Soluzione al 90% a giugno 2026. Il processo di integrazione di Ita Airways marcia spedito come un bulldozer tedesco, tanto che entro pochi mesi Lufthansa potrebbe arrivare a controllare quasi totalmente la compagnia italiana, di cui attualmente detiene il 41%. Il resto è ancora nelle mani del Mef.
E visto che il ceo di Lufthansa Carsten Spohr – come scrive il Corriere della Sera, citando “due fonti a conoscenza delle discussioni” – si è detto «felice del punto in cui siamo con l’investimento», l’impressione è che il prossimo passo non sia lontano. E, in base all’intesa stipulata con il governo italiano, prevede il pagamento di altri 325 milioni, dopo quelli sborsati a gennaio, per avere un ulteriore 49%, più 100 milioni di earn out al raggiungimento di alcuni obiettivi da parte di Ita.
Lufthansa, insomma, lavora per sistemare un altro tassello del suo mosaico e rafforzare, proprio a partire dal 2026, il controllo sul gruppo delle sue “affiliate” europee, come Swiss, Austrian Airlines e Brussels Airlines.
L’acquisizione della quasi totalità di Ita comporterebbe anche la revisione del board, con quattro consiglieri su cinque scelti da Lufthansa. Il presidente potrebbe invece restare italiano: oggi è Sandro Pappalardo. In questo caso il vettore tedesco e il Mef dovrebbero notificare all’Antitrust Ue quello che, nei fatti, sarebbe un vero e proprio cambio di gestione: attualmente il cda è composto da Pappalardo stesso, Antonella Ballone, il ceo e direttore generale Jörg Eberhart, Lorenza Maggio ed Efrem Angelo Valeriani.
L’ultimo spicchio tricolore, il 10%, può finire in mani tedesche entro il 2033 per 79 milioni, anche se a Lufthansa non dispiace affatto la presenza dello Stato italiano all’interno della compagnia.
Commenti, per ora, dal Mef e da Francoforte? Meno di zero. Come accennato, però, Spohr qualcosa si è lasciato sfuggire a margine di un evento in Germania. Frasi riferite proprio al Corsera: «I progressi su Ita sono migliori di quelli pianificati e lo stesso si può dire anche dal punto di vista finanziario. L’integrazione sta procedendo speditamente, anche se Ita non è ancora al punto di avere un margine di redditività sufficiente, ma sapevamo che ci sarebbe voluto più di un anno per vedere dei risultati solidi».
Certo, sul tavolo – segnala ancora il quotidiano di via Solferino – “resta il il tema dell‘indebitamento: quello finanziario netto, al 31 dicembre 2024, era di 2,4 miliardi di euro, che dovrebbe ridursi con l’attuale gestione di Eberhart”.
Ita: più Germania e meno Italia, quindi. Ma questa non è una sorpresa
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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