo impatto sulle nostre vite: promuove l’educazione alimentare e ambientale, valorizza l’impegno per la legalità nella produzione e commercializzazione dell’agroalimentare, tratta l’antropologia e le tradizioni del cibo, approfondisce i rapporti fra cibo e salute, offre formazione sull’orticoltura e l’apicoltura agli adulti e ai più piccoli.

Riguardo alla didattica sono 30mila gli alunni registrati e prenotati fino a giugno per visite a Fico legate a gite scolastiche; Emilia, Lombardia e Marche le regioni da cui provengono il maggior numero di studenti, ma bambini e ragazzi sono arrivati da tutta Italia, comprese Sicilia e Sardegna. Alcune classi sono arrivate anche dall’estero: Usa, Svizzera, Francia, Uk, Austria, Slovenia.

«L’offerta complessiva si è arricchita con l’attività della Fondazione, volano scientifico e culturale della Fabbrica italiana contadina – ha spiegato il presidente della Fondazione Fico, Andrea Segrè –  Da gennaio a maggio 2018 abbiamo offerto più di 300 ore di formazione gratuita ai cittadini – dagli studenti ai senior, dagli stakeholder agli appassionati – con un impegno economico di oltre 100mila euro. Fondazione Fico promuove l’educazione alimentare, favorisce il consumo consapevole, valorizza la produzione sostenibile, mette in rete le realtà di riferimento della cultura agroalimentare».

Il parco ha contribuito anche alla visibilità di Bologna e dell’Emilia Romagna con tre riconoscimenti internazionali: dopo il New York Times, anche secondo Lonely Planet la regione è risultata al primo posto tra le mete da visitare in Europa nel 2018 anche grazie a Fico, che si è inoltre aggiudicato il Mipim Award, l’Oscar mondiale dell’immobiliare. Sui media sono state oltre 1.400 le uscite nazionali e quasi 200 quelle internazionali che hanno dato ampia visibilità alla Fabbrica italiana contadina nei primi sei mesi di vita.

Infine, a partire dall’8 giugno l’open bus a due piani di City Red Bus si fermerà anche a Fico, passando per i quartieri storici di San Donato per raccontare anche il mondo della street art bolognese.

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