Una tassa di tre euro a testa per i passeggeri di traghetti e crociere in partenza. L’idea di introdurla è del Comune di Genova e dovranno pagarla le compagnie che gestiscono le navi. Esenti, invece, i residenti, gli abitanti di Sicilia e Sardegna e il personale delle forze dell’ordine e della protezione civile).
La tassa dovrebbe contribuire a pagare le spese di gestione della città, ma le compagnie stanno protestando da giorni.
Anche armatori, terminalisti e spedizionieri sono contrari alla tassa, perché potrebbe indurre le compagnie a spostarsi su altri porti. Pollice verso anche da parte dell’Autorità portuale di Genova, cioè l’ente pubblico che gestisce il porto: in una nota sottolinea che la misura potrebbe avere impatti negativi sul mercato delle crociere e dei traghetti, rendendo il porto meno attrattivo.
Il Comune, però, ha inserito la tassa nel bilancio preventivo, non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro e punta a cominciare a riscuoterla a partire da giugno 2026. La sindaca Silvia Salis è del parere che chi usa le infrastrutture della città, come fanno le compagnie utilizzando i porti, contribuisca anche alle spese della sua gestione.
Inoltre, fa notare Salis, la gabella non è stata decisa dall’attuale amministrazione, ma è il risultato di una delibera che quella precedente aveva firmato nel febbraio 2025, dopo un accordo del 2022 tra l’allora sindaco, Marco Bucci, e il governo Meloni.
La sindaca, comunque, è sicura che la tassa non impatterà sui traffici del porto, come dimostrano altre misure simili attivate in altre città, italiane ed europee. A Barcellona si pagano 7 euro a passeggero, a Salerno è in vigore da maggio del 2023 una tassa di 1,50 euro.
In questo caso la riscuotono direttamente le compagnie di navigazione, che applicano un sovrapprezzo ai biglietti. Il Comune di Genova, invece, deve ancora decidere con che modalità e a chi assegnare la riscossione.
Mercoledì il Comune ha incontrato i rappresentanti degli operatori e l’autorità portuale, ribadendo la volontà di procedere nonostante le proteste. La sindaca ha parlato di un clima di «grande collaborazione» e ha detto di voler organizzare altri incontri per decidere come applicare la misura.
Siamo però al muro contro muro, perché le compagnie hanno già annunciato di non voler partecipare ad altri confronti, a meno che non si voglia parlare dei problemi connessi alla tassa, e discutere eventuali misure alternative.
E IN FRANCIA ARRIVA L’ECOTASSA PER I CROCIERISTI
In Francia, intanto, si pensa a un emendamento alla legge di bilancio 2026 per introdurre una maxi tassa sui crocieristi. Si tratta di una proposta bipartisan, da 15 euro a passeggero, che ha già ottenuto un primo sì in Senato.
Proposta dalla destra parlamentare di Les Républicains, la norma è stata approvata grazie ai voti della sinistra, malgrado l’opposizione del governo e della maggioranza che lo sostiene: prevede l’introduzione di una tassa ecologica, con un gettito previsto di 75 milioni di euro l’anno destinati alla “protezione e alla valorizzazione dei litorali”.
«Fondata sul principio del “chi inquina paga“, la tassa punta a compensare le pesanti esternalità del crocierismo su aree costiere e portuali», ha spiegato il senatore Jean-Marc Délia, ricordando come ogni anno le navi da crociera emettano oltre 7 milioni di tonnellate di Co2 in Europa, producendo emissioni atmosferiche comparabili a quelle di un miliardo di autoveicoli.



