Donald Trump is watching you. La citazione orwelliana è d’obbligo, perché il Grande fratello è sempre più a stelle e strisce: il governo di Washington, infatti, vuole sapere chi sei e cosa fai sui social media, prima di accettarti negli Stati Uniti.
LA PROPOSTA
I turisti provenienti da decine di Paesi potrebbero presto essere sottoposti a un controllo delle loro attività sulle piattaforme digitali negli ultimi cinque anni, prima di poter entrare negli Stati Uniti. La misura è inclusa in una proposta dell’agenzia americana per la protezione delle frontiere (U.S. Customs and Border Protection, Cbp), pubblicata sul Federal Register, che renderebbe obbligatorio il controllo dei profili online anche per i visitatori provenienti dai 42 Paesi che normalmente non necessitano di visto per viaggi brevi (fino a 90 giorni), come Regno Unito, Francia, Germania e Italia. A parlarne sono il New York Times e il Washington Post.
La nuova regola potrebbe entrare in vigore all’inizio del 2026. I richiedenti dell’Electronic System for Travel Authorization (Esta) dovrebbero così fornire un lungo elenco di dati personali, tra cui i loro account sui social media, gli indirizzi e-mail usati negli ultimi dieci anni e nomi, date di nascita, luoghi di residenza e luoghi di nascita di genitori, coniugi, fratelli e figli.
Con il sistema attuale, i richiedenti provenienti dai Paesi che aderiscono al programma di esenzione dal visto devono iscriversi al programma Esta, pagare 40 dollari e fornire un indirizzo e-mail, un indirizzo di residenza, un numero di telefono e i recapiti di emergenza. L’autorizzazione è valida per due anni.
La stretta arriva mentre l’amministrazione di Donald Trump ha già rafforzato i controlli sulla presenza online per diverse categorie di visti, dagli H-1B agli ingressi per studio e scambi culturali, a pochi mesi dai Mondiali di calcio maschile che si terranno negli Stati Uniti, in Messico e in Canada a giugno e luglio. Senza contare la visa integrity fee, ovvero una tassa di 250 dollari che presto dovrà essere pagata da molti visitatori internazionali, che non riguarderà, tuttavia, i viaggiatori in entrata con l’Esta.
LE PREOCCUPAZIONI PER LA SORVEGLIANZA
Organizzazioni per i diritti digitali, come la Electronic Frontier Foundation, hanno denunciato il rischio di una sorveglianza eccessiva e intimidatoria sui viaggiatori. Il dipartimento di Stato ha inoltre chiesto ai funzionari consolari di monitorare eventuali “segnali di ostilità” verso gli Stati Uniti nei contenuti social degli aspiranti visitatori.
La U.S. Customs and Border Protection ha aperto una finestra di 60 giorni per raccogliere commenti pubblici sulla proposta, che conferma ulteriormente l’ampio giro di vite dell’amministrazione Trump sull’immigrazione legale e sui criteri d’ingresso nel Paese. Secondo gli esperti, il risultato potrebbe essere un aumento dei tempi di attesa per l’autorizzazione al viaggio e un numero maggiore di viaggiatori sottoposti a controlli approfonditi.
Una decisione che potrebbe incidere sul numero di turisti in arrivo, con gli Stati Uniti che sono già l’unico Paese, tra 184 economie, per cui è previsto un calo delle entrate turistiche nel corso del 2025.
La proposta include anche l’eliminazione dell’opzione di richiesta dell’Esta sul sito web del governo, imponendo invece ai richiedenti di utilizzare l’app Esta Mobile. Il Cbp stima che oltre 14 milioni di persone all’anno utilizzeranno l’app dopo l’entrata in vigore delle modifiche.



